La sindrome dell’impostore è il timore delle persone competenti in qualche ambito di non esserlo abbastanza. Sopravvalutano le competenze degli altri e sottovalutano le proprie
Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.
Bertrand Russell
La sindrome dell’impostore è proprio quello di cui parla il filosofo Bertrand Russell. Il termine è stato utlizzato per la prima volta nel 1978 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes. Volevano raccontare una condizione psicologica molto diffusa fra le persone di successo, definita dall’incapacità credere che il successo sia meritato e dal timore costante di essere smascherati in quanto “impostori”.
Ogni volta, quando un mio film ha successo, mi chiedo: come ho fatto a fregarli ancora?
Woody Allen
La sindrome è (o almeno era quando la studiavano Clance e Imes) più diffusa tra le donne che lavoravano in ambiente maschile. In questo caso, forse complice un pregiudizio di genere, le donne che ottenevano molto successo, a prescindere da quale fosse la loro carriera, viveno quel successo come se fosse immeritato.
I meccanismi di pensiero alla base della sindrome dell’impostore
La sindrome dell’impostore non svanisce con il successo, paradossalmente si aggrava. Questo è possibile perché si tratta di un disturbo causato dalla propria consapevolezza messa in relazione con quella degli altri.
I principali bias del pensiero che causano e mantengono la sindrome dell’impostore sono i seguenti:
#1 La sicurezza degli altri: le persone tendono a mostrarsi sicure di sé più di quanto effettivamente lo siano. Quando ero studente il mio professore di statistica mi sembrava infallibile e io addirittura temevo quella perfezione. L’ho rivisto dopo essere passato dall’altra parte, ero professore anch’io e mi ha detto: “Quando non so rispondere alle domande degli studenti dico loro di cercare la soluzione a casa. Così ne parliamo la prossima volta e io ho il tempo di prepararmi”. Quando vedo gli altri spavaldi nelle loro competenze e io invece non lo sono, penso di essere impreparato. Invece magari sono solo insicuro.
#2 Le cose che sai aumentano di pari passo a quelle che non sai: ogni volta che approfondiamo un argomento se ne aprono dieci che potremmo approfondire di cui non avevamo nemmeno idea. Chi non ha mai aperto un libro in vita sua ha pochissimi dubbi perché ignora completamente la complessità del mondo.
#3 Dunning Kruger Effect: è stato ipotizzato che le persone competenti tendano a sovrastimare le abilità degli altri, e per rapporto a questo errore di valutazione considerino se stessi meno preparati di loro. Si sentono inferiori alle capacità che immaginano gli altri possiedano. L’errore sembra imputabili alle capacità metacognitive, una maggiore consapevolezza di sé ti avvisa di quello che non sai, la scarsa consapevolazza di sé protegge la tua ignoranza.
So di non sapere
Socrate
Il successo non migliora lo stato d’animo
Più in alto arrivi e maggiore è la paura di cadere. La sindrome dell’impostore non è legata necessariamente a posizioni molto prestigiose, la troviamo anche nello studente che va molto bene all’esame, però è frequente che in cima alla piramide del successo ci siano persone che si mostrano infallibili. Chi ha la consapevolezza di poter sbagliare, in confronto con queste persone sente che è solo questione di tempo: verrà smascherato.