Chi sa fare, fa. Chi non sa fare, insegna. Chi non sa insegnare, amministra. Non ricordo dove ho letto questa frase, ma la ritengo adatta per introdurre una disamina contro i rompicoglioni.
Rompicoglioni è il termine gergale che ho scelto in questo articolo per definire chi si proietta su di te, desidera modificare il tuo stile di vita, di pensiero e vorrebbe correggere i tuoi difetti.
Senza che tu gli abbia chiesto nulla!
La seducente leggerezza di guardare gli altri
È facile dare la colpa agli altri per i propri errori. Però, è ancora più facile non accorgersi di aver sbagliato perché si è troppo impegnati a fissare gli altri.
Il voyerismo peculiare della nostra epoca è la migliore medicina contro l’introspezione. Ci sono talmente tante persone che hanno bisogno del nostro aiuto che riusciremo sempre a non trovare il tempo per aiutare noi stessi.
Non siamo né santi né eroi. Siamo un po’ stupidi e un po’ rompicoglioni.
Correggere quello che non va nelle persone sembrerebbe un intento nobile. Si regge invece su tre pilastri marcescenti. Primo, l’arroganza di avere soluzioni per tutto. Secondo, chi te la chiesto? Terzo, chi trasforma l’altruismo in un alibi per i suoi problemi attiva uno tra i meccanismi più disfunzionali che la psiche conosca.
Esempio: “Non ho fatto in tempo a preparare l’esame perché ho dovuto supportare Marco. Povero, è appena stato lasciato da Chiara ed è distrutto”.
L’illusione di aggiustare le cose con le chiacchiere
Il motivo per il quale i politici sembrano spesso inconcludenti è che lo sono. Il rapporto tra azioni e promesse è di solito molto inferiore a uno. Questo sbilanciamento si fa notare e ammazza la credibilità di un mestiere.
Sarebbe meglio parlare di meno e fare di più.
I politici sono un bersaglio facile, ma il problema di perdersi in chiacchiere è molto generalizzato anche tra chi non trae alcun beneficio economico dal suo ciarlare.
Attenzione! Non c’è proprio nulla di male nelle chiacchiere. Parlare è bellissimo. Al bar con gli amici, in macchina con la fidanzata, a casa con la nonna. Le parole regalano momenti fantastici, ma non cambiano le cose.
Solo agire aggiusta ciò che è rotto.
Tutti pensano a cambiare il mondo, nessuno a cambiare se stesso
Questa frase di Tolstoj fa paura per quanto è vera.
Oggi si dibatte molto di razzismo. Si cercano nuove parole per descrivere il mondo. Parole che non creino distanze. Parole che costruiscano ponti ed eliminino le differenze.
Mi sembra che questo rasenti la follia.
Come si fa a negare che gli esseri umani abbiano tinte di pelle diverse?
Secondo me, il problema non cambiare il linguaggio per annullare le differenze. È cambiare noi stessi per imparare che le differenze, non c’è alcun motivo di odiarle.