Dobbiamo imparare a ignorare con intelligenza

Anni affollati di idiomi di idioti
di guerrieri e di pazzi e anni di esercizi
anni affollati di arroganza e di stucchevole bontà
di tentativi disperati anni affollati
di qualsiasi forma di incapacità.

– Giorgio Gaber –

Giorgio Gaber in molte cose è stato un profeta del periodo storico in cui stiamo vivendo. Nel brano “Anni Affollati” descrive una società ingorda di informazioni, di contatti umani, di eventi e qualsiasi altra cosa. Una società in cui si è perso il gusto dell’ozio, considerato ormai improduttivo.

Provate a pensare al mondo prima che arrivasse lo smartphone

Oggi riempiamo ogni momento della nostra vita di qualcosa: una scrollata alla bacheca di facebook, due messaggi su Whatsapp, Instagram, Twitter, i siti di news, i siti di gossip, i siti di sport, i siti umoristici, i podcast, la musica, eccetera eccetera eccetera.

Quando ero piccolo i miei genitori limitavano le ore che potevo passare davanti alla tv, perché la tv come lo smartphone è una forma di intrattenimento passivo, cioè impone i suoi contenuti. Anche se dà l’illusione della scelta.

Oggi i miei genitori non mi controllano più e io perdo molte ore assorbito dallo schermo del telefono.

L’efficacia non è il multitasking

Il multitasking è un falso mito. Spesso è indispensabile equilibrarsi tra svariati impegni, ma quando questa necessità diventa routine significa che a monte sbagliamo qualcosa.

Prima di tutto dobbiamo imparare una cosa, il tempo diventa nostro alleato nel momento in cui smettiamo di combatterlo.

L’intelligenza significa saper utilizzare le nostre conoscenze per raggiungere i nostri obiettivi con la massima efficacia, cioè minimizzando gli sforzi e ottimizzando i risultati.

L’unica via è scegliere per cosa lottare, quali obiettivi perseguire.

Non si può fare tutto, qualcosa dobbiamo ignorarlo.

Eliminare tutto ciò che mi danneggia o non mi è utile.

È un po’ come svuotare gli armadi per fare spazio ai nuovi vestiti. Gli abiti vecchi, che ormai non indosso più, creano solo disordine. Certo, non è facile liberarsi di loro. Verso alcuni c’è un legame affettivo, rappresentano un ricordo. Allora devi chiederti se quel ricordo è così importante da poter occupare il posto che potresti donare a qualcosa di nuovo e inaspettato.

Gli abiti della metafora sono le nostre priorità. Noi non possiamo fare tutto, per questo dobbiamo scegliere su cosa investire il nostro tempo. Ma prima di scegliere su cosa investire dobbiamo decidere cosa ignorare.

Dobbiamo imparare a ignorare con intelligenza.

Ignorare con intelligenza significa farlo con metodo, non a caso. Dobbiamo stabilire quali sono parametri su ragionare per operare un confronto tra le cose e poi scegliere.

Non si tratta di ragionare come robot, uno dei parametri più importanti sono sempre le emozioni. Proprio loro ci guidano dove la nostra razionalità vacilla.

Nella vita tutto è una scelta.

Un uomo in catene sa benissimo quello che vuole: liberarsi dalle catene. Ma un uomo libero? Cosa vuole un uomo libero?

Il problema della libertà è che ci riempie di responsabilità perché ci costringe a scegliere tra più opzioni. E ogni scelta esclude altre vite possibili. Ogni scelta crea un percorso che noi abbiamo deciso e che noi dobbiamo sopportare nei fallimenti o godere nei successi.

Da piccoli erano i genitori a scegliere per noi, a guidare la nostra vita, a dirci di non passare troppe ore davanti alla tv.

Ma oggi che possiamo far tutto, stiamo facendo le scelte giuste?