MISSILI COREANI, DITTATORI FOLLI, LIBERI PENSATORI ROMANTICI

A cura del Prof. Daniele La Barbera – Professore ordinario di Psichiatria, Direttore U.O.C. di Psichiatria Azienda Policlinico Palermo

Con una scelta di tempo che difficilmente poteva essere peggiore, Kim-Jong-un ha lanciato un missile balistico intercontinentale (che significa che la Corea del Nord con aggeggi simili potrebbe colpire gli Stati Uniti) nelle acque territoriali del Giappone, a una distanza di 170 km dalla costa. Niente in questo momento potrebbe apparire più inappropriato, niente, come questo provocatorio lancio di missili intercontinentali, ci potrebbe fare temere un tremendo contagio di furore bellico. La notizia lascia sbigottiti tutti coloro che, come me, solo il buon senso hanno a disposizione per giudicare eventi e situazioni e non sono particolarmente inclini a risalire alla concatenazione di fatti e controfatti al solo scopo di trovare motivazioni, scusanti o, addirittura, giustificazioni. Quel po’ di buon senso, insieme con una preoccupazione che fa temere per i destini dell’umanità e per la scarsa considerazione per il valore della vita umana da parte di chi ha in mano i destini della propria nazione ma anche del pianeta, fa invece riflettere sulle storture mentali di governanti e capi di stato, dittatori, tiranni, o anche soggetti democraticamente eletti, visto che non di rado le masse che li eleggono – come anche Freud ci ricorda – si identificano agevolmente con gli aspetti psichici più deteriori di un capo cinico e potente.

La stessa brama di potere assoluto e incondizionato tenderebbe a selezionare personalità al di fuori di un range di normale autoregolazione etica e potrebbe contribuire a facilitare scelte decisionali le cui conseguenze risulteranno rovinose e distruttive e richiederanno prezzi enormi nei termini di perdite di vite umane, catastrofi umanitarie, disastri e devastazioni. Ho la netta impressione che nel giudicare i fatti della storia tendiamo a trascurare o a non tenere nella giusta considerazione che i disturbi psichici e le personalità abnormi dei governanti comportano un costo micidiale quando si tratta di prendere decisioni che potranno avere conseguenze immani sulla vita della gente e causare loro sofferenza e dolore.

La storia antica, ma anche, purtroppo, quella recente e recentissima fino ai nostri giorni, è stracolma di questi esempi, ma a volte è come se gli aspetti psicopatici e criminogenetici, il narcisismo maligno, il sadismo e l’indifferenza morale ed emotiva, i tratti paranoidi e borderline, che magari siamo pronti a individuare e a stigmatizzare nel piccolo delinquente comune, se proiettati in uno scenario internazionale, se incarnati da un personaggio pubblico potente e ambizioso, finissero per mascherarsi, diventare irriconoscibili e a sfuggire alla nostra valutazione critica.

Il consenso popolare comunque acquisito, la celebrazione mediatica specialmente se falsata da una potente macchina propagandistica, le relazioni avviate con altri governanti, capi di stato e personaggi politici vari incapaci di cogliere la natura profonda di tali personaggi e collusivamente inclini ad osannarli (anche per una risonanza psicopatologica), la stessa tendenza a mentire e a contraffare la realtà da parte di questi individui, può contribuire a rendere meno percepibili i franchi aspetti psichici disfunzionali che risulteranno, in periodi critici nei quali scelte drammatiche possono essere avallate o rifiutate, forieri di conseguenze estremamente negative, che a volte necessitano della prospettiva storica per potere essere comprese appieno. Nonostante la biografia personale di questi soggetti spesso sia stracolma di indizi che depongono per incolmabili deficit della organizzazione personologica e morale e nonostante una miriade di azioni, scelte e decisioni stiano a indicare senza nessun dubbio o possibilità di errore una tendenza alla crudeltà, all’egocentrismo o all’onnipotenza. Aspetti che in ogni caso non escludono che dietro questi personaggi psichicamente disarmonici esistano sistemi di potere, economici, finanziari e militari ben strutturati e consolidati con le relative dinamiche perverse condivise, ma che una persona mentalmente ed emotivamente sana e moralmente integra potrebbe gestire con maggiore indipendenza e lungimiranza e con una prospettiva orientata al bene comune, piuttosto che all’interesse di ristretti gruppi di potere politico-finanziario.

Auspico che una maggiore sensibilità e comprensione psicologica possa aiutarci a discriminare meglio le persone che gestiranno enormi quantità di potere e alle quali affidiamo le sorti del nostro e degli altri paesi. Se è vero che esse inevitabilmente rappresentano il livello medio della coscienza collettiva, a volte ci sembra di non meritare dei capi di governo così totalmente privi di una visione prospettica che inglobi nei loro limitati interessi di potere e di controllo il bene comune e che affidano ancora – anacronisticamente – al potere delle armi di distruzione la risoluzione delle controversie internazionali. Riconoscere la follia che alberga nei dittatori criminali appare oggi un passaggio indispensabile per bonificare la società umana da ogni conflitto sanguinoso, combattere la contaminazione delle coscienze che deriva dai loro modelli esistenziali, riconoscere la corruzione di quanti li appoggiano in maniera servile e collusiva e avviarsi a un ordine mondiale fondato sull’eguaglianza, la pace e il benessere.

E se queste considerazioni possono apparire romantiche o infantili, non possiamo escludere che propria dalla purezza, semplicità e immediatezza di una mente infantile e dalla profondità e bellezza della vita di sentimento potremmo trovare nuova linfa e spinta vitale per superare la crisi profonda che questi primi ventidue anni del nuovo millennio ci stanno consegnando.

Prof. Daniele La Barbera