Le persone umili ci piacciono di più. Esse si raccontano attraverso quello che fanno veramente, non attraverso uno spettacolo pirotecnico auto celebrativo.
L’umiltà racchiude dentro se stessa l’onestà. E le persone oneste ci mettono a nostro agio, perché possiamo capirle e costruire un rapporto basato sulla fiducia. Non rischiamo di essere abbagliate da quello che ci raccontano.
Quando l’umiltà è falsa o interessata, manca quindi l’onestà, allora è indistinguibile dall’arroganza di chi esalta se stesso senza motivo. Sono i due antipodi della stessa falsità: l’incapacità di comunicare apertamente in modo chiaro e onesto se stessi, dover quindi modificare la realtà per renderla meno vergognosa.
Il falso umile vuole nascondere il suo successo. Forse perché sa di non meritarlo o forse perché nasconderlo può tornargli utile in quella circostanza.
Il presuntuoso che, al contrario, esalta i suoi successi, lo fa perché se non li facesse brillare lui con mille parole gloriose, essi non brillerebbero poi un gran che. Persone così narcisiste diventano subito insopportabili.
Una storiella per raccontare la differenza tra arroganza e umiltà.
Un bambino stava camminando per mano con suo padre.
Dopo un breve silenzio il padre gli chiese: “Oltre al canto degli uccelli, senti altro?”
Il bambino rispose: “Sento in lontananza il rumore di un carro.”
“È un carro vuoto”, gli rispose il padre.
“Come fai a sapere che è vuoto?”, chiese il bambino stupito.
“Perché un carro vuoto fa più rumore”
Quando qualcuno parla troppo, interrompe la conversazione degli altri, a volte si impone in modo violento, grida, sbraita, minaccia fisicamente e si dimostra arrogante, troppo sicuro di sé e dei suoi mezzi allora dovremmo ripensare a questa storiella: un carro vuoto fa più rumore.
Perché l’umiltà è prima di tutto silenzio. Quello che facciamo e quello che siamo è appena sussurrato, così diamo agli altri la possibilità di scoprirlo.
Ahimè, proprio per questo, nei contesti lavorativi più competitivi, non sono certo gli umili quelli che fanno carriera. I capi non hanno tempo di scoprire il tuo valore, e non sentono i tuoi sussurri perché sono coperti dalle grida dei tuoi colleghi più spavaldi.
La stessa cosa avviene a scuola, dove le maestre non hanno tempo di stare dietro alla timidezza di certi alunni e per questo non scopriranno mai il loro valore. Non capiscono che per i bambini timidi è difficile esprimersi in mezzo agli schiamazzi dei compagni di classe più sicuri di sé.
Gli umili non hanno bisogno di mentire perché non amano esprimere se stessi a parole, preferiscono che sia quello che fanno a raccontare chi sono. Per questo creano dei legami veri con le altre persone. Relazioni dove possono crescere insieme a qualcuno che conosca i loro bisogni e li aiuti concretamente. Chi nasconde le sue debolezze non potrà mai ricevere aiuto.
I carri vuoti invece amano vantarsi, per colmare la povertà dei loro contenuti. Le altre persone per loro non sono interessanti, servono solo a fare da platea. Perché la bassa autostima ha bisogno di ammirazione continua e lotta con tutti i suoi mezzi per ottenerla. Ma l’ammirazione è una conchiglia vuota, è bella ma non ha vita.
Gli umili non mancano di orgoglio.
Ma tra l’orgoglio per aver raggiunto un traguardo importante e l’arroganza di gridare a tutti dove siete riusciti ad arrivare c’è molta differenza.
Non serve che ti vanti dei tuoi successi, perché saranno loro a parlare di te.