Si chiama August Blues ed è la malinconia di fine estate. È una sensazione passeggera e innocua. In alcuni casi, però, fa gravi danni
Settembre è un po’ la domenica sera dell’anno. Leopardi che non è passato certo alla storia per la sua joie de vivre, raccontava ne La sera del dì di festa la malinconia che accompagna il passare del tempo.
Pur senza passare alla storia per dei virtuosi del pessimismo, anche noi nel nostro piccolo soffriamo per l’accorciarsi delle giornate, per la ripresa del tran tran lavorativo, per il progressivo limitare delle nostre libertà: inevitabile conseguenza del passaggio dalle ferie al lavoro o la scuola.
È proprio la scuola che ci abitua a questa sensazione. Settembre, la fine del sole e del mare, coincide con il ritorno sui banchi. Dopo oltre dieci anni di questa routine annuale, l’associazione tra l’ozio estivo e le regole autunnali è stabilita. Per questo, anche se il lavoro non ti libera più per tre i mesi estivi, da qualche parte nel tuo cervello, fuori dalla consapevolezza, l’estate accende emozioni più festanti dell’autunno. Anche se forse le spendi in ufficio.
Il passaggio da un sentimento all’altro, cioè il ritorno all’autunno, non è gratis.
Ascolta il cuore, ma usa la testa
Se soffri di August Blues la malinconia che provi ora è assolutamente autentica. Nei casi più gravi potresti scoppiare in lacrime senza motivo. I pensieri sono attirati come il ferro dalle calamite verso le cose meno riuscite della tua vita. Ti senti fiacco e malaticcio. La tua attenzione è completamente rivolta ai tuoi bisogni e ti sembra di aver chiuso per sempre i tuoi desideri dentro un cassetto.
Se ti riconosci in questa descrizione (io per dire mi ci riconosco), ti garantisco che in questo momento non sei una persona che vale la pena di frequentare. Sei demotivato, noioso e pesante.
Forse hai già affrontato questo tuo handicap stagionale con chi ti circonda, lo sanno e hanno deciso di tollerarlo. Forse invece no. Perché magari non ti eri accorto dei tuoi sentimenti. Pensavi che il problemi fosse fuori da te e invece è dentro di te. Ascoltavi il cuore senza usare la testa.
Cercare un motivo per la nostra tristezza certe volte è sbagliato
Sei triste perché in questo periodo dell’anno è così. È stato così in passato e lo sarà pure in futuro, non puoi farci niente.
L’errore più grave che puoi fare è quello di cercare fuori da te delle cause per la tua tristezza. Nessuno è colpevole per la tua malinconia di fine estate, però, se cerchi qualcuno contro cui puntare il dito di sicuro lo troverai. Comincerai a discutere con lui pensando che in questo modo il malessere che provi sparirà. In verità sei tu quello intrattabile, sei tu che dovresti renderti più piacevole. Gli altri non c’entrano niente con il tuo malessere.
Chi viene incolpato senza colpa di solito non la prende bene.
Le coppie che non superano questa dinamica forse prima o poi sarebbero scoppiate lo stesso. Sul lavoro è un po’ più complicato, fare il malinconico proprio nel periodo in cui si rimette in modo la macchina non è il massimo per il proprio curriculum. Gli amici tendono a tollerare, ti conoscono e magari si limitano a evitarti per un po’.
Quello che cerco di dirti è che passerà presto, ma finché non è passato evita di prendere decisioni importanti. Evita di attribuire a situazioni o persone la colpa della tua malinconia. Evita di dare giudizi.
La malinconia ti ha ubricato e decidere di sterzare la tua vita in questo periodo è la scelta peggiore che potresti fare.