11 meccanismi di difesa primitivi

I meccanismi di difesa sono funzioni dell’Io destinate a proteggere il soggetto dalle richieste istintuali dell’Es o da un’esperienza pulsionale troppo intensa percepita come pericolo. L’Io in qualità di osservatore, rileva contemporaneamente due istanze psichiche in azione: da una parte l’Es e la sua pulsione non genuina ma modificata da misure difensive adottate dall’Io, dall’altra il Super-Io.

Le misure che utilizza l’Io vengono definite meccanismi di difesa e si formano nel corso dell’infanzia quando si presenta una minaccia proveniente dal mondo interno o più raramente dalla realtà esterna.

Il soggetto utilizza queste strategie in chiave adattiva, anche in situazioni normali, cercando di evitare l’ansia che potrebbe derivare dall’emergere di impulsi sessuali e aggressivi indesiderati. In questo senso le modalità difensive influenzano in modo determinante il carattere e il comportamento di ciascun individuo.

I meccanismi di difesa rappresentano delle operazioni di protezione messe in gioco dall’Io per garantire la propria sicurezza e per proteggersi da conflitti insostenibili. Questi meccanismi operano a un livello automatico o inconscio.

Possiamo distinguere tra meccanismi di difesa primitivi e meccanismi di difesa evoluti. Secondo Anna Freud i meccanismi di difesa primitivi sono quelli che compaiono nei primi stadi di sviluppo; i meccanismi di difesa evoluti compaiono più avanti, quando l’Io si è maggiormente sviluppato.

 

Meccanismi di difesa primitivi.

#1 Diniego.

Si elimina una rappresentazione disturbante negando la realtà stessa della percezione legata a questa rappresentazione. Al posto di qualcosa di vissuto resta il vuoto. Tale meccanismo è molto importante durante l’infanzia ed entro un certo grado può rappresentare una reazione normale e transitoria di fronte a eventi catastrofici, stress, traumi, perdita di una persona amata.

Esempio: pur avendo assistito in prima persona alla morte di un amico, non ricordo nulla di quel momento.

#2 Idealizzazione.

Porta a costruirsi un’immagine del sé e dell’oggetto non realistiche e onnipotenti. L’oggetto ideale ha la funzione di garantire la propria sicurezza narcisistica e di proteggere la propria persona contro il mondo esterno, sentito come pericoloso. Un’eccessiva idealizzazione può trasformarsi in improvvise svalutazioni.

Esempio: mi innamoro di una persona che inevitabilmente presenta sia pregi sia difetti, perché è umana. Ma a me sembra perfetta in tutte le sue manifestazioni.

#3 Identificazione proiettiva.

Processo inconscio attraverso il quale aspetti propri, avvertiti come cattivi, vengono disconosciuti e attribuiti a qualcun altro. Va a costituirsi così un oggetto parziale “cattivo” esterno in contrapposizione all’oggetto parziale “buono” interno che si costituisce attraverso l’idealizzazione. Nell’identificazione proiettivi il soggetto si libera di ciò che non gli piace di se stesso senza perderlo: attribuendolo a un altro oggetto. In questo modo ne può controllare meglio gli aspetti non desiderati.

Esempio: non riesco a mettere ordine nella mia vita, accuso una persona che mi sta accanto di non riuscire a mettere ordine nella sua vita e tento di aiutarla spesso in modo aggressivo.

#4 Introiezione.

Si tratta di un meccanismo essenziale nello sviluppo infantile che consente ai bambini di introiettare figure esterne come i genitori e di poter ricorrere alle loro qualità anche in assenza di essi. Può essere un processo distruttivo quando implica quel processo noto come “identificazione con l’aggressore”.

Esempio: mia madre è una persona molto calma, assorbirò la calma che è in lei facendola diventare una mia qualità.

#5 Negazione.

Spesso usata come sinonimo di diniego, in verità si differenzia perché in questo caso il rimosso può raggiungere la soglia della consapevolezza, ma il soggetto se ne difende rifiutando di ammettere che si tratti di una pulsione che lo colpisce personalmente o negando la sua origine.

Esempio: io e il mio ragazzo di siamo lasciati, ma questo non cambierà l’amore che proviamo l’un l’altro e resteremo uniti per sempre.

#6 Negazione in fantasia.

L’Io si trova principalmente esposto a tre tipi di angoscia: istintuale, del reale e morale. Il metodo usato per evitare il dolore e l’angoscia del reale è molto semplice: l’Io del bambino si rifiuta di riconoscere una parte della realtà, quella che per lui è spiacevole, scappa da essa, la nega e la sostituisce con fatti immaginari totalmente opposti.

Esempio: papà e mamma non si sono lasciati, stanno solo giocando a nascondino. Presto mamma ritroverà papà.

#7 Negazione mediante parole o atti.

La negazione della realtà viene a rafforzarsi quando con le fantasie, le parole o le azioni, il soggetto capovolge i fatti reali. Questa finzione necessità di grande dispendio di energie per essere mantenuta e dipende dalla misura in cui viene accettata dall’ambiente che circonda il soggetto.

Esempio: io e il mio ragazzo ci siamo lasciati. Quando lo incontro lo abbraccio e provo a baciarlo sulle labbra come se nulla fosse successo; se lo vedo con un’altra faccio una scenata di gelosia come se fossimo ancora insieme.

#8 Proiezione.

Meccanismo di difesa mediante il quale impulsi o sentimenti propri vissuti come inaccettabili sono attribuiti al mondo esterno. Come risultato di questo processo difensivo, i propri sentimenti e desideri sono percepiti come appartenenti a un’altra persona oppure il proprio vissuto mentale può essere confuso con la realtà comune e condivisibile da tutti.

Esempio: non sono io che sono pigro, è la società che non si prodiga per me.

#9 Rivolgimento contro di sé.

Questo processo difensivo non impedisce alle pulsioni di giungere alla coscienza, ma sposta l’oggetto della pulsione dall’esterno all’interno, da un’altra persona a sé.

Esempio: vorrei fare del male a qualcuno, allora faccio del male a me stesso.

#10 Scissione.

Processo inconscio che separa attivamente gli uni dagli altri i sentimenti contraddittori, le rappresentazioni di sé e degli oggetti costituite sotto l’impulso della libido dalle immagini del sé e dell’oggetto costituite sotto l’influsso dell’aggressività.

Esempio: una ragazza può considerare incredibilmente speciale un ragazzo ma totalmente imbecilli tutti i suoi amici, seppur siano cresciuti con lui e appartengano allo stesso contesto.

#11 Somatizzazione.

Tendenza a reagire agli stimoli con manifestazioni fisiche piuttosto che psicologiche. Comporta il trasferimento di sentimenti dolorosi a parti del corpo.

Esempio: sono in ansia prima di partire per un viaggio, vengo colpito da dolori di stomaco.

 

Bibliografia

Lis, Mazzeschi, Zennaro (2002), La psicoanalisi – Carocci

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