SINDROME PREMESTRUALE e DISTURBO DISFORICO PREMESTRUALE, QUESTI SOTTOVALUTATI!

AUTRICE: Vanessa Nardelli

SUPERVISOR: Arianna Muscolino

Conosciuta sin dai tempi di Ippocrate, la Sindrome Premestruale (SPM) è una sindrome che può comparire nella vita di una donna sin dal menarca, condizionando tutte le fasi evolutive della vita, dalla gravidanza al post-partum, dalla vita sessuale alla menopausa, innescando una serie di cambiamenti importanti anche nella quotidianità. Si tratta di una sindrome caratterizzata da una complessa sintomatologia, a cadenza ciclica e ricorrente, di diversa intensità e di natura fisica, cognitiva, affettiva e comportamentale, che può colpire le donne in età fertile. I suoi sintomi tipici si verificano solitamente qualche giorno prima delle mestruazioni (fase luteale), per poi pian piano scomparire qualche giorno dopo il presentarsi del ciclo mestruale (fase follicolare).

Nonostante tale sindrome possa interessare buona parte delle donne, ad oggi non ne esiste ancora una definizione unica o criteri universalmente riconosciuti della stessa, anche se l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) ha cercato di definirli. La sua forma più aggravata invece è il Disturbo Disforico Premestruale (DDPM), il quale viene descritto e definito all’interno del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-III, 1987; DSM-5, 2013). A causa della sua complessa sintomatologia e data la mancanza di criteri specifici, risulta ad oggi difficile rilevare la SPM nella sua prevalenza, anche in funzione del fatto che esistono pochi strumenti validati nel panorama italiano per poterla studiare e valutare, e questo si ripercuote nella sua diagnosi, nella possibile terapia, creando confusione anche nella sua comorbilità con altri disturbi. Dalle informazioni che emergono in letteratura, è possibile affermare che la SPM, come il DDPM, sono caratterizzate da sintomi fisici-somatici (come gonfiore addominale, tensione del seno, aumento dell’appetito e del peso, acne, cefalea, dolori muscolati..), sintomi cognitivi (come confusione, difficoltà di memoria e concentrazione..) e sintomi affettivi e comportamentali (come irritabilità, sbalzi d’umore, ansia, pianto, insonnia, ritiro sociale, affaticamento..). Tali sintomi tendono a variare nel tempo per frequenza ed intensità e sono debilitanti. Risulta difficile rilevare la prevalenza della SPM e del DDPM, anche se in base al alcuni studi sembrerebbe che la percentuale di ragazze adolescenti con SPM si aggiri intorno al 12 e16% (Dei et al., 2018), mentre per il DDPM si parla dell’1,3 e 1,8% (DSM-5, 2013).

A complicare tali quadri emergono il possibile utilizzo di un contraccettivo, il quale può sollevare dai possibili sintomi, assieme alla presenza di dismenorrea, la quale presenta sintomatologia sovrapponibile a quella della SPM/DDPM.

Per quanto concerne gli aspetti eziologici, a causare tale SPM sono possibili diverse ipotesi: si tratta infatti di una sindrome che può chiamare in causa più fattori, come genetici, ormonali, neurotrasmettitoriali, psicologici ed ambientali, anche se sembrerebbe che teorie neurotrasmettitoriali ed ormonali siano le più frequenti e solide. È importante anche considerare l’aspetto della familiarità: una donna che soffre di SPM può avere una storia familiare caratterizzata da altri disturbi dell’umore (come Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbo Affettivo Stagionale) e/o può tramandare tale sindrome alla prole femminile.

SPM e possibili trattamenti

Sulla base di quanto emerge in letteratura e considerando la variabile intensità e frequenza della SPM, è possibile delineare alcune strategie di trattamento. Se si tratta di una sintomatologia lieve è importante modificare lo stile di vita (dieta corretta, buona igiene del sonno, esercizio aerobico), unendo degli integratori alimentari e dei fitoterapici. All’aumentare della gravità e dell’intensità dei sintomi si possono considerare la Psicoterapia Cognitiva Comportamentale, contraccettivi ormonali, inibitori delle prostaglandine, fino ad arrivare agli antidepressivi serotoninergici (SSRI, SNRI) per le forme più gravi come il DDPM, assieme ad altri farmaci alternativi, per giungere all’ultima ed estrema linea d’azione, l’ovariectomia chirurgica.

A complicare le caratteristiche del quadro della SPM/DDPM bisogna considerare la comorbilità e le possibili associazioni con altri disturbi, quali Disturbo Depressivo Maggiore, il Disturbo Depressivo Persistente (Distimia),il Disturbo Bipolare, Dismenorrea, Disturbo Affettivo Stagionale ed anche  Disturbi Alimentari.

Emerge quindi ancor di più la necessità di studiare e valutare la SPM/DDPM, per poter progettare il corretto iter diagnostico e terapeutico ed a tal fine sarebbe auspicabile collaborare in un equipe di professionisti come medico di base, psicologo, ginecologo, psichiatra. Questo consentirebbe alle donne affette dalla sindrome di ricevere completo aiuto e supporto per un disagio tanto complesso e delicato, che compromette molti aspetti della vita quotidiana e più fasi di vita. La SPM ed il DDPM infatti, chiamando in causa molteplici fattori come ormonali e
neurotrasmettitoriali, possono intaccare più sfere e momenti di vita, come la sfera sessuale della donna. Sembrerebbe che tale sindrome possa creare fastidi e disagi, calo della libido, sofferenza, mancata soddifazione sessuale, lubrificazione ed orgasmo; è inoltre stata rilevata un’associazione fra la SPM e malattie sessualmente trasmissibili come la clamidia (Doyle, 2015).

Climaterio e Depressione

Un’altra fase delicata della vita di una donna risulta essere il climaterio, che predice l’avvio verso la menopausa. Anche questa fase può essere caratterizzata dal comun demonimatore della depressione, assieme ad altri sintomi che si sovrappongono a quelli della SPM ed associando quest’ultima al climaterio, emerge un quadro sintomatologico più grave che è importante rilevare per tempo. Dunque da quanto evidenziato emerge la necessità di studiare e definire approfonditamente la SPM,distinguendola dal DDPM, per poterla diagnosticare e poter delineare un piano di trattamento che sia specifico per ogni donna, con la propria storia, le proprie caratteristiche. Bisogna restituire alle donne la salute e l’attenzione di cui hanno bisogno e diritto, senza pregiudizio alcuno.