Ti sei mai chiesto perché ci sono alcune persone che nonostante apparentemente non sembrino avere una vita “serena” riescono ancora a guardare il mondo con gli occhi entusiasti di un bambino?
Ti sei mai chiesto anche perché ci sono, al contrario, alcune persone che nonostante “Non sembrino passarsela così male” guardano il mondo con pessimismo e negatività?
Certo che te lo sei chiesto, ce lo siamo chiesti tutti come si fa a guardare la realtà quotidiana che ci circonda con lo sguardo entusiasta di un bambino, con la voglia di scoprire ancora se c’è del buono nel mondo.
E la risposta che ci siamo dati più volte è: fa parte del carattere di ognuno, io non sono come quello lì, mi piacerebbe ma non riesco ad esserlo. Giusto?
Ci sta, il carattere di una persona è il frutto della sue esperienze, di come è riuscito a rielaborarle, è il bagaglio che si porta dietro e che racconta la sua storia. Eppure non è un qualcosa di connotato geneticamente. Ogni persona nasce con uno specifico temperamento che poi segnerà, in parte, il carattere che andrà sviluppando. Il carattere quindi gli fornirà le LENTI principali con le quali vedrà e interpreterà, rielaborerà tutte le esperienze che caratterizzeranno la sua storia personale.
Ma proprio perché risultato delle esperienze e di come queste vengono vissute e rielaborate, il carattere che abbiamo non è un qualcosa di definito una volta per tutte. È in continua evoluzione, segue il nostro personale sviluppo.
“Cambia il modo di vedere le cose e le cose cambieranno”
diceva Wayne Dyer e se ci pensiamo quest’affermazione ha un suo fondamento di verità. Proviamo a pensare a tutte quelle persone, vicine o lontane a noi, che in seguito ad un evento traumatico o ad una malattia cronica sopraggiunta hanno cambiato la loro prospettiva; ma ancora proviamo a pensare a noi stessi e a come guardavamo il mondo a 6 anni, poi a 12, a 18 e ancora a 25 così come quando abbiamo traslocato o ancora quando ci siamo fidanzati, siamo andati a convivere o siamo diventati genitori. Un’unica costante in tutte queste persone che ci sono venute ora in mente, un’unica costante, la stessa che ha scandito i nostri passaggi evolutivi: IL CAMBIO DI PROSPETTIVA.
In ognuna di queste circostante siamo stati più o meno costretti a cambiare il punto di vista dal quale guardavamo la realtà che ci circondava, abbiamo dovuto indossare lenti diverse e questo ci ha così consentito di adattarci meglio al nuovo ruolo, alla nuova condizione di vita.
Esattamente questo è quello che dovremmo voler fare quando iniziamo a percepire che il nostro punto di vista è troppo negativo e non ci aiuta ad andare avanti serenamente.
Ora non sto dicendo che non esiste una realtà oggettiva, se uno ti tira un pugno in faccia non c’è cambio di prospettiva che tenga e che ci aiuti a non sentire il dolore così causato. Eppure una possibilità c’è: il come reagiamo al dolore che proviamo è il cambio di prospettiva che possiamo fare.
Pensateci:
- Tira un pugno a B
- Sente dolore (realtà oggettiva)
B ha tre possibili reazioni:
- B piange e si dispera per il dolore, ritiene che la vita con lui sia ingiusta e si deprime per la sfortuna che ha.
- B ricambia il pugno con un altro pugno, ritiene che nella vita ci si debba sempre difendere e che non bisogna fidarsi più di tanto degli altri, prima o poi ti feriranno e tu dovrai sempre dimostrarti pronto!
- B sente il dolore che prova, cerca di ragionare sulle dinamiche che hanno portato a questa reazione e prova un chiarimento. Anche se sa che non è detto che lo ottenga passa oltre cercando di evitare il ripetersi di quella dinamica. Crede che l’importante sia vivere serenamente e cerca di coltivare relazioni e dinamiche sempre positive e costruttive.
Lo so questo esempio rende semplice dinamiche spesso più complesse e articolate, ma voleva essere un modo per riflettere su quanto certe volte basti veramente cercare di voler cambiare il punto di vista, le lenti quindi con le quali guardiamo la realtà per scoprire potenzialità, risorse e valori che sembravamo non avere a disposizione.
Ora, secondo me, non vi resta che provare:
- Pensate all’ambito della vostra vita che in questo momento sta andando esattamente (o quasi) come volevate. Dove riuscite a percepirvi soddisfatti. C’è sicuramente basta aver la voglia di guardare un po’ più in profondità.
- Ora soffermatevi su quella sensazione che provate lì mentre state vivendo esattamente come volevate. Quelle sono le lenti che in questo momento funzionano per voi.
- Ora non vi resta che provare ad usare quelle stesse lenti nella vostra quotidianità.
Provare per credere! In fondo un paio di lenti nuove non può far male!
Ps: potete sempre scegliere di farvi supportare nella scelta e nell’uso di queste nuove lenti. Ricordatevi che non siete da soli (se lo volete).
A presto,
Sarah