Strategie psicologiche per dimagrire

Si sta avvicinando la bella stagione. Presto gli abiti si faranno più sottili e il corpo più scoperto. Molte persone entrano in crisi temendo di non “fare bella figura” o semplicemente desiderano mostrarsi in forma. La maggior parte di loro cercheranno di iniziare una dieta. Diverse persone però faticano a seguire un regime alimentare quindi abbandonano la dieta oppure la intervallano con abbuffate. In questi casi risulta difficile dimagrire e se ciò accade si corre il rischio di riprendere i chili persi alla prima occasione (ad esempio, in un momento di stress o di perdita di motivazione).

Per quale motivo? Perché il nostro rapporto con il cibo non riguarda solo il cibo ma anche aspetti psicologici (cognitivi, affettivi e sociali). Possiamo quindi utilizzare strategie che tengano conto anche di aspetti psicologici. Di seguito alcune di queste strategie, semplici e pratiche, da utilizzare nella vita quotidiana.

Strategie psicologiche per dimagrire

  1. Utilizzare piatti piccoli (come quelli delle feste di compleanno), perché una porzione di cibo in un piatto piccolo appare maggiore della stessa quantità in un piatto grande. Risulta possibile quindi mangiare meno cibo con l’impressione di mangiarne di più!
  2. Utilizzare piatti rossi, poiché studi mostrano che questo colore è istintivamente associato a stati psicologici lontani dalla fame (ad esempio, paura o eccitazione). Mangiare con piatti rossi porta inconsciamente ad una “perdita” di interesse nei confronti del cibo e quindi permette di ingerirne una minore quantità!
  3. Nascondere i cibi più golosi e calorici, riponendoli negli angoli, meno visibili e raggiungibili, così risulterà maggiormente difficile vederli… e mangiarli! Meglio ancora acquistare solo cibi sani aiutati ad esempio dall’andare a fare la spesa a stomaco pieno!
  4. Prestabilire dove e cosa si desidera mangiare. I buffet (spesso presenti nei bar e durante le cerimonie) rappresentano una tentazione a cui è difficile resistere. La soluzione consiste nell’osservare i cibi proposti nel buffet senza prendere niente. A questo punto risulta possibile comporre mentalmente un “pasto regolare”, costituito ad esempio da una piccola porzione di primo e di secondo con contorno. Prendere il cibo con le idee chiare, permetterà di non abbuffarsi!
  5. Mangiare lentamente, masticando bene e concentrandosi sul cibo che si sta mangiando valutandone il sapore. Prestare attenzione anche all’aspetto (ad esempio, commentando la presentazione del cibo), alla consistenza (ad esempio, croccante o morbida) e all’odore (ad esempio, intenso o delicato) del cibo. A causa della fretta e delle distrazioni, mangiare in questo modo non è facile ma si può imparare seguendo un corso di Mindful eating.
  6. Cercare di mangiare con persone magre o comunque attente all’alimentazione (non eccessivamente). Mangiare in compagnia di salutisti darà (anche inconsciamente) il buon esempio!

Oltre a seguire le strategie psicologiche sopra-esposte, per migliorare il rapporto con il cibo, spesso occorre affrontare i tanti aspetti psicologici (ad esempio rabbia, noia, senso di “vuoto” o bassa autostima) che portano a non seguire la dieta e ad abbuffarsi. Come fare? Semplicemente rivolgendosi ad uno psicologo esperto in rapporto tra cibo e psiche.