Sindrome dell’impostore: lo strano timore delle persone capaci

Pensieri disfunzionali: rimuginio

La sindrome dell’impostore dal punto di vista cognitivo è una forma di rimuginio. Il pensiero intrusivo disturbante è la paura di venire giudicati inadatti a ricoprire il proprio ruolo. I comportamenti che classicamente vengono messi in atto per neutralizzare questo pensiero sono:

#1 Evitare di svolgere compiti che possano metterci in particolare risalto

#2 Cercare la perfezione nel proprio operato

#3 Sublimare la paura dell’errore ammettendo di aver sbagliato, anche quando l’errore in realtà è di altri o parzialmente di altri

Chi soffre di questa sindrome vede il mondo in bianco e nero: un lavoro o è perfetto o è sbagliato. In realtà la perfezione non esiste e nella maggioranza dei casi il lavoro volto va bene nonostante sia migliorabile.

Convivere con la sindrome dell’impostore

Questa condizione resta, non scompare. Ci potranno essere dei momenti di euforia in cui ci sentiamo maggiormente invulnerabili alle critiche, ma si tratta comunque di stati transitori.

L’unica cosa da tenere sempre a mente è la necessità di non farsi bloccare da questo rimuginio. Quando credi che per te sia utile fare una cosa, sperimentare un lavoro, fare un’esperienza: falla!

L’unico antidoto contro i pensieri disfunzionali è l’azione. Sconfiggere il pensiero con il pensiero è sempre un’impresa ardua, molto meglio cambiare terreno di gioco.

Le persone competenti quando agiscono, il più delle volte ottengono buoni risultati. Ci mettono di più di quelle meno preparate, perché prima di passare all’azione si fanno mille domande e si fanno travolgere dai dubbi.

Però, anche se le persone poco preparate riescono a ottenere successi strepitosi e sembrano sempre incuranti del pericolo di sbagliare, sono le persone preparate che mandano avanti il mondo.

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