Mente arrendevole e mente dominante

Se due individui sono sempre d’accordo su tutto, vi posso assicurare che uno dei due pensa per entrambi
S. Freud

Qualche tempo fa, nell’articolo Senza le relazioni non siamo niente che si possa vedere, spiegavo perché la nostra vera essenza la percepiamo solo quando ci relazioniamo agli altri.

La riflessione traeva origine dalla lettura di Schopenhauer, ma ha trovato subito il modo di aderire ai miei studi di psicologia. La frase di Freud con la quale apro questo articolo ne è un ottimo esempio.

Mente arrendevole

Nella mia esperienza clinica, ho ricevuto molti pazienti uomini distrutti dal passaggio tra la vita adolescente e quella adulta.

Erano ragazzi senza particolari limiti educativi, ma provenienti da famiglie che erano riuscite ad arginare le derive più pericolose, semplicemente grazie al buon esempio.

Non serve imporre un coprifuoco rigido il sabato sera se la domenica mattina svegli tuo figlio con un bacio. Sarà lui stesso a regolarsi per non farsi sorprendere ancora devastato in quel momento di calore umano.

Ragazzi, quindi, allenati a regolarsi in autonomia e del tutto estranei invece al confronto. Avevano capito quali erano i limiti da rispettare per evitare discussioni con i genitori e quindi non le hanno mai avute.

Diventati adulti, l’amore assoluto di mamma e papà ha lasciato il posto all’amore relativo del partner. Mi ama se il mio comportamento è amabile. O a quello funzionale del datore di lavore. Mi ama (leggi stima, ma il discorso non cambia) se il mio contributo allo sviluppo aziendale è amabile.

Nel mondo dei grandi però, è difficilissimo riconoscere i limiti da rispettare per evitare i conflitti. Così si litiga, si discute, ci si confronta. Chi non si è allenato da giovane, finirà per farsi piccolo piccolo in queste situazione. Lascerà la ragione agli altri e non difenderà il suo punto di vista.

È così che nasce una mente arrendevole.

Mente dominante

“Tu sei speciale”. Alcuni genitori si limitano a dirlo, altri lo dimostrano assecondando il bambino e poi il ragazzo nelle sue inclinazioni, attitudini e desideri.

Questa modalità pedagogica è tipica delle famiglie più ricche, nelle quali dire di sì alle richieste dei figli non solo è più facile, spesso è anche divertente. Così, il ragazzo con la passione per la musica avrà una sala prove in casa, inviterà i suoi amici e sentirà che i genitori lo appoggiano in questa passione. La bambina con la passione per il disegno verrà portata in visita nei musei di tutto il mondo, l’entusiasmo dei genitori trasformerà un gioco in una competenza. I figli con la passione per i numeri saranno elogiati dagli amici di mamma e papà con la passione per la finanza.

Ogni volta che i genitori sostengono i figli rinforzano la loro autostima. I bambini così sostenuti diventeranno adulti senza paura di esprimere le loro opinioni.

È così che nasce una mente dominante.

Mente arrendevole e mente dominante

Esistono tre possibili incroci tra queste due mentalità. Mente arrendevole con mente arrendevole, mente arrendevole con mente dominante e mente dominante con mente dominante.

Mente arrendevole – mente arrendevole

La comunicazione tra due menti arrendevoli assomiglia a una gara di nascondino.

“Tu cosa preferisci fare?”. “A me va bene tutto, scegli tu.” E alla fine non si fa niente.

In questa interazione è frequente la rabbia paradossale generata dalla frustrazione di non riuscire mai a portare a termine un processo decisione insieme. Nei casi più gravi si instaura un tipo di comunicazione passivo aggressiva.

Mente arrendevole – mente dominante

La mente dominante pensa per entrambi. È il caso descritto da Freud nell’aforisma in principio a questo articolo.

Ovviamente anche così non è tutto risolto. La mente arrendevole subisce, subisce e subisce ancora, poi, a furia di subire o si rompe o esplode. L’ira delle persone apparentemente buone desta sempre grande stupore, ma è l’inevitabile conseguenza dell’energia non sfogata.

Mente dominante – mente dominante

Scintille. Nessuno dei due cede di un millimetro e si inepircano in discussioni senza fine di cui l’aspetto più interessante è, di solito, il lieve narcisismo che fa da benzina alla dibattito.

Etrambi amano ascoltarsi parlare e non smetterebbero mai. Ciò è disfunzionale perché quando si parla con qualcuno, è meglio ascoltare anche cosa dice lui, non solo cosa dici tu.

La mente sfumata – conclusione

Per fortuna il mondo non è bianco o nero.

La mente arrendevole deve imparare il coraggio di sostenere le cose in cui crede, anche davanti alla mente dominante.

La mente dominante deve imparare ad ascoltare e riconoscere che non sempre il suo punto di vista è il migliore.

Una volta compreso quale delle due menti sei, dovresti allenarti ad agire come l’altra, anche se non ti va.

Perché, e capisco che ti sto dando una brutta notizia, nella vita non puoi fare solo quello che ti piace.

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Lo psicologo risponde