IL SILENZIO COME STRATEGIA COMUNICATIVA

“Il silenzio è una fonte di grande forza”, Lao Tsu.

Date le molteplici sfaccettature di un comportamento così particolare e le regole cui esso è legato, è considerato quasi sempre negativamente interrompere un silenzio. Può essere indicativo di distrazione, di approvazione, sprezzante, prudente, artificioso, dovuto all’umore, ad un capriccio.
Tuttavia il silenzio può essere considerato anche una modalità comunicativa, sebbene si tratti di un caso limite di comunicazione, ambigua, regolata dal contesto. Tra i significati negativi del silenzio c’è la frustrazione, l’estraniamento, l’impotenza, l’infelicità, l’affermazione del proprio potere. La possibilità di fraintendimento è maggiore in caso di silenzio anche perché spesso indica cose che non si possono dire per dissenso o disprezzo.

Quando ci si pone nei confronti dell’altro con il silenzio spesso si vuole manifestare la propria forza ed allo stesso tempo questa reciprocità di silenzio può indicare una sfida; si tace per comunicare il proprio status e pertanto si comunica.
Quando parliamo di silenzio usato come metodologia di comunicazione, dobbiamo differenziarlo dal linguaggio parlato; infatti nel caso del mondo della parola ci troviamo di fronte ad un linguaggio concettuale, mentre nel secondo caso si tratta di un linguaggio del sentire, empatico, finalizzato spesso all’ascolto ed alla comprensione dell’altro. Infatti c’è un tempo per parlare ed un tempo per restare in silenzio, un tempo di riflessione ed uno di confronto, uno per farsi sentire anche fortemente e uno per ascoltare doverosamente in silenzio.

Parlare continuamente anche in uno scambio di battute non è funzionale, per essere ascoltati è necessario imparare a stare in silenzio e saper gestire il silenzio nella consapevolezza che non parlare a volte può esprimere un messaggio più di tante parole.
Imparare ad utilizzare il silenzio in modo adeguato porta notevoli e numerosi vantaggi. Infatti grazie al silenzio si può stimolare la riflessione. Spesso non è necessario rispondere immediatamente: rimanere in silenzio, pensando alla propria risposta favorisce un confronto più maturo. Inoltre con il silenzio si trasmette al nostro interlocutore che non si ha più nulla da dire per cui è inutile continuare il discorso.

Anche il raggiungimento di un traguardo può essere facilitato dal silenzio. Nella comunicazione si dovrebbe avere come obiettivo comune quello di raggiungere la stessa decisione, condividere informazioni, non quello di sopraffare l’altro; per cui il silenzio risulta utile per ridurre il volume delle parole inutili generate invano ed in alcuni casi favorisce la risoluzione del conflitto.

Comunicare meglio è possibile e lo si fa proprio grazie al silenzio. Capita spesso che si parli troppo, si tenda a monopolizzare la conversazione anche interrompendo o sovrapponendosi agli altri, utilizzando parole inutili nel tentativo di convincere gli altri, parole o tentativi che alla fine si rivelano addirittura controproducenti. A volte restare in silenzio dà un forte valore al nostro messaggio tanto da renderlo più forte e chiaro.
Il silenzio favorisce empatia e rispetto. Dopo aver esposto le proprie idee, manifestato ciò che si pensa è utile per una buona comunicazione rimanere in silenzio dando spazio all’altra persona affinché esprima il proprio parere; così si dimostra rispetto ed empatia a chi si ha di fronte.

Infine una delle cose fondamentali da tenere in considerazione è legata al fatto che spesso il silenzio, soprattutto nella nostra società, può essere imbarazzante e per questo si tende a riempirlo a tutti costi. In questo caso però più che ascoltare ciò che dice il nostro interlocutore ci stiamo già predisponendo a dare una risposta. Rimanere in silenzio concentrandosi su un messaggio che porta l’altra persona oltre alla sua comunicazione non verbale ci aiuterà a capire meglio e più approfonditamente ciò che egli dice ottenendo anche più informazioni di quelle che otterremo se parlassimo.

Concludendo: il silenzio è uno strumento comunicativo molto forte che andrebbe utilizzato più spesso nella relazione, ma che va usato in modo utile, funzionale e soprattutto con cognizione di causa. Insomma, per dirla con un proverbio Indù: “Quando parli, fai in modo che le tue parole siano migliori del silenzio”.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta