SOS: MAMMA E PAPÀ SI SEPARANO

I casi di separazione sono ormai da qualche anno all’ordine del giorno e non sono più motivo né di scandalo né tanto meno di stupore.

QUANTE SEPARAZIONI E DIVORZI IN ITALIA?

I dati più recenti riguardo l’analisi dei matrimoni e delle separazioni/divorzi in Italia, è stata condotta dall’ISTAT nel 2015 e i risultati di quell’indagine sono stati pubblicati verso la fine del 2016. Da quell’indagine risulta che nel 2008 le separazioni e i divorzi con figli minori ammontavano rispettivamente al 52,3% e al 37,4%; nel 2015 quei numeri sono aumentati passando al 53,6% per le separazioni con figli minori e al 40,5% per i divorzi, sempre con figli minori.

Nonostante la separazione non ci stupisca più, a questa ancora nessuno comunque vorrebbe mai arrivare.

La separazione per molte persone è vissuta come un fallimento, non solo di coppia ma anche personale e rispetto alla propria famiglia d’origine (“Ho deluso i miei genitori”).

Tutte le aspettative, le illusioni, le fantasie sul proprio futuro e sull’essere “famiglia”, con la separazione si spezzano e tutti i membri della famiglia si ritrovano a dover affrontare il lutto di quella fine e a doversi riorganizzare e ricostruire.

#1 STEP: “CI SEPARIAMO”

Il 1° step, quello più difficile, più critico e sicuramente il più lungo, è ovviamente quello che porta la coppia alla scelta di separarsi. Come psicologa consiglio sempre caldamente di non vivere con leggerezza e superficialità questa decisione ribadendo ai miei pazienti che l’obiettivo, mio e dei colleghi, non è fare in modo che le coppie rimangano unite e nemmeno che si separino.

Il nostro obiettivo è aiutare il singolo, e la coppia, a scegliere CONSAPEVOLMENTE per il proprio bene, al di là di come si concretizzi questa scelta. Stare insieme per l’altro, che siano i figli, il partner, la famiglia d’origine o il proprio contesto sociale, non serve a nulla, se non si sta bene dentro se stessi.

#2 STEP: “E AI BAMBINI, COME LO DICIAMO?”

separazione

“Ok. Ci separiamo”. Una volta che si è arrivati a questa decisione, arriva il momento per molti cruciale:

“Come lo diciamo ai bambini?”

La separazione dei genitori in linea di massima fa male. Escludendo le situazioni patologiche, di violenze o di abusi fisici e/o psicologici, anche in quelle realtà familiari in cui il clima è di grande tensione, il pensare alla rottura della famiglia non è quasi mai motivo di gioia. Questo perché ognuno di noi, si spera, nasce dall’amore di una coppia, dal desiderio e dal sogno di quella coppia di creare una nuova vita.

Un figlio è l’amore della coppia che non si è bastato del “2” ma che è esploso nel bisogno di generare e inondare di questo amore il frutto di quella stessa unione.

Anche a 40 anni farebbe male pensare che i propri genitori possano separarsi, figuriamoci se al posto di adulti, gli interlocutori di questa decisione sono bambini di 3-5-7-11 anni.

Proprio per tale motivo è fondamentale agire con la testa in questo momento, preparando i figli il meglio possibile.

Ecco quindi alcune linee guida, alcuni consigli su come muoversi in questa fase delicatissima.

LINEE GUIDA: QUANDO DIRLO AI BAMBINI?

PREMESSA: PREDISPORRE LE DUE ABITAZIONI

Prima di dirlo ai bambini è bene che sia già stata definita la nuova abitazione dove il papà o la mamma andranno a vivere. I pasticci in queste situazioni non sono rari: genitori che si “separano” rimanendo in casa oppure che si trasferiscono inventandosi mille scuse, di cui la più blasonata è “il lavoro“.

I bambini sono “piccoli”, non scemi, ricordiamocelo.

  1. DECISIONE SICURA

    La separazione si comunica quando se ne è convinti e non come verbalizzazione sadica rivolta al/alla partner, ad esempio durante un litigio (“Guarda che se continui così, vado di là e dico ai bambini che ci separiamo!”).

  2. TIMING

    La separazione va comunicata qualche giorno prima che avvenga concretamente il trasferimento di uno dei due genitori. Non ha senso dirlo molto tempo prima poiché questo creerebbe non solo ansie e preoccupazioni nei figli ma li metterebbe in una condizione di limbo incomprensibile, difficilissimo da gestire (“Va via o non va via? Forse mamma e papà hanno fatto pace? Si sono dimenticati di dirmelo?“).

  3. RISPETTO DEI TEMPI

    Un altro strafalcione che spesso si verifica è di non rispettare i tempi del bambino. Ci sono genitori che improvvisano il discorso la sera, prima che il figlio si addormenti, o la mattina in macchina prima di andare a scuola. NO. I bambini hanno bisogno di avere un tempo adeguato, per capire, per fare domande, o  anche “apparentemente” per non fare nulla, ma hanno il diritto di avere quel tempo per lasciar macerare la bomba che è scoppiata, più o meno inaspettatamente. Evitate la sera, se potete: la notte fa emergere le paure, le ansie, le preoccupazioni, i timori relativi a ciò che gli avete comunicato. Parlatene invece quando avete tutta la giornata di fronte, in modo da dargli la possibilità di sfogare un minimo di tensione e fate in modo di stare con il figlio quelle ore, di essere a sua disposizione. Non serve fargli domande, ma esserci. Alcuni bambini potranno far finta che non è successo nulla mostrandosi però eccessivamente “sopra le righe”, esuberanti: stanno cercando di allontanarsi da quell’angoscia e da quel dolore. Altri invece potranno piangere o chiudersi in se stessi. Sottolineo ancora una volta che la parola d’ordine in questo momento è ESSERCI.

LINEE GUIDA: COME DIRLO AI BAMBINI?

  1. CHI LO DICE?

    Fate in modo di essere insieme nella comunicazione della separazione ai vostri figli. Scegliete quindi un momento in cui affrontare questo discorso in cui essere presenti entrambi. So che nelle situazioni di profonda conflittualità tra i partner, ormai ex-partner, trovarsi alleati in un qualsiasi compito sembra difficile, se non impossibile. Però dovete riuscirci e potete farlo ricordando che al centro di questo compito non c’è l’ex moglie/marito, ma vostro figlio.

  2. COME DIRLO?

    CALMA E PACATEZZA devono essere il clima che fa da sfondo a questa comunicazione. State dicendo ai vostri figli che la mamma e il papà che li hanno tenuti fra le braccia e con i quali sono cresciuti e stati insieme fin dal primo momento della loro vita, non saranno più insieme… che batosta!! Se provate rabbia, rancore, disperazione, trovate uno spazio adeguato per svuotarvi di quelle emozioni prima di parlarne con i vostri bambini. Non possono essere loro la pattumiera del vostro vissuto. Siate con loro calmi nel comunicare la vostra decisione. I vostri figli devono percepire che questa è la scelta migliore e che possono fidarsi e affidarsi alla sicurezza e solidità che gli state comunicando, anche se con contenuti dolorosi da accettare.

  3. COSA DIRE?

    Non c’è una formula preconfezionata però ci sono degli elementi da tener in conto:

  • L’USO DEL NOI

    Non è “la mamma” o “Il papà” che ha deciso di separasi. Non ci sono un “cattivo” e “una vittima” in questo momento. Le cose tra voi, come coppia, ve le sbrigate con un avvocato, uno psicologo, un mediatore, o chi volete, in un’altra sede, NON di fronte ai vostri bambini e NON in quel momento. Il punto 1 della LINEA GUIDA: QUANDO DIRLO AI BAMBINI deve essere il vostro punto di partenza per essere arrivati fin qui, ovvero la consapevolezza di ENTRAMBI che questa è la decisione migliore. separazioneEd è così che la comunicherete ai nostro figli, utilizzando il “NOI”: NOI abbiamo deciso, io e la mamma, io e il papà. INSIEME.

  • LA COLPA NON È DEI BAMBINI

    La mamma e il papà stanno vivendo un momento difficile e non vogliamo litigare di fronte a voi. Non è colpa vostra. Sono cose da grandi, da adulti e il bene che vi vogliamo è tantissimo e non cambia. Noi rimarremo per voi sempre la vostra mamma e il vostro papà”. I bambini in questo momento, anche i più grandi (8-10-13 anni), sebbene razionalmente possono pensare di non essere loro la causa della vostra separazione, inconsciamente ed emotivamente vivono il sentimento di colpa, di essere causa o motivo di quella crisi. Ancor di più questo si amplifica se poi usate il figlio in giochi di potere con il partner per cui il figlio viene tirato da una parte e dall’altra diventando alla fine, davvero, anche lui motivo di scontro e conflitto.

  • PRESENTARE COSA ACCADRÀ DOPO QUALCHE GIORNO

    La mamma e il papà vivranno in due case diverse. La mamma [o chi per essa] rimarrà qui mentre il papà andrà a vivere in un’altra casa dove ci sono già i lettini per voi e tutte le cose per poter stare anche da lui x giorni, x volte a settimana/mese“. La seconda casa, quando parlate con i bambini, deve essere pronta, non deve essere ancora nel mondo delle idee. Deve essere chiaro che in 2-3 giorni andranno a vedere quella casa e il papà/la mamma si sposterà lì. Evitate di enfatizzare la bellezza di avere due case. È chiaramente un vostro tentativo di indorare la pillola quando a vostro figlio, delle due case, non frega niente: la sua mamma e il suo papà si separano. Punto, Questo è. Fa male e voi dovete accogliere quel male, non negarlo, sminuirlo, riderci sopra o spostarlo su apparenti benefici.

  • RIMANETE: NON SCAPPATE!

    Come già accennato, le reazioni che i vostri figli potranno avere sono davvero molto variabili. È importante che voi non abbiate la fretta di chiudere quel momento ma che cerchiate di rimanere lì per rispondere a eventuali domande dei vostri bambini o per sottolineare alcuni aspetti, come il fatto che il vostro amore per loro rimarrà per sempre uguale.

(Se ti interessa questo argomento leggi anche l’articolo “I FIGLI DURANTE LA SEPARAZIONE“)

 

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