Ogni giorno ci viene chiesto: “come va?”, quante volte mentiamo? Stiamo davvero bene come potremmo e vorremmo stare?
Quando parlo con qualcuno che sta affrontando un periodo difficile, talvolta mi riferisce che vorrebbe andare dallo psicologo, ma che non ci va. Gli chiedo il motivo e le risposte non sono così banali, non riguardano la paura di raccontare le questioni personali, di mostrare i lati più fragili o di non riuscire a cambiare le cose.
Allo stesso tempo, alcuni pazienti che seguo mi hanno fornito i loro punti di vista sulla salute mentale contribuendo così a questo articolo.
Da decine d’anni ormai negli Stati Uniti recarsi dallo psicologo è come andare dal dentista: non c’è nulla di strano e nemmeno alcun timore nel dirlo. In Italia iniziamo piano piano ad essere altrettanto realisti, ma i pregiudizi sui professionisti della salute mentale possono creare paure ingiustificate e sono ancora un freno per la nostra società.
5 limiti:
#1 Sentirsi pazzi.
Non bisogna sentirsi pazzi per andare da un professionista della salute mentale: noi non sappiamo cosa significhi questo termine, ma soprattutto interveniamo anche in condizioni di benessere per incrementarlo. Un chiaro esempio dell’utilizzo della psicologia in ambito del benessere è la psicologia dello sport, nata ormai mezzo secolo fa: nel 1965.
#2 Sentirsi normali.
Non bisogna sentirsi normali: la normalità non esiste. Di solito chi si sente normale, se non addirittura “perfetto”, vive i propri sentimenti come una fragilità non riuscendo perciò ad ammetterli e condividerli, è abile nel far soffrire gli altri facendoli sentire inadeguati e anzichè comprendere che ciascuno di noi ha la propria indole, pensa che tutti dovremmo essere uguali a lui, quindi anche senza empatia.
#3 Temere una diagnosi.
E’ vero che la diagnosi è un’etichetta, ma ogni persona è unica e irripetibile, questo è il primo motivo per cui nessuno può essere ridotto a un’”etichetta”. Il secondo motivo è che la diagnosi è utile a un professionista della salute mentale solo per orientarsi verso un intervento mirato ed eliminarla.
#4 Farsi un’autodiagnosi su google.
A meno che non si voglia sviluppare un disturbo d’ansia da malattia (chiamato in passato “ipocondria”), è il caso di evitare di cercare sul web la risposta ad alcuni sintomi in internet dove è possibile trovare tutto e il contrario di tutto. Consultare un professionista è l’unico modo utile per affrontare il problema.
#5 Attribuire un costo a un percorso psicologico anziché un valore.
Un intervento psicologico non solo si ripaga da sé, ma è addirittura solitamente un guadagnano…perché? Gli esempi dei benefici possono essere moltissimi: l’aumento della produttività, il miglioramento della salute psicofisica, l’eliminazione di comportamenti dannosi, il buon funzionamento di una relazione ecc..
5 limiti possono sembrare pochi anche se non lo sono, tuttavia non hanno più motivo di esistere perché è vero che la vita è molto complessa, ma abbiamo il diritto di trascorrerla in condizioni di benessere: al meglio.
Dott.ssa Mariapia Ghedina