La vacanza dovrebbe essere un momento di benessere legato soprattutto all’ozio e al dolce far niente. Oppure un frangente in cui ci si può dedicare ad attività ed occupazioni che ci fa piacere svolgere.
Prima di ricorrere a mode e status symbol, guardate dentro di voi: capirete cosa desiderate davvero. Per stare bene scegliete in base alla vostra personalità. Si dice che la vacanza sia il passaggio dal principio di realtà al principio di piacere.
In effetti ciò che spinge ad attivare una serie di comportamenti (scelta e ricerca dei luoghi e delle offerte, preparazione delle valigie, organizzazione di un viaggio), finalizzati alla tanto agognata vacanza è il raggiungimento del nostro, seppur temporaneo, paradiso. Un paradiso in cui tutto dovrebbe essere lasciato fuori, in cui si dovrebbero bandire le proprie inibizioni e lasciarsi andare alla positività senza rimorsi, così da poter tornare rigenerati ai propri impegni di vita e lavorativi.
In teoria dovrebbe essere così. Ma, si sa, tra teoria e pratica spesso c’è un abisso e a volte queste aspettative vengono disattese trasformando il paradiso in inferno.
Spesso ciò è dovuto a quelle personalità rigide, ossessive ed iperattive che nella vita di tutti giorni tendono a tenersi super impegnate ed affrontano la quotidianità con meticolosità.
Uno degli errori più diffuso è di affrontare la vacanza in modo sbagliato; ad esempio scegliendo la destinazione sull’onda delle mode del momento. La scelta della meta vacanziera ha una base così come tutti comportamenti, essa è pluricondizionata da forze, pensieri, tendenze, esigenze che spesso sono contrastanti tra loro.
Tra i principali fattori ritroviamo il forte bisogno di evadere dalla routine quotidiana, rallentando o interrompendo i ritmi frenetici ai quali siamo costretti; a ciò si aggiunge la curiosità tipica dell’essere umano verso la scoperta di posti e culture nuove. Ma non bisogna perdere di vista che le esigenze sono pressappoco simili per tutti. Ecco che ci si trova tutti nella località più “in” del momento e quindi affollata, alla ricerca di uno status symbol.
Accade così che ci si trova a dover affrontare continuamente “prove di forza” per ottenere ciò che si vuole (lunghe ed interminabili file per raggiungere luoghi in cui spesso i disservizi delle strutture non ci permettono di rilassarci, la presenza di enormi masse di gente che per forza di cose vuole divertirsi o rilassarsi andando ad agire o reagire anche sulla libertà degli altri). Quei giorni si vestono così di un carico emotivo e di stress maggiori della quotidianità, tornando a casa più stanchi di come siamo partiti.
Per sentirsi realmente a proprio agio il modo migliore è quello di scegliere il clima che più si confà alla nostra personalità. Le caratteristiche “ecologiche” della meta scelta sono molto importanti poiché influenzano i nostri tratti caratteriali.
In linea di massima le due grandi scelte vanno tra il mare e la montagna.
Nel primo caso potremmo pensare di trovarci di fronte ad una simbologia dedicata alla maternità: l’ambiente marino, con il calore del sole, l’abbraccio dell’acqua, ci riporta ad una situazione di benessere che favoriscono il rallentamento del ritmo. L’inerzia, i paesaggi, il mare, l’acqua caratterizzati da una dimensione orizzontale ci fanno pensare ad un atteggiamento di passività al quale lasciarsi andare e da cui farsi cullare, i lunghi sonnellini pomeridiani sono rigeneranti per chi ha passato l’intero anno a correre a destra e a manca. La componente sociale è salva grazie all’enorme presenza di gente che favorisce la socializzazione (gli scambi con il vicino di ombrellone, le serate passate in convivialità favoriscono anche questa dimensione).
Dunque la scelta del mare può essere vincente nel caso in cui ci si sente attratti dal contatto con gli altri, anche se in forma superficiale; potremmo dire che personalità generalmente edonistiche, cioè caratterizzate dal non essere avvezzi al senso del sacrificio, della privazione trarrebbero giovamento da questo tipo di scelta.
La scelta di un clima montano caratterizzato da temperature fresche, bassa pressione e forte escursione termica potrebbero essere invece più indicate a chi cerca rigenerazione ma anche tonificazione, attraverso l’attività ed il dinamismo. Infatti tipiche della vacanza in montagna sono le lunghe passeggiate, le escursioni o addirittura scalate e parapendio.
Secondo alcuni il paesaggio verticale, caratterizzato dall’altezza, le aspettative ed il silenzio potrebbe essere riconducibile alla dimensione paterna “dell’agire”. L’ambiente montano, proprio per i suoi silenzi e staticità, favorisce l’introspezione, i rapporti genuini e la fuga dalla mondanità.
Potremmo quindi ritrovare tra i vacanzieri che scelgono la montagna, persone riflessive e pacate, abbastanza introverse e legate agli aspetti contemplativi del paesaggio. Soggetti che amano la natura, la stabilità, la tradizione e che sono tendenzialmente perfezionisti, tenaci e rigorosi.
Chiaramente qui si parla di tendenze e possibilità relative alle personalità. Ciò non toglie che ognuno di noi è un elemento a sé, con le proprie necessità, limiti e volontà e la scelta della meta di vacanza può essere influenzata da diversi ed innumerevoli fattori. La cosa da tenere in considerazione è ascoltare, nel limite del possibile, la nostra voce interna che punterà la bussola verso la metà a noi più adeguata.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta