Il suicidio del ceto medio

PREMESSA: FOTOGRAFIA DELL’ATTUALITA’.

Nell’era mediatica definita giustamente dal filosofo Diego Fusaro come del “politicamente corretto ed eticamente corrotto”, il silenzio–assenso o addirittura la complicità attiva e volontaria (in quanto retribuita) verso la versione dei fatti più gradita a chi detiene il potere (economico, politico ed infine mediatico) sono la norma. Le poche e preziose eccezioni controcorrente sono tutte al di fuori dei canali del “Mainstream”; al loro interno, chiunque osi manifestare opinioni realmente libere viene puntualmente attaccato e/o ridicolizzato dai fedelissimi del “Sistema”. (*) Ciò che sfugge alla censura, viene quindi sistematicamente sottoposto a gogna mediatica. L’arduo compito di colmare l’immenso GAP esistente tra le “verità ufficiali” e ciò che realmente accade attorno a noi non può dunque, né deve, essere delegato ad Istituzioni esterne; occorre il contributo di singoli cittadini di buona volontà, disposti ad un’analisi dei fenomeni che sia (pur nella sua inevitabile imperfezione soggettiva) almeno intellettualmente onesta. Con tutta l’onestà di cui sono capace, cercherò qui di offrire una lettura psicosociologia del declino del ceto medio e delle sue reali cause.

 

LA NARRAZIONE DOMINANTE.

Sintetizzo qui di seguito quelli che sono i punti chiave del racconto (a dir poco surreale) offertoci negli ultimi anni dai Media allineati (al pensiero unico “liberale”, ovvero liberticida usando una traduzione più coerente con gli intenti di chi lo promulga):

  1. la “crisi economica” è piovuta dal cielo, come un temporale imprevisto;
  2. il crollo dell’Economia italiana è colpa di un popolo che ha vissuto al di sopra delle sue possibilità;
  3. la nostra salvezza è l’Europa, e uscirne sarebbe deleterio.

COMMENTO AL PUNTO 1: la crisi economica è tutt’altro che un accidente dalla prolungata durata, essendo endemica in un sistema socioeconomico, quello capitalistico e “liberista” (ancora una volta, da tradurre con: liberticida), il quale di base va contro ogni logica di buon senso e addirittura contro Natura. Nello specifico, questo sistema è basato sullo sfruttamento incessante delle risorse planetarie terrestri che, seppure generosamente ricche, non sono illimitate né dotate di una facoltà di rigenerazione così rapida da potere essere prelevate a ciclo continuo. Ecco spiegate, in un sol colpo, tanto la sua follia quanto la sua insostenibilità ecologica. E come si lega tutto questo al declino delle economie? Come le ricchezze della Terra, anche il nostro spazio vitale abitativo è limitato … e ciò significa che, una volta riempito di oggetti, non c’è più posto per altro (ovvero non se ne comprano più, almeno finché quelli posseduti funzionano, a meno di essere accumulatori seriali); analogamente, anche il tempo a nostra disposizione è limitato (e più che mai nelle società capitalistico-tecnocratiche, dove si vive per lavorare anziché lavorare per vivere) e questo ci priva dell’occasione di usufruire pienamente di quei servizi cui desideriamo accedere. Quindi:

sistema capitalistico = meno spazio privato (e usura di quello collettivo naturalistico) e meno tempo = meno acquisti di beni e servizi = crisi del Capitalismo stesso!

Geniale, vero? E altrettanto illuminata è la “soluzione” che si è trovata a questo: la pratica industriale dell’obsolescenza programmata, ossia il produrre artefatti costruiti in modo tale da non durare più di tanto, per obbligare i clienti ad acquisti periodici dello stesso tipo di prodotto. Chiunque abbia realmente a cuore il futuro ecologico della Terra, capirebbe che l’attuale Garanzia biennale sui prodotti tecnologici è assolutamente inadeguata nel tutelare l’acquirente (e soprattutto il Pianeta); tale Garanzia andrebbe portata come minimo a 5 anni.

COMMENTO AL PUNTO 2: dipingere un popolo di attenti risparmiatori quale quello italico come irrefrenabili spendaccioni è stata una subdola mossa di politicanti ed economisti il cui scopo era attribuire al popolo italiano (ceto medio in primis) responsabilità non sue: responsabilità che hanno a che vedere col drastico calo della qualità della vita e del benessere finanziario di una intera Nazione. I veri responsabili di tale condizione sono da ricercarsi in quei soggetti istituzionali che:

  1. hanno accolto a braccia aperte una moneta dannosa per l’Italia (in quanto concepita come sostitutiva, e non integrativa, della Lira, sulla quale avevamo Sovranità Monetaria … contrariamente a quanto avviene per l’Euro);
  2. al momento della sua introduzione, non hanno implementato alcun controllo sulla conversione dei prezzi da Lire ad Euro. Infatti a dimezzarsi furono solo gli stipendi, mentre ogni bene e servizio venne convertito secondo un rapporto di 1.000 Lire = 1 Euro, ossia: ciò che prima costava 100.000 Lire venne riprezzato con una bella etichetta da 100 Euro. Se gli Italiani non avessero avuto un passato di grandi risparmiatori, questo scempio speculativo li avrebbe distrutti. Questa semplice constatazione ci conferma che, come popolo, siamo ben lungi dall’essere incontenibili consumisti che si indebitano.

COMMENTO AL PUNTO 3: gli apologeti del carrozzone neoliberista inneggiano ogni giorno: <<Più Europa! = maggiore benessere per tutti>>. Anche il signor Romano Prodi l’aveva detto, annunciando che con l’Euro avremmo guadagnato di più lavorando di meno (<<Con l’Euro lavoreremo un giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più>>). Eppure i fatti sono ben altri: la Grecia è stata distrutta dall’Euro, l’Italia annaspa e Francia e Germania cannibalizzano senza tanti complimenti i loro cosiddetti “partner” del Mediterraneo.

 

DORMITE … E NON FATE DOMANDE!

Cosa ci propone il “Mainstream”? Quali preziose informazioni e opinioni ci mette a disposizione? La velina ha lasciato il calciatore, che le aveva messo le corna; l’influencer ha fatto il nuovo record di follower, l’Europa ce lo chiede e quindi deve essere fatto; chi non vuole che continui lo sfruttamento imperialistico dell’Africa, tra i cui effetti collaterali abbiamo anche quello della creazione di disperati disposti ad emigrare e a lavorare per briciole, abbattendo così il costo del lavoro nelle nazioni dove approdano, è un razzista; e via dicendo. Il messaggio implicito che possiamo cogliere dietro simili “perle di saggezza” è sintetizzabile con la frase: <<Dormite … e non fate domande!>>. In breve: <<Tenete i cervelli sintonizzati sul nostro Canale (a reti unificate, o quasi) e obbedite alle nostre suggestioni ipnotiche>>.

 

COMBATTETEVI … NEL NOSTRO NOME!

Respira se vuoi vivere meglio. Ave Giada. Impara questa consapevolezza, se vuoi vivere meglio. Tre cose da sapere sul respiro

Cosa occorre per resistere al sonno (della Ragione e della Coscienza) mediaticamente indotto? Il migliore scudo da opporre ai deleteri virus mediatici che il “Sistema” (sempre “neoliberistico”) cerca di inocularci è il pensiero creativo, che favorisce l’evoluzione interiore e di pari passo la consapevolezza sociale. Il problema è che l’elaborazione di pensieri fecondi e liberi richiede:

  • uno stato di coscienza il più possibile rilassato (simil-meditativo);
  • una quantità di tempo sufficiente a soffermarsi con calma sulla contemplazione dell’oggetto del proprio riflettere. 

Consapevoli di questo, i neoliberisti, attraverso l’imposizione di una competizione lavorativa sempre più serrata (creata mediante l’abbattimento dei confini economici e commerciali tra le Nazioni), ci hanno messi in una condizione di stress costante. Quella competizione che ci viene (impropriamente) presentata come inevitabile, oltre a privarci del bene più prezioso (il tempo a nostra disposizione), crea conflitti … e le guerre tra “poveri” (uomini comuni) sono la migliore assicurazione, per le classi dominanti, contro una vera rivolta sociale mirata. <<DIVIDE ET IMPERA>>, insomma, è più che mai attuale.

 

 

LA RICADUTA SULL’INDIVIDUO: BENESSERE PSICHICO, QUESTO MIRAGGIO.

Cosa accade durante un attacco di panico

Se un tempo le principali cause di stress erano legate al contesto individualistico della propria vita privata (problematiche nelle relazioni intime e familiari) o della propria “cerchia” più estesa (sfide e richieste legate all’ambito lavorativo), oggi la maggioranza della gente è costretta a portare due ulteriori e pesanti macigni sulle spalle:

  • la drastica compressione del tempo libero di cui poter usufruire, che ci viene chiesto (imposto, nel caso dei lavoratori dipendenti) di immolare sull’altare della produttività per rendere “competitivo” il nostro apporto lavorativo;
  • la parallela (e assolutamente paradossale, considerata la drammatica entità dell’investimento energetico richiesto) riduzione dei compensi ottenuti per le prestazioni lavorative effettuate, crollati a picco, in rapporto al costo della vita, proprio con l’introduzione dell’Euro e con la mancata vigilanza in merito alla conversione dei prezzi di beni e servizi da Lire in Euro.

In una società in cui veniamo privati del diritto ad avere tempo per noi stessi e per i nostri cari, e al contempo recepiamo compensi sempre più simili ad elemosina, possiamo a pieno titolo affermare che 2 dei bisogni psicologici fondamentali umani vengono calpestati: il bisogno di sicurezza, dunque le nostre radici psichiche, e quello di libera espressione creativa, che paragonerei alle bianche ali del nostro desiderio. C’è dunque da meravigliarsi, per il crescente e massivo, epidemico, disagio psichico dei nostri tempi?

 

 

SIAMO SOLO VITTIME INNOCENTI?

ilaria cadorin

In un quadro a tinte fosche come questo, la facile tentazione cui però non dobbiamo cedere è quella di sentirci, e soprattutto comportarci come, vittime impotenti. Chiediamoci, piuttosto, in che modo stiamo contribuendo al mantenimento del pessimo trattamento (sociale e lavorativo) che riceviamo. A me sembra evidente che, se avessimo sufficiente discernimento, dovremmo fare muro comune contro quelle forze (antisociali) che ci opprimono, calpestando sempre più ogni nostro diritto nel nome dei loro tornaconti. Dunque dovremmo opporci a certe Banche, a certe Aziende (per lo più multinazionali), e prima ancora a quei funzionari pubblici che tradiscono il loro mandato per servire gruppi di potere privati anziché quei cittadini nell’interesse dei quali dovrebbero operare. E invece, quali battaglie stiamo combattendo noi? Le principali squadre in campo sono queste: gay & lesbo contro eterosessuali; donne contro uomini; “Sardine” contro presunti “Fascisti”. In tutti questi casi, la direttrice del conflitto è orizzontale: oppressi contro altri oppressi. L’oppressore, intanto, se la ride e se la gode. Nei prossimi articoli analizzerò le dispute che qui ho citato, con l’intento di evidenziare e possibilmente scardinare i principali meccanismi attraverso i quali il ceto media partecipa attivamente al proprio suicidio indotto.

 

 

NOTE:

(*): mi riferisco all’attuale “Sistema” neoliberistico, ovvero a quel Capitalismo senza frontiere (spietatamente oligarchico, e conseguentemente privo di Etica) che sta compromettendo la salute del nostro Pianeta e ha già azzerato la dignità umana di milioni di persone, trasformandole da potenziali Lavoratori con diritti a schiavi.

 

 

Dottor Andrea Passeri

Psicologo, Formatore professionista e Psicoterapeuta.

 

 

BIBLIOGRAFIA DI APPROFONDIMENTO:

  • Chi sono i padroni del mondo? (Noam Chomsky; Ponte alle Grazie Editore);
  • Euro Balle (Andrea Bizzocchi);
  • Euroschiavi: dalla truffa alla tragedia (Marco della Luna, Antonio Miclavez; Arianna Editrice).