Resilienti si diventa

Quante volte hai sentito parlare di resilienza, specialmente in relazione allo stress?

Sicuramente già ti sei fatto un’idea di cosa significhi essere resiliente, ma nella pratica, non hai ancora la sicurezza di avere messo a punto gli strumenti utili o necessari ad esserlo. In questo articolo, intendo illustrare alcune strategie concrete per lavorare sulla propria resilienza.

Resilienza è un termine che nasce nell’ingegneria, e sta a significare la proprietà di un materiale di resistere a una determinata pressione esercitata da un agente esterno, ritornando alla sua forma originaria. Quando parliamo di persone però, il concetto di assume un connotato differente.

In psicologia, essa indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di adattarsi, riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà senza alienare la propria identità.

In altre parole, si tratta della capacità di tornare in condizione di equilibrio in seguito ad essere stati sottoposti a uno stress, tra cui:

  • Disastri naturali: uragani, terremoti, maremoti, malattie, virus, etc…
  • Incertezza: quando non sai cosa succederà.
  • Conflitti interiori: quando vi è una discrepanza tra ciò che hai e dove sei (situazione as is) e ciò che desideri .
  • Pressioni esterne: quando ti si richiede di fare di più, meglio, in minor tempo, e dunque hai la sensazione che le tue risorse interiori siano inferiori alla richiesta esterna.
  • Pressioni interne: quando le richieste non sono oggettive, non vengono da fuori, ma da un pretendere troppo da sé, sentirsi giudicati, volere essere perfetti.

Tutte le volte che ci troviamo a fare i conti con lo stress, viene messa alla prova la nostra resilienza. e quindi, bisogna capire quali strumenti sia opportuno mettere in gioco per superare il determinato momento o situazione efficacemente ed eventualmente costruirne di nuovi.

Questi strumenti derivano dalle nostre capacità e forze interiori, sono specifici per ciascuno, per le difficoltà che nello specifico ognuno si trova ad affrontare, e appartengono ad alcune aree che presento nelle prossime righe. Ricorda che nel percorso di crescita personale non ci sono scorciatoie: è opportuno fermarsi, comprendere la situazione e mettersi in gioco in prima persona.

In primis, in qualunque situazione o difficoltà ci si trovi, giocano un ruolo centrale gli atteggiamenti: il proprio modo di porsi di fronte alla situazione, i propri pensieri.

in situazione di crisi, è naturale “cadere” in alcune trappole, come per esempio:

  • volere trovare una causa, un capro espiatorio a cui attribuire la “colpa” o l’origine di quanto accaduto. Si tratta di un atteggiamento umanamente normale cercare una risposta alla domanda: “Perché?” “Perché proprio me?” “Cos’ho fatto di male?”
  • Confrontarsi, fare paragoni con chi invece sembra stare bene, non avere o non poter capire il proprio problema.
  • Focalizzarsi solo su ciò che va male, che spesso porta al rischio di creare un circolo vizioso e a vedere il negativo in ogni area della vita

Vi sono situazioni più o meno gravi, pressioni più o meno forti che tutti, ribadisco tutti!, affrontano nella propria vita. Opporsi ad esse non farà altro che renderle peggiori, più forti.

Di contro, prendere tempo per osservare ciò che succede nel presente è invece un atteggiamento più utile per iniziare ad accettare una situazione anche quando questa sembra insopportabile. Accogliere l’idea di imeprmanenza delle cose potrà aiutare a pensare che, sebbene il presente sia difficile, il domani potrà essere diverso, che si può quindi accogliere il futuro con una mente più aperta, più leggera.

La seconda categoria di strumenti a tua disposizione sono i valori: la bussola che ci guida, i capisaldi che orientano – o dovrebbero orientare – ogni nostra azione. Quindi suggerisco di chiedersi: “Quali sono i miei valori?”

Averne due o tre principali è di grande di aiuto per capire cosa fare, dove andare, anche quando si ha la sensazione di essere impossibilitati ad agire.

I valori e le azioni sono strettamente legati alla propria mission, al proprio scopo di vita, e le azioni sono quei piccoli gesti o passi che ogni giorno è possibile fare verso la realizzazione della stessa.

In terzo luogo troviamo le emozioni: cosa provi in questo momento? Non sempre è semplice esserne consapevoli, ma dare un nome a ciò che si prova, aiuterà a razionalizzare e a liberarsi di ciò che senti dentro.

Le emozioni di base più forti all’origine dello stress sono la tristezza, l’ansia legata alla solitudine e all’incertezza sul futuro, la rabbia per non riuscirsi a spiegare ciò che accade, e la sensazione di stanchezza, o esaurimento che si crea quando lo stress si protrae.

Quando ci si sente a terra, cosa fare per ritrovare le energie?

Un consiglio molto efficace è quello di concentrarsi su ciò che è sotto controllo, quindi ciò su cui si ha capacità di azione. Non è possibile cambiare le proprie emozioni a proprio piacimento, ma secondo la mindfulness e la psicologia cognitiva, sarà molto utile iniziare a osservarle, a esserne cosciente e consapevole per imparare a gestirle. In questo modo, da marionetta, spettatore della propria vita, si passa a esserne registi o quanto meno attori.

Anche nel lavoro, spesso al centro dei nostri pensieri, è utile fermarsi e studiare la situazione da un punto di vista differente, con una mentalità diversa dal nostro default mode, pensando per esempio; “Cosa farebbe il mio “eroe” nei miei panni?” cerca di Cambiare prospettiva aiuterà a comprendere la big picture, ad essere più svegli, e quindi più resilienti in una data situazione, anziché una pedina in balìa degli avvenimenti.

Come quarto step, intraprendere un percorso per aumentare la resilienza non può prescindere dal prendere consapevolezza delle proprie credenze limitanti, cioè  le convinzioni e gli auto giudizi radicati in profondità che creano un freno alla realizzazione. Per vincerle, può aiutare trovare delle evidenze contrarie.

Per esempio, se la credenza di Lucia è che il successo passa solo attraverso il sacrificio, lo sforzo e il duro lavoro. allora è lei stessa che, più o meno consapevolmente, sta creando uno stress in cambio di quella ricompensa di cui altrimenti non si sentirebbe meritevole! Lavorare sulla credenza limitante, capirne l’origine e trovarne prove contrarie, è molto utile a liberarsi di un fardello che altro non fa che impedire la propria realizzazione

Anche la propria voce interiore, l’auto dialogo, se positivo e potenziante, può aiutare ad aumentare la resilienza, a dare quel quid di energie che a volte bisogna imparare a tirare fuori!

Per riassumere, trovare una motivazione e un supporto interiore, che parta da se stesso, e concentrarsi sulle azoni sulle quali ora hai controllo, mantenendo un focus sui propri valori e un atteggiamento pro-attivo, aiuterà a trovare le energie per affrontare al meglio le proprie difficoltà, anche in situazioni difficili, e anzi, fare sì che queste siano un’occasione per aumentare la propria forza ed efficacia!

Resilienti non si nasce, resilienti si diventa, e questo è possibile solo attraverso l’esperienza. Trovare un nuovo equilibrio dalla difficoltà è utile e necessario, specialmente in un tempo, una società complessa e volatile, caratterizzata dall’incertezza come la nostra oggi, sarà ancora più necessario prosperare dalla situazione di difficoltà, trovando una nuova omeostasi in un punto di equilibrio migliore del precedente, lavorando cioè non solo sulla propria resilienza, ma su qualcosa che va oltre: l’antifragilità!