Hai mai considerato quale sia lo scopo dei tuoi sogni e quanto influenzino le tue giornate?
Uno studio condotto da Stumbrys e Daniels, ricercatori inglesi della Liverpool John Moores University, ha indagato la reazione tra i sogni e il problem solving esaminando uno specifico tipo di sogno: il sogno lucido.
Il sogno lucido è una particolare esperienza, definita anche onironautica, che secondo la Berge (1980) può essere imparata. Si tratta di un’esperienza durante la quale si prende coscienza del fatto di stare sognando ed è anche possibile modificare il proprio sogno. Ci sono persone per cui il sogno lucido è normale, altre che l’hanno sperimentato qualche volta nella vita e quelli che non l’hanno mai vissuto.
I ricercatori hanno lavorato con 9 persone capaci di fare sogni lucidi, maschi e femmine di età compresa tra i 18 e i 41 anni. A loro è stato affiancato un gruppo di controllo appaiato per le caratteristiche socio demografiche. Il gruppo di controllo era composto da persone che non facevano sogni lucidi, ma ricordavano molto bene il contenuto dei sogni.
A tutti i partecipanti è stato dato un compito notturno, tramite mail alle 21. L’istruzione era di leggere più volte le istruzioni del compito prima di andare a letto, fino a cercare di memorizzarle. Tuttavia senza provare a risolvere il compito.
I compiti erano di due tipi: logici e creativi. Il compito di logica consisteva nel fornire un’informazione fattuale in risposta a una domande, quello creativo nell’inventare delle metafore.
I ricercatori chiesero ai sognatori lucidi, onironauti, di utilizzare la loro abilità di controllo del sogno per risolvere il compito. Vennero date agli onironauti delle istruzioni precise da seguire per controllare il proprio sogno, cercare all’interno del sogno una guida che gli aiutasse a rispondere. Una volta trovata la soluzione al compito dovevano decidere di svegliarsi, altra abilità degli onitornauti, e trascrivere la soluzione.
Agli altri partecipanti fu comandato di trascrivere il sogno più vivido della nottata e utilizzare la prima risposta che veniva loro in mente per rispondere al compito. Anche gli onironauti dovevano seguire questa procedura quando non trovavano una guida nel sogno che gli aiutasse a trovare la soluzione.
Furono esaminati 160 sogni, sia lucidi che non.
Non furono trovate differenze tra i sognatori lucidi e gli altri nella soluzione dei problemi di logica.
Nel compito creativo, la creazione di metafore, i sognatori lucidi avevano più successo degli altri.
Questo studio del 1980 è sicuramente un po’ datato e poco istruttivo. Leggendolo non ho potuto fare a meno di dubitare, laddove non capivo esattamente la procedura, circa la bontà dell’esperimento. Tuttavia lo reputo uno spunto affascinante per riflettere sui sogni, le differenze tra i sognatori e il significato del loro contenuto, andando oltre il simbolismo freudiano.
Chissà, magari è possibile utilizzare i sogni consapevolmente per agire nella nostra quotidianità.