Hai mai riflettuto a quanto, la figura di tuo padre, è stata importante per te?
I padri danno un contributo unico al nostro benessere. Seppur la cura è compito attribuito alla figura materna, sempre più, si attesta quanto il ruolo del padre influenza la crescita, l’equilibrio e la felicità di ognuno di noi, quando diventiamo “grandi”.
Nonostante le molteplici ricerche psicologiche che attestano il cruciale rapporto tra padre e figlio/a, si tende a dare ancora poca importanza e spazio, ai sentimenti dei papà rispetto a quelli delle mamme. Da un punto di vista razionale, questo si spiega perché ogni bimbo che arriva in una nuova famiglia, smuove, in primis, una forza istintuale e biologica che è prettamente femminile, e solo in seguito una forza si attiva nel padre. Parlo ad esempio dell’istinto di conservazione, collegato al senso di responsabilità o al senso di protezione nei confronti del bimbo arrivato.
Rapporto padre figlio: a cosa serve il papà?
Devi sapere che nella vita di ognuno di noi, si hanno diverse nascite. La prima è quella fisica, che ci porta al mondo, mentre la seconda è il distacco dalla madre che avviene verso i 7-8 mesi. In questo periodo il bimbo riconoscere la madre come un’entità distinta e inizia a riconoscere anche una figura paterna.
Da questo momento, il ruolo del papà è fondamentale per ogni bimbo. Una presenza e un rapporto tra papà e bimbo, permette a quest’ultimo di sopportare senza traumi, il distacco dalla fase simbiotica con la mamma, imparando a relazionarsi in modo sereno ed equilibrato con il mondo esterno.
Ecco a cosa serve il ruolo del padre, a dare al bambino piccolo un simbolo di sicurezza materiale ed emotiva. E’ come se ogni papà divenisse lo scudo da interporre tra la paura e il pericolo percepito.
Rapporto padre figlio: i comportamenti da evitare
- No umiliazioni. Non svalutare mai tuo figlio. Non prestare attenzione agli elementi di potenzialità, ma sottolineare solo quelli negativi, può provocare una profonda svalutazione nella persona. Inoltre potresti indurre in lui la sensazione di non essere mai all’altezza o sufficientemente competitivo, bravo, capace, rispetto al mondo esterno.
- No ansia e insicurezza. Impara a evitare gli estremismi: non esser iperprotettivo o troppo attento, non puoi prevenire qualsiasi problema o gli errori, perché così facendo impedisci il sano processo che rende autonomo e forte tuo figlio. Devi dargli la possibilità di sbagliare, crescere dall’errore e allenarsi. L’ansia paterna rischia di essere tradotta dal bambino come l’esordio di paure per pericoli reali. Iniziando ad avere timori e insicurezze profonde.
- No giochi di potere. Quando sei troppo autoritario, inconsapevolmente rischi di abusare del tuo potere. In questo modo, involontariamente risulterai crudele verso tuo figlio, lo svalorizzerai costantemente, chiederai silenzio invece di ascoltarlo. Imporre il tuo potere ti porterà a soffocare il desiderio di libertà e di indipendenza di ogni figlio, trasformandolo in un soldatino obbediente.
Sempre più, madri e padri chiedono consigli o vivono paure nell’educare i propri figli.
I figli, invece, non sempre hanno la fortuna di vivere in una famiglia in cui mamma e papà divengono genitori responsabili e amorevoli. Pertanto, ricorda: la tua infanzia forgia chi sei, ma non chi o cosa vorrai essere nel tuo futuro.
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