6 comportamenti di abuso psicologico difficili da smascherare

L’abuso fisico è immediatamente riconoscibile perché lascia dei segni sul corpo. Non è detto che questi segni siano visibili a tutti, ma senz’altro lo saranno per la vittima. Il segno nero edematoso di una botta ricorda alla vittima l’attimo della violenza, porta sempre con sé il sintomo della violenza di un’altra persona nei suoi confronti.

La violenza fisica non è l’unica forma di abuso, esiste l’abuso psicologico più subdolo e difficile da smascherare.

L’abuso psicologico non presenta segnali evidenti, né per le altre persone né per la vittima. Sembra incredibile, ma molte persone non comprendono la violenza che subiscono. Perché la parola violenza significa molte cose, e quando si parla di violenza psicologica dobbiamo dimenticare le botte, l’attacco da parte del carnefice. La violenza psicologica si fa non facendo qualcosa, sminuendo l’importanza di un pensiero, compromettendo il benessere psicologico della vittima.

Come si fa la violenza psicologica.

La violenza psicologica si fa provocando continuamente la vittima, con le offese, denigrando, con il disprezzo e con l’umiliazione. Inculcando nella sua mente il germe dell’ossessione, privando la vittima della sua libertà o della sua intimità. Mentendo o mettendo l’accento sugli aspetti della realtà più svalutanti, con l’esclusione dal potere decisionale o con l’esclusione da un gruppo di persone per noi importante.

Chi sono le persone che fanno violenza psicologica.

Spesso l’abuso psicologico è perpetuato da una persona vicina noi, qualcuno a cui vogliamo bene o qualcuno che amiamo. Da lui non ci aspetteremmo mai un comportamento simile, per questo siamo impreparati a difenderci.

È una legge crudele, ma il modo più facile per fare violenza psicologica su una persona è avere la sua fiducia.

Allora può succedere che un evento banale diventi il pretesto per attaccare. Anziché affrontare e discutere di quel fatto specifico, il nostro carnefice generalizza e ci accusa. Il suo obiettivo è ferirci, non risolvere la questione.

La violenza psicologica è un modo per sfogare le frustrazioni, i conflitti interiori, alimentare l’ego schiacciando quello dell’altro. Molto spesso è l’insicurezza il movente che giustifica gli abusi psicologici. Le persone che non trovano soddisfazione in quello che fanno, o in quello che hanno devono nutrirsi della sofferenza altrui.

Al principio di tutto c’è l’incapacità di relazionarsi con gli altri.

6 comportamenti di abuso psicologico difficili da smascherare.

L’indifferenza.

La prima forma di abuso psicologico è il non fare niente, non dare niente. Quando una persona cara fugge il dialogo con il silenzio ci sentiamo smarriti. Qualcosa rimane sempre in sospeso e ci fa sentire in difetto. Cresce in noi l’ansia di essere inadeguati e di non meritare nemmeno di sapere il perché.

Il carnefice si mostra indifferente a quello che facciamo o diciamo per punirci. Di fronte al muro di gomma, possiamo solo parlare con noi stessi e costruire congetture su congetture del perché ci troviamo in quella situazione. Non facendo niente, il carnefice diventa protagonista di ogni nostro pensiero e di ogni nostra emozione.

La non comunicazione.

L’indifferenza non è il solo modo per rompere i meccanismi sani della comunicazione. Il carnefice può ricorrere al sarcasmo o al non sense. Entrambe le tecniche lo mettono al riparo dietro una cortina fumosa di ambiguità. Esprimere le proprie opinioni con sarcasmo apre al carnefice una via di fuga. Gli basta dire che stava scherzando. Però scherzando può pronunciare atrocità con la sicumera di restare impunito.

La vittima non può scegliere di affrontare con serietà o come scherza quanto gli viene detto, perché il messaggio è volutamente ambiguo. La via di fuga del carnefice è la prigione della vittima.

La proiezione delle proprie insicurezze.

A volte le persone che soffrono di un conflitto interiore, trasmettono questo conflitto alle persone vicine. Le nostre paure fanno più male se crediamo di essere gli unici a soffrirne. Per questo motivo c’è chi tenta di insinuare le sue paure nelle persone care, quelle con cui condivide la vita.

Afflitto da lungo tempo da una paura o un pensiero, il carnefice è abilissimo a razionalizzarlo. Per questo non gli sarà difficile convincere la vittima della ragionevolezza del suo timore.

Gaslighting.

Il Gaslighting è un particolare tipo di abuso psicologicoQuesto termine è utilizzato per definire un insidioso comportamento manipolatorio messo in atto dal carnefice mirato a far dubitare la vittima di se stessa, della sua capacità di giudizio e del suo grado di contatto con la realtà. Alla fine la vittima si sente confusa, sbagliata, in errore. Nei casi più gravi può arrivare persino a credersi pazza. (APPROFONDISCI IL GASLIGHTING)

Violenza docile o vittimismo.

Tra le forme di abuso psicologico più subdole c’è il ricatto della vittima con il proprio dolore. Il carnefice si presenta come più debole rispetto alla vittima, la vittima può disporre di lui come vuole. Vuoi andartene? Puoi farlo, ma sappi che io morirei di dolore.

La vittima rimane così invischiata nel senso di colpa. Tutto quello che fa si ripercuote sul carnefice, per questo non è libera, non può agire come vorrebbe bensì deve valutare come ogni suo gesto verrà interpretato dal carnefice. Il carnefice si finge vittima per imporre i suoi desideri.

La delega della responsabilità.

Il carnefice ogni volte che c’è da prendere una decisione si de-responsabilizza e delega alla vittima il compito di decidere. In questo modo si dimostra disponibile alle scelte dell’altro ma a posteriori le critica.

La vittima diventa scelta dopo scelta più insicura perché cresce in lei il senso di inadeguatezza. Si convince di non essere capace di soddisfare i bisogni del suo carnefice.

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