Quando ad insegnare è…la disabilità!

Mi sono sentita importante perché facevo qualcosa di utile” (Sabrina)

Ho imparato che ognuno ha delle belle qualità da esprimere” (Roberto)

Ho imparato ad avere più fiducia in me stesso” (Marco)

Ho imparato a stare con gli altri” (Sabrina)

Ho imparato a fare il caffè” (Stefano)

Queste sono solo alcune delle frasi scritte da una classe di alunni con disabilità intellettiva in cui ho avuto il piacere di insegnare.

La consegna era quella di rispondere alle domande: “Cosa hai imparato durante l’anno?” “Come ti sei sentito in questa classe?”

Sin dall’inizio del corso mi sono chiesta cosa significasse insegnare ad un gruppo di adulti con disabilità così diverse, poi li ho conosciuti e ho iniziato ad imparare da loro. Sono loro che mi hanno indicato i loro punti di debolezza, così come quelli di forza con un’ironia fuori dal comune.

Dunque, come deve comportarsi un insegnante in una classe costituita interamente da persone con disabilità?

Come in tutte le cose che riguardano gli esseri umani, non credo vi sia una risposta univoca, ma potrei darvi alcune indicazioni:

  • dedicatevi ai ragazzi ed abbiate la pazienza di conoscerli uno per uno, focalizzando l’attenzione sulle loro difficoltà, ma soprattutto sulle loro risorse;

  • organizzate le attività in base alle capacità di ognuno, facendo emergere talora quelle di uno, talora quelle dell’altro;

  • se ci sono dei margini, utilizzate la vostra ironia, vi aiuterà ad affrontare argomenti anche complessi in modo giocoso. Attraverso l’ironia, infatti, è possibile far veicolare messaggi molto rilevanti in modo semplice e leggero;

  • giocate! Utilizzate il gioco e sbizzarritevi con le attività didattiche e dinamiche; il gioco vi permetterà più facilmente di coinvolgerli anche quando spiegherete materie o argomenti per loro molto difficili;

  • armatevi di materiale didattico di vario tipo (slide, esercitazioni, colori, cartelloni, pennarelli, collage ecc.);

  • preparatevi un “piano B”, ma anche un “piano C”. Non sappiamo se gli alunni saranno disposti a svolgere le attività che gli proponiamo perciò, per non trovarci in difficoltà, ci conviene preparare più attività di differente tipologia in modo da poterle proporre all’occorrenza;

  • lavorate molto sulle dinamiche di gruppo. Cercate di unire i ragazzi anche attraverso le vostre attività;

  • abbiate un po’ di pazienza e cercate di trasmetterla ai vostri alunni;

  • diffondete in classe un clima di accettazione reciproca e di più possibile collaborazione;

  • mettetevi in gioco e, se è il caso, svolgete le attività insieme a loro (un insegnante attivo e partecipe è sempre meglio di uno passivo e distaccato);

  • portate in classe allegria e serenità. Per molti di loro andare a scuola è una grande opportunità per socializzare e confrontarsi non solo con i coetaei, ma anche con il mondo adulto;

  • per quanto riguarda la nota dolente delle verifiche, preparatene di diverso grado di difficoltà in modo da non renderle troppo complesse per nessuno.

Un’altra risposta data da un alunno è stata presa in prestito da Henry Ford: “Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni. Chiunque continui ad imparare resterà giovane. La più grande cosa nella vita è mantenere la propria menti giovane. (Henry Ford)  

La formazione è un’opportunità di crescita, ma per qualcuno è qualcosa di più.

 

Dott.ssa Claudia Corbari

– Psicologa e Psicoterapeuta in formazione –

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