Imparare a riconoscere la felicità

Sarebbe bello scegliere un giorno dell’anno in cui non farsi condizionare dalle avversità. In cui chiuderle nel cassetto, così, almeno per quel giorno, non potranno trascinarci sul fondo della tristezza. Liberarsi da tutti i pensieri dolorosi, che raffreddano il nostro calore umano e ci rendono la brutta copia di noi stessi.

Sarebbe bello che quel singolo giorno dell’anno diventasse tutti i giorni dell’anno. Perché limitare le proprie possibilità di essere felici?

La nostra energia è una costante, gli stimoli ambientali sono in aumento

L’energia che abbiamo a disposizione per affrontare la vita è una quantità finita. Certo, varia in funzione del tipo di vita che facciamo. Una vita sana, con una dieta equilibrata e un’attività sportiva pianificata fortifica il nostro corpo e anche la nostra mente. Ci dà più energia per sostenere le pressanti richieste del mondo esterno.

Ma è inutile avere più energie se dopo le investiamo tutte per gestire cose di poco conto, cose che alla fine non ci portano niente in termini di benessere.

Le prigioni ti fanno guardare solo verso l’esterno

Siamo prigionieri dei social network, del lavoro, delle relazioni. Tutte cose che non hanno una valenza puramente negativa, ma che talvolta possono diventarlo.

Lo diventano quando focalizzano la nostra attenzione solo verso l’esterno di noi stessi.

I social network possono essere un momento di relax, per ricaricare le nostre energie interne, una specie di rilassamento coadiuvato dalla tecnologia. Oppure possono essere l’ossessione di partecipare a un simposio fittizio e cronico dove abbiamo solo la smania di apparire per ricevere feedback positivi da persone che non conosciamo.

Il lavoro può essere lo strumento per aumentare la nostra autostima e raggiungere il gratificante senso di autoefficacia, tanto importante per il nostro benessere. Oppure può essere una situazione alienate dove fatichiamo a rispondere alle richieste che ci vengono fatte.

Le relazioni possono essere un’occasione di crescita personale. Oppure il dovere di rispondere alle esigenze degli altri mettendo in secondo piano le proprie.

Dobbiamo imparare a scegliere le nostre battaglie

Proprio perché non abbiamo energie da dedicare a tutto, dobbiamo scegliere quali battaglie combattere.

Il demone da combattere si chiama “mente erratica”. Con questo termine si indica l’atteggiamento di chi è troppo focalizzato sul passato, che genera nostalgia, o sul futuro, che genera ansia.

Noi viviamo nel presente. Solo nel presente si trovano le occasioni di felicità.

Imparare a riconoscere la felicità

La felicità arriva all’improvviso, non va programmata. Chi rimanda le occasioni di felicità al week end o alle vacanze si proietta in un futuro ipotetico e perde di vista il presente.

La routine quotidiana è piena di occasioni di felicità per chi sa tenere il cuore aperto per coglierle.

La felicità si nasconde dentro esperienze normali. Non va programmata nei dettagli. Chi pianifica una cena o un’uscita tenta di pianificare un momento di felicità. Si tratta di un desiderio alquanto velleitario perché tenta di riassumere con la logica qualcosa si inaspettato. A volte basta abbracciare la persona che ami, in momento qualsiasi della tua giornata, per sentirti molto più felice di quanto non saresti in contesto altamente organizzato.

La felicità non è facile. A volte capita, ma capita quando fai qualcosa. L’atteggiamento passivo nella vita, raramente porta alla felicità. Anche nell’esempio dell’abbraccio, puoi aspettare che la persona che ami ti venga ad abbracciare oppure puoi andare verso di lui e stringerlo forte.

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