L’importanza del pisolino pomeridiano

Il più grande errore del positivismo post capitalistico in cui viviamo è quello di non prevedere all’interno degli schemi lavorativi la presenza del pisolino pomeridiano.

La verità è questa, ovunque si dia alla gente la possibilità di fare un pisolino, la gente si farà un pisolino. È solo quando non ci è permesso di farlo che non lo facciamo. A scuola, al lavoro e paradossalmente spesso persino quando siamo in vacanza, non è prevista un’ora un’ora e mezza circa di pennichella.

Esiste una generale incomprensione di una legge fondamentale dell’uomo: il sonno è vita, non solo riposo. Cioè, il nostro funzionamento a occhi aperti – per adattare il gergo a quello utilitaristico tanto in voga in questo periodo – dipende fortemente dal tempo che trascorriamo a occhi chiusi.

Amarcord vecchia scuola

Mi ricordo quando facevo le elementari, le medie e poi le superiori, in classe capitava che avevo sonno. Quel sonno che ti fa pesare le palpebre e ti fa percepire il mondo esterno a singhiozzo, tra una perdita di coscienza e una repentina scossa di noradrenalina per non farti cadere con la faccia sul banco.

Ora io dico, a cosa servivano quelle ore di martirio?

Non sono né anarchico né antisociale, capisco benissimo l’esigenza di stabilire delle regole comuni per garantire lo svolgimento dei normali processi di una società. Cioè, se devo fare lezione a 20 ragazzi, non esiste alcun modo per rispettare i ritmi circadiani di tutti (dal latino circa “approssimativamente”, e diem “giorno”). Si devono adeguare alle regole. Tuttavia, la necessità sociale non aderisce mai completamente ai bisogni del singolo individuo. La società deve fare una media statistica, l’individuo si trova sotto, sopra o dentro quella media.

Allora mi ricordo che avevo tanto sonno e non ricordo niente di quello che diceva la professoressa.

Il pisolino pomeridiano al lavoro

Il mondo del lavoro è diverso da quello scolastico. Molti lavori prevedono il raggiungimento di obiettivi prefissi, quasi tutti per la verità. Se così stanno le cose, perché non prevedono anche maggiore flessibilità sull’orario? Sarebbe così facile includere del tempo per la pennichella post prandiale e far decollare improvvisamente la qualità della vita.

I datori di lavoro non si adeguano per miopia, ignoranza e stupidità. Esiste il credo generalizzato che il pisolino pomeridiano sia l’anticamera dell’ozio. Quindi qualcosa di contrario alla regola efficienza di un’azienda. Questo è falso.

Il pisolino pomeridiano toglie ore di lavoro ma aumenta la produttività di quelle che restano. Dal punto di vista imprenditoriale la pennichella è un buon affare. Ma l’egemonia dell’apparire superficiale contrasta il buon senso, e allora una persona che dorme in orario di lavoro crea peggior reputazione di una all’apparenza vigile che non fa un tubo tutto il pomeriggio.

Esiste inoltre un corollario di benessere legato al pisolino: sostituisce il caffé. La nostra società ha rimpiazzato il sonno con litri di caffé, cioè ha barattato il benessere naturale con ulcere, irritabilità e stress.

Basterebbe accettare che il sonno è parte fondamentale per la nostra vita per non dover ricorrere a surrogati di benessere come cibo bio, omeopatia, yoga e altre leggende che cercano di integrare dei ritmi di vita folli con la nostra vera natura.

Io tifo il pisolino pomeridiano.

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