Fino a oggi la psicologia tendeva a classificare le emozioni in sei o sette emozioni di base:
1. rabbia, generata dalla frustrazione che si può manifestare attraverso l’aggressività;
2. paura, emozione dominata dall’istinto che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una situazione pericolosa;
3. tristezza, si origina a seguito di una perdita o da uno scopo non raggiunto;
4. gioia, stato d’animo positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri;
5. sorpresa, si origina da un evento inaspettato, seguito da paura o gioia;
6. disprezzo, sentimento e atteggiamento di totale mancanza di stima e disdegnato rifiuto verso persone o cose, considerate prive di dignità morale o intellettuale;
7. disgusto, risposta repulsiva caratterizzata da un’espressione facciale specifica.
Uno studio pubblicato questa estate su Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS) sostiene invece che le emozioni di base siano classificabili in 27 categorie. Queste sono le categorie individuate da Alan S. Cowen e Dacher Keltner dell’Università di Berkeley:
- ammirazione,
- adorazione,
- apprezzamento estetico,
- divertimento,
- ansia,
- soggezione,
- imbarazzo,
- noia,
- calma,
- confusione,
- desiderio,
- disgusto,
- dolore empatico,
- estasi,
- invidia,
- eccitazione,
- paura,
- orrore,
- interessamento,
- gioia,
- nostalgia,
- amore,
- tristezza,
- soddisfazione,
- desiderio sessuale,
- simpatia,
- trionfo
Cowen e Keltner hanno analizzato le risposte emotive di 853 volontari a una serie di video (della durata di 5-10 secondi) strutturati per elicitare specifiche risposte emotive. Si tratta di video standardizzati di cui è stato studiato l’effetto emozionale sugli esseri umani. Una tecnica molto simile a quella utilizzata nel cinema, quando attraverso la sintesi di immagini e musica il regista riesce a farci piangere o spaventare.
I video contenevano immagini di bambini, serpenti, ragni, matrimoni, atti sessuali, catastrofi naturali e strette di mano imbarazzanti. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi: il primo gruppo ha potuto esprimere liberamente le sue reazioni, il secondo gruppo ha dovuto scegliere una o più sensazioni da una serie di 34 possibilità, come empatia e rabbia. Mentre il terzo gruppo ha dovuto indicare in una scala di intensità quanto ogni video suscitasse emozioni opposte, come per esempio sicurezza-insicurezza.
Da questo studio emerge che le emozioni non sono distinte e definite come si credeva in passato. La risposta emotiva è più complessa e deriva dall’integrazione di più emozioni alla volta. Ci sono emozioni che lavorano in continuità tra loro, al crescere di una l’altra cala posizionando così le nostre sensazioni emotiva lungo un gradiente continuo fatto di impercettibili variazioni che rendono conto della complessità dei nostri vissuti.
L’uomo si rivela più complesso di quanto si poteva misurare fino a oggi. Lo sapevamo ma è sempre bello quando la scienza lo certifica.