Terapia immaginativa ITP: lontane origini e sorprendenti sviluppi terapeutici
Se non v’è dubbio che le terapie immaginative abbiano origini molto remote, pensiamo all’oniroterapia che si eseguiva nei templi egizi o in quelli dell’antica Grecia dove si praticava il culto di Asklepios, dio della medicina; certamente l’arte terapeutica di sognare da svegli ha acquisito una rilevanza sempre maggiore, a partire dalla seconda metà del secolo scorso.
Ricordiamo per importanza il rève éveillé dirigé di Desoille e l’oniroterapia di Frétigny e Virel.
Sarà Leopoldo Rigo ad introdurli nella cultura psicologica italiana, elaborando, poi, sulla base di questi studi pionieristici, un metodo tutto suo per l’analisi del profondo attraverso l’”Imagerie mentale”, importante chiave di accesso alla sfera emozionale inconscia.
Tra le terapie immaginative la tecnica di analisi del profondo ITP, ideata da Leopoldo Rigo, occupa a tutt’oggi un posto di rilievo, sia per la validità terapeutica confermata negli anni, sia per i riscontri scientifici sulla sua efficacia.
Le neuroscienze e i contributi delle tecniche di neuroimaging (RM e SPECT) ne mettono in luce l’importanza, poiché tale tecnica attiva nel cervello nuove connessioni interemisferiche che favoriscono l’organizzazione cerebrale e la ristrutturazione della personalità con tempi molto più brevi, rispetto alle psicoterapie che si avvalgono esclusivamente del parlato.
La peculiarità dell’ITP consiste nell’essere una terapia immaginativa dialogata.
Le fantasie oniriche, infatti, hanno una maggiore valenza curativa se condivise attraverso il dialogo con il terapeuta e non solo attraverso una semplice visualizzazione guidata.
In esse, infatti, si manifestano cristallizzazioni di carenze o di conflitti inconsci interiorizzati nell’infanzia e proiettate nello scenario onirico.
Se nel sogno notturno questi fantasmi infantili, espressione di profondi conflitti interni inconsci, hanno la meglio sulle forze dell’io dormiente e lo mettono in scacco, nell’Imagerie mentale, grazie ad un io vigile e agli interventi riparativi del terapeuta, i fantasmi vengono sconfitti e le carenze precoci via, via colmate.
I fantasmi sono “avvenimenti sia somatici che psichici” che assumono la forma di immagini, sono una modalità molto primitiva di attività mentale, una modalità preverbale relativa a periodi in cui l’Io-bambino non poteva ancora esprimere a parole gli effetti degli accadimenti esterni ed interni.
Poiché le immagini mentali sono un’ ”auto-rappresentazione spazializzata della psiche” (Rigo,1982), lavorando su di esse, in parallelo avviene un cambiamento dell’organizzazione personale e del comportamento del paziente.
Anche eventi traumatici meno primitivi come malattie, lutti, separazioni potranno essere superati attraverso il dialogo terapeutico, il rilassamento e l’attività di simbolizzazione durante la fase di Imagerie, poiché viene riattivato il senso di resilienza e la naturale tendenza “all’autocura e all’autosviluppo”.
L’ITP è uno strumento efficace, un prodigioso metodo per entrare in relazione con il mondo interno del paziente, raggiungere velocemente i nuclei traumatici, attivare le sue risorse e restituirlo a una vita serena e soddisfacente.