La separazione dei genitori, oggi, è un fatto estremamente comune. In confronto ad una volta, si desidera e si pretende avere affianco un/una partner con tutta una serie di caratteristiche in linea con se stessi: rispetto, condivisione, comprensione, sostegno, ascolto, stima ecc. In passato, queste caratteristiche non erano necessariamente richieste perché c’era meno sensibilità su questi temi, per cui si stava insieme “per la vita”, senza aver tante esigenze emotivo-relazionali.
Ora, però, c’è una facilità e velocità eccessiva nello sciogliere il legame che ha tenuto insieme la coppia, tanto di più se da quella coppia non sono nati dei figli.
Quando ci sono i figli invece, spesso le cose cambiano. Per molti, i figli sono il motivo che fa ritardare una separazione, considerando che a volte è davvero meglio separarsi con i bimbi piccoli piuttosto che farli crescere in un ambiente di coppia e familiare saturo di rancori e malesseri.
ALCUNI INDICAZIONI GIÀ LE AVETE…
Non è raro che nel mio studio, mamme e papà in fase di separazione, si preoccupino dei loro figli, di come affrontare la separazione con loro, se parlarne o non parlarne ed eventualmente, in che termini parlarne.
Nell’articolo SOS: MAMMA E PAPÀ SI SEPARANO propongo uno specchietto con le LINEE GUIDA da tenere ben presenti sia per il QUANDO DIRLO AI BAMBINI, rispetto alle condizioni attuali della separazione e al timing, sia per il COME DIRLO AI BAMBINI, chi lo deve dire, quali sono i contenuti importanti da comunicare al bambino.
In questo articolo voglio darvi degli strumenti in più legati al tipo di letture da poter fare con loro.
Spesso si pensa che ad un bambino di 2-3-4 anni non si debbano dare molte spiegazioni, “Tanto, cosa vuoi che capisca, per fortuna è piccolo”, frase che ho sentito dire troppe volte. Ebbene, è proprio il contrario: più sono piccoli, più i bambini percepiscono, sentono, captano la tensione e le emozioni che si muovono nella coppia mamma-papà e, proprio per questo, è necessario affrontare il discorso “separazione” non solo come spiego nell’articolo SOS: MAMMA E PAPÀ SI SEPARANO ma anche con l’ausilio di libretti che, sfogliati e raccontati insieme al vostro bambino, possano trasmettergli messaggi importanti attraverso il linguaggio ‘inconscio” che la fiaba consente.
Nei libretti, infatti, i bambini trovano storie che danno parole, chiamano per nome ciò che loro stessi vivono e sperimentano nel caos della loro vita, esorcizzando le loro angosce e paure, rassicurandoli, ad esempio sul fatto che la mamma e il papà gli vogliono bene anche se si sono separati, o che la mamma e il papà, quando non sono con quel genitore perché non è il “suo giorno”, non sono in depressione, ma che stanno bene e che li aspettano felici. Non sono storie che negano la situazione difficile, dove tutto è “rose e fiori”, ma che mostrano come, proprio da una situazione di difficoltà, possono affiorare risvolti positivi.
Ho chiesto a Marica, un’amica che a Marghera (VE) ha aperto Il Nastrino Blu, una meravigliosa libreria rivolta al target 0-12 anni, quali libri potermi consigliare relativi alla separazione dei genitori, li ho acquistati, valutati e ora li ripropongo a voi già selezionati e accuratamente sfogliati e goduti!
Questo ultimo aspetto, quello del godimento, è fondamentale in qualsiasi gioco o libro prendiate ai vostri bambini: vi devono piacere! Dovete avere il piacere di giocare con i vostri figli, di leggere quel libretto con loro, vi dovete entusiasmare VOI prima di loro!
DUE PICCOLI TROLLEY
Edito da Carthusia nel 2017, questo è un libro adatto ai bambini dai 5 anni in su, l’età della Scuola dell’Infanzia e la fase iniziale della Primaria.
È un libro di grandi dimensioni (io amo i libri grandi!), ovvero 29×29 cm, con grandi immagini e a bordo di ogni pagina c’è il trafiletto con la storia.
Due piccoli Trolley è una storia raccontata dalla voce del trolley di Andrea, un bambino che ha la mamma e il papà separati, così come sono separati anche i genitori di Giulia.
È sabato. Andrea mette tutte le sue cose dentro le zaino e, oltre ai libri, dovendo stare dal papà due giorni, ci sono anche il pigiama, una felpa, degli scarponcini, le medicine e i quaderni per fare i compiti del lunedì. Giulia, invece, non deve preoccuparsi di nulla perché la sua mamma è “ben organizzata” (ricordatevi di rendere facile la vita ai vostri figli, munendovi dei giusti – e non esagerati – elementi doppi da tenere in una e nell’altra casa!).
Uscendo da scuola, Andrea e Giulia con i loro trolley attraversano la strada e una macchina si scontra con il trolley di Giulia che sfortunatamente si rompe. Giulia è molto scossa e la signora che era alla guida, estremamente dispiaciuta, si propone di pagare un nuovo trolley ma Giulia rivuole il suo. Così, Giulia, la sua mamma, Andrea e la signora che era alla guida, si recano da un mercante per aggiustare il trolley. Dallo zaino di Giulia escono due foto: una, dove c’è il suo cane, la prende lei stessa e l’altra, invece, la prende il mercante…. “Ne hai ancora bisogno?” chiede a Giulia, e le propone di poterla tenere lì, appesa ad una nuvola di altre foto che riempie tutta la parete. Era una foto di Giulia, felice con il papà e la mamma.
Alla fine del libro ci sono due pagine dedicate ad un’auto-riflessione: Quando tutte le cose escono allo zaino, come ci si sente? Chi ti può capire? Disegna cosa metteresti sullo zaino e cosa, invece, lasceresti a casa e altre due domande molto interessanti che però non voglio svelarvi.
Questo libro, più “da grandi” rispetto agli altri qui elencati, nella sua semplicità tratta temi importanti verbalizzando non solo la fatica di questo via-vai tra una casa e l’altra, ma anche il bisogno di riparare ciò che si è danneggiato.
Il concetto di riparazione è davvero importante nella nostra vita: quando le cose vanno male, non è possibile risolverle magicamente. Un nuovo compagno per la mamma o una nuova compagna per il papà, non andranno mai a sostituire e rimpiazzare ciò che la mamma e il papà sono per il bambino. Così come i regali e un surplus di oggetti non andranno mai a compensare un dolore che in realtà è silenzioso e persistente.
Ciò che è importante fare è riparare ciò che c’è facendolo funzionare al meglio.
Anche il passaggio riguardo la foto di famiglia che il mercante chiede di tenersi è simbolico. Pensare di ricreare idilliacamente quella realtà familiare non è possibile; ora occorre prendere le misure con una nuova realtà e adoperarsi per vivere al meglio in questo nuovo assetto. Quell’immagine con la mamma e il papà insieme non viene buttata via, ma viene tenuta in un posto prezioso, in questa nuvola di foto: è un ricordo che rimarrà sempre dentro Giulia e che le darà la solidità e fiducia per muoversi nel mondo, di nuovo con il sorriso.
Scritto da Elisabetta Maùti, ed edito dalla Erickson nel 2007, questo libretto, adatto ai bambini dai 2 ai 4/5 anni, contiene dieci storie relative a vissuti e situazioni varie, come la separazione dalla mamma (quando per esempio il bambino comincia ad andare all’asilo o quando deve essere lasciato dai nonni o con la baby-sitter perché la mamma lavora), la nascita di un fratellino, la paura del buio, l’inizio dell’asilo, o quando bisogna prendere le medicine o mangiare dei cibi che ci servono perché ci fanno bene.
Fra queste, c’è anche la storia del bruco e della lumaca, due animaletti molto diversi l’uno dall’altra ma che, nonostante questo, si innamorano, si sposano e danno alla luce dei bruchini e delle lumachine. Un giorno accade che il papà si ritira in un ramo cominciando a costruirsi un bozzolo tutto attorno al suo corpo.
IL BISOGNO DI CAMBIARE
I piccolini, rendendosi conto della distanza che il papà ha preso, vengono rassicurati dalla mamma, finché il papà, dopo poco tempo, torna trasformato: è diventato una splendida farfalla! I piccolini volano via con il papà, sorretti dalle sue ali, e la sera la mamma lumaca prepara una cenetta dove mangiano tutti insieme.
“Avete visto perché papà è andato sul ramo.” – dice la mamma ai piccolini – “Doveva cambiare e trasformarsi. ma come vedete è tornato a prendervi e a giocare con voi. E così sarà sempre da ora in avanti. il papà abiterà in una casa diversa perché è cambiato e ha bisogno di spazio per muoversi e volare, ma voi potete chiamarlo e vederlo e lui volerà a prendervi e a giocare con voi!“
Quanta verità in questa fiaba! Come hai potuto constatare anche tu leggendo questo stralcio dal libro, il messaggio di quanto sta avvenendo in famiglia deve essere trasmesso al bambino, ovviamente con i giusti modi e termini, e non si può assolutamente pensare che il bambino non senta la tensione che circola in casa perché, per quanto possa essere ben gestita nei minimi particolari. stiamo sempre parlando della separazione di mamma e papà.
Anche questo libro, come quello precedente, raccoglie storie adatte alle difficoltà che il bambino può vivere: mamme e papà che devono crescere i figli da soli, le resistenze verso i nuovi partner dei genitori, le paure verso il nuovo genitore e l’arrivo di nuovi fratellini, le fatiche e la bellezza del vivere in una “famiglia allargata”, e molto altro.
Come si intuisce subito, i temi sono molto “moderni” e in effetti “Sotto il temporale” di Manuela Mareso, prende in considerazioni realtà più che mai attuali e con le quali dovremmo abituarci a fare i conti anche perché frequentemente, la convivenza con il/la partner del genitore e la conoscenza dei nuovi “fratelli”, sono situazioni conseguenti temporalmente alla prima fase di separazione.
Riguardo la separazione vera e propria, in questo libro ci sono tre storie che trattano tale tematica: quella dei genitori che non riescono a separarsi, una storia relativa alle fatiche della separazione (e alla necessità di dividersi per poter vivere e stare bene) e quella riferita ai genitori che si separano.
Quest’ultima storia si intitola “La credenza” e riguarda una famiglia composta da mamma caraffa, papà bricco e due bicchierini di cristallo che, a causa di una guerra che distrusse la maggior parte delle stoviglie nella credenza di una vecchia e nobile signora, vennero da lei divisi per ricomporre meglio i servizi.
IL RIASSETTO DOPO LA “GUERRA”
All’inizio, i due bicchierini erano spaesati: a volte uscivano dalla credenza con il papà bricco, altre con la mamma caraffa; a volte dormivano nel ripiano con l’uno, altre volte nel ripiano con l’altro, quando invece, una volta, si muovevano sempre tutti e quattro insieme. In un momento di sconforto, quando i due fratellini non erano stati riposti né con la mamma né con il papà (la difficile organizzazione dei genitori in fase di separazione!) i due fratellini scoppiarono a piangere e una zuccheriera (metafora di una dolce e comprensiva rassicurazione), raccontò loro della guerra, di cosa era successo e del perché era stato necessario dividersi; oltre a questo, li invitò a guardare oltre la credenza e per la prima volta i due fratellini si accorsero di quante cose belle potevano osservare dalle diverse prospettive!
La vita con la mamma e il papà separati non è facile ma, se superata ed elaborata la fase iniziale di lutto, questa nuova vita può riservare piacevoli sorprese. Non è raro che i due genitori, ritrovandosi da soli, imparino davvero a fare i genitori, se casomai prima, in coppia, delegavano al/alla partner gli aspetti legati alla cura, all’educazione, al gioco con il figlio. Quali e quante sono le avventure che i bimbi possono sperimentare singolarmente con i genitori, se questi però stanno bene e riescono a focalizzarsi sui loro bambini e sul loro ruolo genitoriale, mettendo da parte le loro fatiche (OPS, non “mettendo da parte” ma affrontando le loro fatiche in contesti adeguati, come la psicoterapia, e non di certo condividendo con i figli – né se sono piccoli né se sono preadolescenti/adolescenti – le loro fatiche).
“Papà sulla Luna” è un libro di Adrien Albert, edito da Babalibri nel 2015.
Lo consiglio per i bambini dai 2 anni in poi.
Anche questo, come “Due piccoli trolley“, è un libro di grandi dimensioni e con grandissime immagini, ma rispetto a quel primo libro elencato qui, è meno impegnativo a livello di struttura, sia come narrazione sia come illustrazioni.
“Papà sulla Luna” racconta cosa sperimenta una bimba quando va a trovare il suo papà che abita sulla Luna. L’organizzazione, in un viaggio del genere, è importante… non è mica da tutti fare un viaggio muniti di razzo, astronave e navicella spaziale (come a ricordarci che quest’organizzazione fra due case e due vite, per il bambino, non è mai da dare per scontata ma va aiutato a prepararsi concretamente ed emotivamente). Andare sulla Luna vuol dire dover prendere le distanze dalla Terra… mamma e papà sono lontani tra di loro e il bambino deve sentirsi ben sicuro e protetto in questo viaggio. È un viaggio lungo, impegnativo, ma dove tutto scorre liscio e, una volta allunati, comincia la convivenza con il papà, fatta di azioni quotidiane: mangiare insieme, giocare, fare il bagnetto, guardare un film, ecc. Dopo una notte dal papà, la bimba riparte con le sue cose per tornare dalla mamma atterrando in modo dolce e morbido sulla Terra (la serenità nel ritornare dal genitore che è stato “da solo” per qualche giorno).
DUE MOMENTI IMPORTANTI
Ci sono due passaggi che mi hanno particolarmente colpita. Il primo è nel momento in cui, dalla sua postazione sulla Luna, la bimba chiede di poter osservare cosa sta facendo la mamma, usando il grande telescopio del papà; così punta verso la Terra, alla casetta dove abita la mamma, e la vede prendersi cura di un gattino trovatello. L’altro momento, è quando il papà, prima di separarsi da sua figlia, le lascia una pietra lunare da regalare alla mamma da parte sua.
Perché questi due momenti mi sono piaciuti molto, ritrovati in un libretto per bambini? Perché psicologicamente sono molto significativi.
Il primo rimanda alla frequente preoccupazione dei bambini nei riguardi dello stato umorale dei genitori quando sono lontani da loro: “Papà, la mamma, stanno bene adesso? Sono tristi? Cosa staranno facendo? Mi staranno pensando? Ci hanno sostituiti?” e così via. Lo spazio e il tempo della distanza fra genitore e bambino si riempiono di angosce, di paure e timori. In questo libro, la bambina si rassicura vedendo la mamma che sta bene e che si sta prendendo cura di un gattino; prendersi cura di un animaletto significa anche cominciare a prendersi cura di se stessi e delle proprie parti fragili che inevitabilmente con una separazione emergono. La quota di preoccupazione per il malessere dell’altro genitore, se è troppa, rischia di invadere la mente del bambino a tal punto da non permettergli lo spazio vitale e fondamentale per occuparsi di altro, dei suoi giochi, della spensieratezza, degli apprendimenti. Se la mamma e il papà sono in grado di occuparsi dei loro problemi, il bambino è libero di occuparsi della propria crescita. Per questo, genitori, se siete in difficoltà e se la separazione sta facendo emergere fatiche troppo grandi da sostenere, fatevi aiutare rivolgendovi ad uno psicologo!
Anche il momento in cui il papà lascia alla bimba un dono per la mamma è molto bello. Voi genitori, nel momento in cui avete dato alla luce dei bambini, vi siete legati in maniera indissolubile: potrete rompere il rapporto affettivo coniugale che vi ha tenuti insieme, ma rimarrete sempre e comunque mamma-e-papà. A fronte di questa considerazione, è importante che gli scambi tra i due genitori siano buoni e positivi, che si tratti dello scambio dei libri o del vestiario per il bambino, della comune definizione dei momenti da condividere insieme, che sia anche una pizza una volta ogni due settimane (la cena che la mamma lumaca, il papà farfalla e i piccolini fanno insieme nel libro “Una fiaba per ogni perché” ). Quel “dono” che il papà chiede alla figlia di dare alla mamma è la rappresentazione di un legame tra i suoi genitori, legame che il figlio ha il diritto di vivere a partire dal momento in cui è stato concepito.
CONSIDERAZIONI FINALI
Se sei una mamma, un papà, un’educatrice o una collega psicologa, o se sei una nonna attenta ai tuoi nipotini e vuoi avere altre idee su libri da poter comprare per il tuo piccolo, prova a dare un’occhiata al mio articolo LIBRI DA LEGGERE AI VOSTRI BAMBINI dove troverai 8 titoli fra quelli che io stessa tengo in studio e che ho selezionato per i bambini che ricevo in psicoterapia.
Come hai potuto constatare tu stesso/a, ho fatto un paio di volte il riferimento alla necessità in alcune situazioni, come la crisi della separazione, di rivolgersi ad uno psicologo, non necessariamente in coppia, come genitori, ma anche individualmente. Lo scopo del sostegno psicologico in questi casi è di aiutare il singolo genitore ad affrontare la separazione, ad elaborare il dolore che deriva dalla fine di un progetto di coppia, di famiglia, ma anche ad aiutarlo a trovare dentro di sé le risorse e gli strumenti necessari per andare avanti, ricordandosi che dal ruolo di mamma e di papà non si va mai in ferie.
Se cerchi uno psicologo, o se già ti stai facendo seguire da un professionista, verifica che sia regolarmente iscritto all’Albo Nazionale degli Psicologi per proteggerti dalle situazioni di abuso della professione. Puoi farlo cliccando il nome e cognome del professionista che ti sta seguendo, sul sito del CNOP – Consiglio Nazionale Ordine Psicologi.
© DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
www.ilariacadorin.com
Metti il tuo MI PIACE alla mia pagina Facebook Dr.ssa Ilaria Cadorin Training Autogeno
Segui il mio profilo INSTAGRAM ilariacadorinpsicologa