11 casi di ossessione descritti da Freud

In molte ossessioni è chiaro che lo stato emotivo è l’elemento principale, in quanto esso permane inalterato pur variando l’idea associata ad esso.

I soggetti che dubitano hanno molti dubbi contemporaneamente o in sequenza. È lo stato emotivo che rimane costante in costoro: l’idea muta. In altri casi anche l’idea sembra fissa.

Ora, un’accurata analisi psicologica di questi casi dimostra che lo stato emotivo di per sé è sempre giustificato.

1. Lo stato emotivo persiste indefinitamente.

2. L’idea associata non è più quella originale e adeguata, connessa all’etiologia dell’ossessione, ma è un’idea che la sostituisce, un surrogato.

Ora presenterò le mi osservazioni su 11 casi clinici:

Caso 1 – Una ragazza si rimprovera per cose che sapeva assurde: aver rubato, aver coniato monete false, essere coinvolta in un complotto, ecc., a seconda di quel che le capitava di aver letto nel corso della giornata.

Ricostruzione dell’idea sostituita: si rimproverava per la masturbazione che praticava in segreto senza riuscire a smettere. Fu curata con un’oculata sorveglianza che le impediva di masturbarsi.

Caso 2 – Un giovanotto, studente di medicina, soffriva di un’ossessione consimile. Egli si rimproverava ogni sorta di atti immorali: aver ussico il cugino, aver violentato la sorella, aver appiccato il fuoco a una casa, ecc. Arrivò al punto di doversi voltare indietro per strada per vedere se avesse ucciso l’ultimo passante.

Ricostruzione: era stato fortemente colpito dall’aver letto in un libro di medicina che la masturbazione, che egli soleva praticare, distruggeva la morale dell’individuo.

Caso 3 – Diverse donne si lamentavano di un impulso ossessivo a buttarsi dalla finestra, a colpire i figlioli con coltelli, forbici, ecc.

Ricostruzione: ossessioni basate su tentazioni tipiche. Si trattava di donne che, non essendo affatto soddisfatte dal loro matrimonio, erano costrette a lottare con i desideri e le idee voluttuose da cui erano continuamente turbate alla vista di altri uomini.

Caso 4 – Una ragazza, perfettamente sana e intelligente, dimostrava un odio incontrollabile nei confronti delle domestiche della casa. Era cominciato in rapporto con una domestica impertinente e si era trasferito da una domestica all’altra al punto di rendere impossibili le faccende in casa. Il sentimento era un misto di odio e disgusto. Ella forniva una spiegazione dicendo che la volgarità di queste ragazze rovinava la sua idea dell’amore.

Ricostruzione: questa ragazza era stata testimone involontaria di una scena d’amore in cui la madre aveva avuto parte. La ragazza si era coperta i volto, si era turata le orecchie e aveva fatto il possibile per dimenticare, perché il fatto la disgustava e le avrebbe reso impossibile rimanere con la madre che amava teneramente. Riuscì nei suoi sforzi; però la sua ira all’idea che il suo concetto dell’amore era stato profanato, persistette dentro di lei e questo stato emotivo ben presto si collegò all’idea di una persona che potesse prendere il posto della madre.

Caso 5 – Una ragazza era rimasta quasi del tutto isolata per via di una paura ossessiva dell’incontinenza orinaria. Non poteva più uscire dalla camera o ricevere dei visitatori senza aver orinato diverse volte. Mentre era in casa e del tutto sola, la paura non la turbava.

Ricostruzione: era un’ossessione basata sulla tentazione o sulla sfiducia. Non era priva di fiducia nei confronti della propria vescica, ma della propria capacità di resistere agli impulsi erotici. L’origine dell’ossessione lo dimostra chiaramente. Una volta, a teatro, nel vedere un uomo che l’attraeva, aveva provato desiderio erotico, accompagnato da bisogno di mingere. Era stata costretta a lasciare il teatro e da quel momento in poi era rimasta in preda alla paura di provare la stessa sensazione. Perciò il desiderio di orinare aveva sostituito quello erotico.

Caso 6 – Aritmomani ossessiva – Una donna si sentiva obbligata a contare le assi del pavimento, i gradini della scala, ecc. Azioni queste che compiva in un ridicolo stato d’ansia.

Ricostruzione: aveva cominciato i conteggi al fine di distrarre la mente dalle idee ossessive. Aveva avuto successo nel suo intento ma l’impulso a contare aveva sostituito l’ossessione originale.

Caso 7 – Meditazioni e speculazioni ossessive – Una donna soffriva di accessi di questa ossessione, che cessava solamente quando era ammalata, lasciando il campo libero a paure e ipocondriache. Il tema della sua preoccupazione era sempre una parte o una funzione del suo organismo, per esempio la respirazione: “Perché devo respirare? Supponiamo che io non volessi respirare?”, ecc.

Ricostruzione: in un primo tempo aveva sofferto per il timore di impazzire, fobia a carattere ipocondriaco abbastanza comune tra le donne non soddisfatte dal marito. Per rassicurare se stessa che non stava impazzendo, che era ancora in possesso delle proprie facoltà mentali, ella aveva cominciato a porsi delle domande e a preoccuparsi di seri problemi. Dapprima ciò la quietava, ma col tempo l’abitudine alla meditazione sostituì la fobia. Per più di quindici anni in lei si erano alternati periodi di paura e periodi di speculazioni ossessive.

Caso 8 – Folie du doute – Parecchi casi presentavano i sintomi tipici di questa ossessione ma furono spiegati molto semplicemente. Questi individui avevano sofferto o soffrivano tuttora di varie ossessioni  e la consapevolezza che queste avevano disturbato tutte le loro azioni e molte volte avevano interrotto il corso dei loro pensieri, provocava in loro un legittimo dubbio circa l’attendibilità della loro memoria. La fiducia di ognuno di noi viene scossa e tutti abbiamo dovuto rileggere una lettera o ripetere un conto, se la nostra attenzione è stata distratta diverse volte durante il compimento di questa azione. Il dubbio è una conseguenza assolutamente logica quando vi siano delle ossessioni.

Caso 9 – Folie du doute (Esitazione) – La ragazza del caso 4 era diventata lentissima nel compimento di tutte le sue azioni quotidiane, particolarmente della sua toletta. Impiegava ore per dare allacciarsi le scarpe o per pulirsi le unghie. Per dare una spiegazione di ciò che diceva che non poteva fare la sua toletta mentre le idee ossessive la occupavano, né subito dopo. In conseguenza aveva preso l’abitudine di attendere per un determinato periodo di tempo dopo ogni ritorno dell’idea ossessiva.

Caso 10 – Folie du doute (Paura dei pezzi di carta) – Una giovane donna aveva sofferto di scrupoli dopo aver scritto una lettera; nello stesso tempo raccoglieva tutti i pezzi di carta che vedeva. Ella spiegava ciò confessando un amore che prima si era rifiutata di ammettere. In conseguenza della costante ripetizione del nome della persona amata, era stata colta dalla paura che quel nome le sfuggisse dalla penna, che potesse averlo scritto su un pezzetto di carta, soprappensiero.

Caso 11 – Misofobia – Una donna si lavava continuamente le mani e toccava le maniglie delle porte soltanto con il gomito.

Ricostruzione: è il caso di Lady Macbeth. Il lavarsi le mani è simbolico, inteso com’è a sostituire la purezza morale, della cui perdita ella si doleva, con la purezza fisica. Ella si tormentava con il rimorso di un’infedeltà coniugale, il ricordo della quale aveva deciso di bandire dalla mente. Inoltre soleva lavarsi i genitali.

Brano tratto dal libro di Freud

Freud, Ossessioni e Fobie (1970), Newton Compton Italiana

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