Nella concezione olistica della Gestalt viene rivalutato il valore della corporeità sia come funzione di supporto fisiologico al sé sia come linguaggio comunicativo. Si pone molta attenzione a tutte le manifestazioni corporee-sensoriali soggettive poiché il corpo è l’informatore più sincero di noi stessi: il corpo è “noi stessi” e rappresenta l’espressione del nostro “sé incarnato”. Più precisamente il sé ha a sua disposizione quelle che vengono definite funzioni di contatto, cioè, azioni e capacità specializzate. Il sé non è altro se non il sistema di funzioni di contatto.
- Nel Sé somatico o corporeo possiamo individuare un: Se’ sensorio, Se’ motorio, Se’ provato dal dolore, Se’ sessuale.
- Il Sé sensorio è molto coinvolto nell’espressione dei sentimenti. Ogni sentimento, infatti, ha un correlato somatico come tensione al diaframma, costrizione della gola ecc.
- Il Sé motorio è implicato nello scambio con l’esterno. L’esperienza sensoria del sentimento diventa movimento verso l’esterno. A volte movimenti giudicati inopportuni, possono diventare percepiti come pericolosi per il proprio senso di se’ e quindi vengono rinnegati e non più utilizzabili come funzioni di contatto.
- Il Sé provato dal dolore, ossia da un dolore insopportabile, da una malattia, come nei casi di abuso fisico, può risultare compromesso soprattutto nell’aspetto somatico. Il corpo, fonte di un dolore insanabile, non è più tollerato dal se’ e pertanto, nella terapia, occorre facilitare il soggetto a correre il rischio di tornare nel proprio corpo e di riscoprirlo.
- Il Sé sessuale che può essere anch’esso integrato nel nostro sé corporeo o rinnegato. In quest’ultimo caso il contatto con le proprie zone erogene, ma anche soltanto con il corpo in genere, risulterà difficoltoso. Nei casi di abuso sessuale o di incesto il corpo viene separato dal nostro sé, come se il corpo non appartenesse più alla persona, poiché esso viene percepito come oggetto di intrusioni non volute da parte di altri. In relazione alle esperienze avute dal soggetto il ripudio del proprio corpo può variare da un leggero distanziamento della propria identità da specifiche sensazioni corporee, legate a traumi subiti, alla depersonalizzazione fino all’incorporeità psicotica. Nell’ottica di una integrazione del corpo, con le sue sensazioni ed il suo linguaggio, ed il se’ noi possiamo tentare di rimpolpare le nostre parole e le nostre immagini con le sensazioni, il movimento e la concretezza delle nostre esperienze corporee.
Diventa estremamente importante, pertanto, evidenziare la natura corporea delle nostre polarità e delle nostre modalità di contatto, non solo per allargare la nostra immagine di noi stessi ma soprattutto per contattare la nostra esistenza vera ed attiva.
Il Sé corporeo è quindi il principale mediatore delle relazioni tra il mondo interno e quello esterno. Le emozioni, i pensieri e le sensazioni vengono espressi attraverso i movimenti, le posture, i gesti. Nel contatto con l’altro o l’esterno l’individuo sperimenta una nuova integrità quando trova una sintesi creativa più funzionale tra sistema sensorio (percezione dei bisogni) e sistema motorio (percezione delle possibilità mature di risposta al bisogno). Le nostre funzioni sensoriali e motorie sono potenzialmente le funzioni attraverso cui si fa contatto. La persona consolida nel tempo una struttura corporea (un proprio Sé corporeo) di adattamento creativo all’ambiente, risultante dalla propria esperienza di vita. Per questi motivi, il corpo, il movimento, la postura vengono utilizzati in molte tecniche gestaltiche finalizzate anche agli altri livelli d’esperienza del soggetto.
L’attivazione delle risorse del paziente è una conseguenza di un’azione di stimolo del terapeuta. Questi comunica vitalità al sistema in difficoltà del paziente ed è un indicatore della bontà del loro contatto. Attraverso di esso il paziente misurerà le sue capacità di stare in una situazione stimolante e sarà portato a sperimentare lo stesso atteggiamento nella sua quotidianità. Sia un atteggiamento affettuoso e di sostegno ma anche una condizione di frustrazione, che Perls definiva ‘frustrazione creativa’, diventano fonte di stimolazione. L’umorismo, ad esempio, è un altro elemento di grande attivazione che entra nell’episodio di contatto. Oltre ad essere una valvola di sfogo immediato, la battuta di spirito veicola velocemente una sensazione di condivisione della situazione e di alleanza che aiuta le persone ad avvicinarsi emotivamente le une alle altre.
Un nuovo senso di sé prescinde dai ruoli di fissità che a volte le persone recitano e si sentono cuciti addosso. L’immagine distorta di sé, a volte, viene costruita sulle informazione provenienti dall’esterno a cui noi diamo credito. Durante gli episodi di contatto in terapia allora possiamo scoprirci diversi da quello che credevamo e sperimentare parti di noi più autentiche e rispondenti ai nostri veri bisogni.
La ricorrenza dei temi problematici si presenta quando le persone affrontano con un atteggiamento rigido, fisso nel tempo, i disagi che gli si presentano sempre uguali nel tempo. Nell’esperienza dell’episodio di contatto l’individuo può allargare i propri confini dell’io tanto da includere ciò che precedentemente non era possibile per lui assimilare.
Riuscire a fronteggiare un problema assume un significato di speranza e di possibilità per risolvere progressivamente gli altri nodi problematici della propria vita.