RABBIA: SFOGARLA O REPRIMERLA?

“Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta e nel grado giusto, al momento giusto, per lo scopo giusto e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile”

[Aristotele]

A chi non è mai capitato di provare rabbia in una certa circostanza? Sicuramente allora ci siamo accorti che le nostre reazioni possono essere schematicamente divise in due tipi: sfogo immediato o totale repressione. Nel primo caso la rabbia è rivolta verso l’esterno e consiste in un vero e proprio “scontro diretto”, dove impulsività ed immediatezza hanno la meglio. Quando questo accade la nostra visione è “accecata” dall’aggressività che prende il sopravvento riempiendo  il cervello delle sostanze della collera. Nel secondo caso, la rabbia è rivolta verso l’interno, quindi trattenuta col rischio di somatizzarla e trasformarla in malattia, poiché anche in questo caso si tratta di energia che scorre nel nostro corpo.

La soluzione?

Per star bene dobbiamo “disidentificarci”, ovvero distinguere noi stessi dalle emozioni. Quando ci identifichiamo con un’emozione, ci limitiamo e ci blocchiamo. Ad esempio se ammettiamo: “Io sono arrabbiato”, siamo dominati dall’ira; se, nelle stesse condizioni diciamo: “Non è qualcosa o qualcuno a farmi arrabbiare, ma è un’onda di rabbia che mi sta attraversando… questo modo di pensare attiva una processo che trasforma l’emozione in una consapevolezza interiore: invece di sfogarsi o di venire trattenuta, la rabbia si traduce in intuizioni, idee e soluzioni a cui prima non avevamo pensato. La dis-identificazione è l’atteggiamento con cui si prendono le distanze da aspetti, comportamenti o ruoli ritenuti mutevoli e non essenziali per l’identità. Disidentificarsi vuol dire porre uno spazio deliberato e consapevole tra sé e i propri ruoli, i propri attaccamenti, i propri punti di riferimento, per poterli riconoscere e gestire, senza negarli o reprimerli, ma ottenendo su essi un potere di libertà e di scelta.

Assagioli, il fondatore della psicosintesi  propone i seguenti esercizi di disidentificazione:  il concetto fondamentale è che siamo dominati da ciò con cui ci identifichiamo, e che dominiamo solo ciò da cui riusciamo a disidentificarci.

Mettetevi in una posizione comoda. Lasciate andare le tensioni muscolari. Respirate profondamente in modo naturale, fino a raggiungere uno stato di tranquillità. Affermate lentamente e con attenzione:

“Io ho un corpo, ma non sono il mio corpo. Il mio corpo può trovarsi in condizioni di salute o malattia, può essere contratto o rilassato, teso e stanco o riposato, ma non ha nulla a che fare con il mio vero io. Il mio corpo è un prezioso strumento di azione e di esperienza nel mondo esterno, ma io non sono il mio corpo. Io ho un corpo, lo tratto bene, cerco di tenerlo in buona salute, ma non sono il mio corpo.”
“Io ho delle emozioni, ma non sono le mie emozioni. Le mie emozioni sono varie e mutevoli, ma io rimango sempre io, me stesso, nell’avvicendarsi della speranza e dello scoraggiamento, della paura e del coraggio, della rabbia o della calma, della gioia e del dolore, dell’abbandono o dell’amore. Io posso osservare le mie emoziono. Posso osservarle e comprenderle, utilizzarle e integrarle, ma io non sono le mie emozione. Io ho emozioni, ma non sono le mie emozioni.
“Io ho una mente, ma non sono la mia mente. La mia mente è un prezioso strumento di ricerca e di espressione, ma non è l’essenza del mio essere. I suoi contenuti sono mutevoli come le emozioni. La mia mente può essere attiva, indisciplinata o coerenze. La mia è un organo di conoscenza sia per il mondo esterno che per quello interno, ma io non sono la mia mente. Io ho una mente, ma non sono la mia mente.
“Io ho un corpo, ma non sono il mio corpo”
“Io ho delle emozioni ma non sono le mie emozioni”
“Io ho una mente ma non sono la mia mente”
“Posso affermare che Io sono sono un centro di pura consapevolezza, di pura auto-coscienza, di pura auto-determinazione. Io sono un centro di volontà, di energia creativa e dinamica. Io sono.”
Bibliografia: “L’atto di volontà”, Assagioli
COME INTERROMPERE IL PENSIERO ECCESSIVO:
https://www.youtube.com/watch?v=3-5Wa7MeiRc