Lo sviluppo della paura – Aiutare a sconfiggerla

Come avviene lo sviluppo della paura?
Quali sono le strategie educative da utilizzare per supportare i bambini?

E’ del tutto normale per i bambini (così come per gli adulti del resto) avere paura, la paura è definibile come un’emozione primaria che si attiva in situazioni di pericolo reale o immaginato attiva pensieri di pericolo immediato e predispone l’organismo ad una reazione che può essere di attacco o fuga; in questo senso la paura è utile alla sopravvivenza della specie umana, in quanto permette di mettere in atto dei comportamenti di difesa da una situazione percepita come pericolosa.

Quindi tendenzialmente sviluppiamo tutti in maniera istintiva paura nei confronti di situazioni minacciose, ad esempio un incendio, dal quale in questo caso reagiamo allontanandoci proprio per proteggerci, ma alcuni di noi potrebbero sviluppare delle paure anche per situazioni che ad altre persone potrebbero sembrare ingiustificate ad esempio paura degli insetti.

Reazioni fisiologiche connesse alla paura
Nel momento in cui una persona sta manifestando una determinata paura, avvengono a livello fisiologico delle reazioni inconsapevoli proporzionate alla sensazione di paura: aumento del battito cardiaco, della pressione sanguigna, si riversano gli zuccheri nel sangue, sensazione di caldo alla testa, pelle d’oca, intensa sudorazione, le pupille degli occhi si dilatano e questi sono sbarrati o serrati.
Anche gli organi interni come intestino e reni sono iperattivati per cui a volte possono provocare dissenteria o indigestione, aumentano le secrezioni della girandola ipofisi e della midollare surrene. Inconsciamente aumentano anche l’attenzione e la velocità di reazione. Tale reazione fisica ha la finalità di migliorare le prestazioni del soggetto nei confronti di un eventuale reazione di attacco o fuga.

La reazione dei bambini ad una situazione di paura può vedere il mettersi in atto di comportamenti diversi tra cui irrigidimento del corpo, scoppi di rabbia, evitanto della situazione di pericolo, o possono aggrapparsi alla figura di riferimento; le reazioni sono diverse a seconda del livello dello sviluppo, in particolare i bambini molto piccoli a livello celebrale non possiedono ancora le strutture necessarie per modulare l’intensità dell’emozione portandoli a reazioni emotive violente.

Lo sviluppo tipico

I bambini nascono già con delle paure innate, una prima paura precoce è quella della separazione dalla figura di riferimento che si concretizza verso i 6-8 mesi quando compare la paura dell’estraneo a seguito dello sviluppo della capacità di riconoscimento delle persone non familiari e del legame di attaccamento. Verso i 15-18 mesi, la paura degli estranei si manifesta in modo sempre più deciso come paura della separazione.
Compaiono in questo periodo la paura del buio, del temporale, dei rumori improvvisi, dei piccoli animali, dei mostri ecc. ai quali conseguono reazioni istintive di pianto e ricerca di vicinanza con il caregiver.
Successivamente, con l’avvento della scuola compaiono le paure legate al senso di inadeguatezza, quindi in bambino teme di non essere capace di affrontare i compiti richiesti o di confrontarsi con i propri compagni per paura di non essere all’altezza.
In questo periodo molte delle vecchie paure tra cui la paura del temporale o la paura degli estranei possono essere padroneggiate grazie alle maggiori competenze, ma proprio per questo motivo può individuare nuove minacce ad esempio paura dei ladri, del sangue, delle iniezioni.
A partire dagli 8 anni compare la pura della morte che può essere espressa anche per mezzo della paura delle malattie, dei pericoli fisici, di ferirsi e teme il concretizzarsi di tali paure, paure che diventano tali proprio perché il bambino non capisce come padroneggiare tali situazioni.
Con la preadolescente e l’adolescenza compare la paura di non essere accettati, la paura di cambiare e crescere e la paura di affrontare il mondo proprio per l’emergere di un chiaro senso di individualità che però deve ancora stabilizzarsi.
Esistono inoltre delle paure che possiamo definire “sociali” le quali vengono inconsapevolmente trasmesse dall’educazione o dalla società (ad esempio dai media), con impatto diverso a seconda dello sviluppo cognitivo del bambino. Queste possono emergere seguito delle continue ed insistenti raccomandazioni dei genitori, che così facendo danno da intendere al bambino che il mondo è un luogo pieno di pericoli e che loro sono inadatti per affrontarle sviluppando un senso di insicurezza.
E’ normale per i bambini avere paura, così come per tutti quanti, ma per un bambino una cosa che a noi appare ridicola per noi può esser per un bambino fonte di grande turbamento.

Le paure per la maggior parte delle volte tendono a scomparire da sole grazie alle conquiste cognitive, allo sviluppo della consapevolezza di sé e alla vicinanza calorosa di una figura.

Cosa fare quando un bambino manifesta paura

Il ruolo dell’adulto nell’aiutare il bambino a comprendere ed elaborare la propria paura è fondamentale in quanto a causa dello sviluppo cognitivo che ancora non si è concluso, il bambino non possiede gli strumenti adatti per affrontarle autonomamente.
Così le modalità con cui l’adulto interagisce risultano fondamentali per aiutarlo a fronteggiare la paura presente e quelle che possono potenzialmente manifestarsi in futuro, infatti la loro nocività non è direttamente proporzionale all’intensità della paura provata, ma all’intensità del vissuto di solitudine con cui questa viene affrontata.
Prima cosa tra tutte è quella di far esmprimere il bambino, lasciarlo raccontare le emozioni che lo assalgono in quanto già il fatto stesso di parlarne riduce di per sé la tensione; spesso i bambini imparano a convivere con le proprie paure senza comunicarle a nessuno per vergogna, per non preoccupare le figure di riferimento, con il rischio che queste possano diventare vere e proprie fobie. Allora dobbiamo essere noi stessi ad accorgerci se il comportamento del bambino presenta dei cambiamenti. Accogliamo le emozioni facendo sentire la presenza protettiva dell’adulto che offre affetto, senza fornire soluzioni: sono i bambini stessi che devono sviluppare gli strumenti per fronteggiare le paure, non gli adulti che devono fornirli già pronti.
Nel momento in cui un bambino è in preda al terrore ad esempio per paura che sotto al letto ci sia un mostro spaventoso è totalmente inutile dimostrargli logicamente che in realtà sotto il letto non c’è nessuno, affrontare la paura per il bambino potrebbe diventare un vero e proprio trauma che gli potrebbe far ingigantire la paura trasformandola in fobia: in quel momento il bambino è troppo sconvolto per tranquillizzarsi in maniera tanto automatica.
Se invece è il bambino stesso a scegliere di affrontare la sua paura dargli l’opportunità di contare su di un adulto presente e rassicurante.

Ascoltare il bambino in maniera empatica, fare sentire lui il calore affettivo di cui ha bisogno in quel momento, rassicurarlo senza sminuire o ridicolizzare la paura provata (quindi lasciare il senso dell’umorismo da parte) senza dimenticarci che per un bambino qualsiasi paura è legittima.

Ricordiamoci inoltre che ogni bambino ha i suoi tempi, quindi non possiamo pretendere che una piccola paura scompaia subito, ma potrebbe impiegarci anche settimane quindi armiamoci di pazienza e dobbiamo essere presenti in questo suo percorso senza essere troppo invasivi.
Raccontare le favole prima della buonanotte aiuta ad affrontare il buio della notte e all’interno delle favole il bambino trova dei validi esempi di come i pericoli, le paure possono essere affrontati e comprende inoltre che questi coinvolgono tutti quanti sentendosi capito.
Potrebbe risultare utile chiedere al bambino come si comporterebbe se incontrasse quel mostro cattivo che tanto lo spaventa mettendo in risalto le due doti da guerriero, oppure raccontano una propria paura di quando eravamo piccoli, ad esempio si potrebbe raccontare al bambino una nostra passata paura per gli scarafaggi spendo che al bambino questi piccoli animali non recano alcun fastidio. In questo modo si aiuta il bambino a rafforzare la propria fiducia in se stessi ed autostima sentendosi sicuro di sé sapendo che l’adulto aveva paura di un piccolo insetto che a lui non provoca alcun disturbo.
E’ fondamentale rassicurare il bambino che la paura è un aspetto normale della vita che fa parte indistintamente di tutti.

Tuttavia bisogna continuare ad allertare il bambino circa i pericoli nel mondo, mettendolo a conoscenza delle cose brutte nelle quali potrebbe imbattersi, ma bisogna valorizzare la fiducia in sé stesso in modo tale da renderlo più sicuro nell’affrontare le paure.

A cura di Camilla Persico
Educatrice Professionale, Dott.ssa in Tecniche Psicologiche

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