La dipendenza è un’esperienza umana inestinguibile guidata soprattutto da necessità evolutive: l’essere umano da solo è più debole. Per moltiplicare le sue forze ha imparato a fare gruppo e contare sugli altri. Fa parte della natura umana esaltare alcuni legami interpersonali fino a non poterne fare a meno.
L’illusione dell’esclusività.
L’anima gemella, il migliore amico, il mentore, la guida spirituale sono tutte trappole linguistiche che ci portano a considerare speciali le persone a cui applichiamo queste etichette.
I rapporti speciali tra due o più persone esistono, però non dipendono solo dall’altro. Sono il risultato della tua e della sua personalità.
“Ho trovato l’anima gemella”, questa frase sottintende che hai casualmente conosciuto una persona che risponde a tutte le caratteristiche desiderabili in un partner. Ecco, questo è un falso mito. La realtà è un po’ diversa, due persone si conoscono e instaurano un legame, poi all’interno di quel legame devono lavorare ogni giorno per dare e ricevere felicità.
Non esiste il partner perfetto, esiste solo il partner disponibile a lavorare insieme a te per rendere la vostra storia d’amore bellissima.
Idealizzare crea dipendenza.
Non esiste il partner perfetto. È importante ripeterselo due o tre volte al giorno per evitare di idealizzare.
Idealizzare qualcuno è molto pericoloso, l’idealizzazione è l’anticamera della dipendenza. Se la nostra psiche si convince che quella persona è perfetta, produrrà in noi il bisogno di quella persona; ne diventeremo dipendenti. In questo caso si instaura una pericolosa asimmetria nella relazione dove chi dipende è in svantaggio.
Il problema di una relazione asimmetrica è l’incapacità di chi si trova in svantaggio di far valere i propri bisogni. Questa persona tende ad annullarsi per fare posto ai bisogni dell’altro, quello idealizzato.
Niente e nessuno ti appartiene veramente.
Idealizzare per brevi periodi è normale ed è anche molto romantico, si deve solo fare molta attenzione a non creare asimmetria nella relazione.
Quando idealizzi qualcuno senti il bisogno di possederlo e allora cadi preda della gelosia, della paranoia e della paura di perdere quella persona. Proprio come da bambino eri geloso del tuo nuovo giocattolo scoperto la mattina di Natale sotto l’albero. Quel giocattolo era tuo e nessuno poteva toccarlo.
Con le persone non vale la stessa logica. Nessuno ti appartiene e nessuno è insostituibile. Certo, ogni persona è unica e se perdi quella persona non la riavrai più, per questo siamo tristi se veniamo abbandonati.
Tuttavia, se riesci a capire la differenza tra unico e indispensabile potrai anche accettare che il vuoto creato dalla partenza di qualcuno diventa uno spazio accogliente dove accogliere qualcun altro, che non sarà come lui ma ti aiuterà nella vita proprio come chi ti ha abbandonato.