Definita da Mayer e Salovey e divulgata da Goleman negli anni ’90, l’Intelligenza Emotiva “coinvolge le abilità di percepire, valutare ed esprimere un’emozione; accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; capire l’emozione e la conoscenza emotiva; regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”. Regola l’equilibrio tra mente e cuore: razionalità e pensiero della neocorteccia, unicamente umana, uniti a emozioni e loro ricordi nell’amigdala del sistema limbico, che condividiamo con gli altri mammiferi, gestiscono l’atteggiamento con cui affrontiamo la quotidianità, limitando situazioni poco favorevoli all’organismo.
Secondo la sindrome generale di adattamento (GAS) definita da Selye negli anni 30, infatti, lo stress sembra derivare da un’inadeguata gestione delle emozioni che mantiene l’organismo in uno stato di allerta oltre il limite temporale ottimale, giungendo ad esaurimento di energie ed indebolimento del sistema immunitario. La soluzione sta, quindi, nell’adottare le strategie di coping maggiormente efficaci, focalizzandosi sul problema e le possibili soluzioni piuttosto che evitandolo o perdendosi in un vortice di emozioni negative come ansia e rimuginio. Diverse ricerche dimostrano come parallelamente a patologie mediche vi siano spesso blocchi emotivi: spesso sono proprio questi la causa dell’indebolimento del sistema immunitario e della propensione a determinate malattie. In ciascuno di noi, infatti, lo stress si manifesta in determinati apparati e zone: herpes, dolori articolari, emicrania, gastriti o problemi digestivi. Sarebbe, perciò, opportuno dare maggiore ascolto ai segnali del nostro corpo, specie quelli “di pancia”: l’intestino si è dimostrato essere un secondo cervello, in quanto contiene elevate quantità di cellule neurali direttamente connesse all’umore. “Le basi della medicina psicosomatica sono da rintracciarsi proprio nel rapporto tra sistema nervoso vegetativo centrale e controllo vegetativo dei diversi organi. Le emozioni possono quindi modificare il funzionamento degli organi e una malattia in un organo può modificare le nostre emozioni“, sostiene il prof. Cortelli dell’Istituto di Scienze Neurologiche di Bologna, in accordo col best seller “Il Secondo Cervello” del Dott. Michael D. Gershon, uno dei padri della neurogastroenterologia.
Per un’esistenza serena e con minori problemi cronici in ambito fisico e psicologico, l’Intelligenza Emotiva costituirebbe un’arma vincente: alti punteggi di IE corrispondono ad un funzionamento migliore in ambito professionale rispetto a punteggi più alti di QI, non solo per una miglior gestione della responsabilità: la consapevolezza delle sensazioni organiche e mentali è un’arte che può letteralmente salvare la vita, permettendo di regolare le azioni e monitorare l’armonia tra corpo e mente, che per troppi secoli sono state studiate in modo separato contro natura.
I benefici di intelligenza emotiva e consapevolezza delle proprie sensazioni andrebbero, dunque, enfatizzati e sostenuti attraverso tecniche di potenziamento già fin da piccoli, com’è abitudine nelle scuole di quegli Stati (prevalentemente nordici) la cui popolazione gode dei migliori livelli di salute e felicità; è bene tener presente che, trattandosi di abilità e non entità prettamente genetiche, possono essere apprese e perfezionate costantemente a tutte le età.