Da “bruco a farfalla”: il paziente dallo psicologo

Il paziente ha un ruolo attivo alla pari dello psicologo, anche se è quest’ultimo che ha il dovere di condurre il gioco conoscendone le modalità.

Il paziente viene anche chiamato soggetto, cliente o, come in molti preferiamo, “persona”; essa ha puramente il ruolo di trasformatrice di sé stessa.

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# Come può avvenire tale metamorfosi da “bruco a farfalla”?

In primo luogo, grazie alla sinergia che si crea tra la persona che si mette in gioco e lo psicologo che conduce il gioco; tale sinergia, denominata “alleanza terapeutica”, è un ottimo requisito per un trattamento di successo. Viene definita come la capacità del paziente e del terapeuta di sviluppare una relazione basata sulla fiducia, il rispetto e la collaborazione; è finalizzata ad affrontare le difficoltà del paziente grazie alla condivisione degli obiettivi.

In secondo luogo, la metamorfosi può avvenire grazie agli eventuali esercizi proposti durante le sedute, nonché alla possibilità di comprendere sia nuovi aspetti della situazione problematica, sia nuove strategie per affrontarla e superarla.

# Quali sono i requisiti per iniziare questa metamorfosi?

Raggiungere i requisiti non è facilissimo, innanzitutto è necessario acquisire la consapevolezza di avere uno o più aspetti della propria esistenza che non “funzionano” come potrebbero, accettando quindi il fatto che ci sia qualche caratteristica da modificare. Dopodiché occorre fare il “primo passo”, percepito come il più difficile, ossia partecipare al primo colloquio.

# Quando mancano i requisiti per iniziare la metamorfosi?

Ciò accade solitamente quando c’è la presenza di un disturbo psicologico egosintonico, ossia la persona si sente in sintonia con i sintomi che ritiene coerenti col proprio modo di essere, pertanto non prova disagio. In tal caso, non è possibile essere consapevoli di avere qualcosa che non va. Questo avviene, per esempio, nei disturbi di personalità; in questi casi, le persone tendono a colpevolizzare gli altri anziché comprendere di essere esse stesse la fonte principale delle difficoltà, tantoché solitamente arrivano in terapia riportando problematiche riferite appunto ad una terza persona invece che a sé.

# Come affrontare al meglio un percorso terapeutico?

La modalità utilizzata nell’affrontare un trattamento terapeutico è strettamente connessa alle caratteristiche della persona che lo intraprende. Definire bene l’obiettivo porta ad agire al meglio durante il percorso per la costruzione del proprio benessere.

Sarebbe inoltre ideale, tramite una buona alleanza terapeutica, creare quella complicità che permette di affrontare le problematiche efficacemente, affidandosi al professionista che, in quanto tale, è tenuto al segreto professionale e non può rivelare fondamentalmente nulla di ciò che emerge durante i colloqui.

Il resto viene da sé…

Dott.ssa Mariapia Ghedina Psicologa clinica, Psicologa forense, socia straordinaria AIAMC (associazione italiana analisi e modificazione del comportamento)
Sede: Cortina d’Ampezzo
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