L’empatia porta alla scoperta dell’altro da me come alter-ego, alla comunicazione e interazione intersoggettiva nel mondo della vita, alla comprensione reciproca nonostante la cresciuta presenza di relazioni asimmetriche impersonali, di potere e di dominio anche tecnologico.
Sagi e Hoffmann hanno rilevato che i neonati di 12 settimane di vita piangono quando sentono piangere un altro bambino, il comportamento del neonato dimostrerebbe che modalità empatiche vengono usati dai bambini molto precocemente. Questa modalità di relazione empatica viene definita pianto reattivo.
Così già nei bambini l’abilità ad assumere la prospettiva di un’altra persona viene costruita sulla capacità e tendenza a decodificare le informazioni dall’espressione della mimica facciale, dai movimenti del corpo. La capacità di differenziare i segnali affettivi evidenzia che prima di un anno di età i bambini possono rispondere in modo diverso alle espressioni dei volti che rappresentano diversi stati emotivi.
I bambini, fin dalla più tenera età, sviluppano la capacità di distinguere le emozioni, le quali assumono per loro un significato importante, anche se ancora il loro livello di decisione rimane piuttosto basso. Fino all’età di 2 mesi, sono in grado di operare un’esplorazione facciale (Haith, Bergman, Moore, 1977), mentre dai 2 ai 5 mesi possono discriminare riconoscere le espressioni di felicità, rabbia, sorpresa basandosi sia sull’ espressione del volto sia su altre modalità espressive quale il tono della voce, la posizione, le gestualità (Bonino, Lo Coco, Tani).
Ad un anno di età i bambini possono già controllare ed utilizzare l’espressione degli adulti su cui confermare i loro comportamenti (Giusti-Locatelli) intorno ai 4-5 anni iniziano a decifrare emozioni di base sotto forma di espressioni facciali raffigurati in fotografie o immagini (Carlson, Fellmann, Masters, 1983), sono anche capaci di interpretare le emozioni di compagni della stessa età.
La capacità di empatia del bambino dunque cambia in rapporto alle sue esperienze e ai suoi progressi evolutivi. L’empatia nell’infanzia è differente dell’empatia dell’adolescenza e dell’età adulta ed è probabile che ci sia una relazione tra i livelli di empatia nelle diverse età, in quanto nella sua forma più evoluta l’empatia è il risultato di un processo di apprendimento di esperienze e di socializzazione ed interazione sociale.
Articolo di Emilio Davì
Fonte: http://www.igorvitale.org/2017/06/03/cosa-scatta-nel-cervello-quando-sei-in-empatia-con-qualcuno/