PSICOSOMATICA: IL BERSAGLIO VISIVO

Nell’articolo precedente (reperibile qui: goo.gl/f18Plg) ci siamo occupati del Bersaglio Urogenitale Femminile come mezzo attraverso il quale la mente può scegliere di esprimere il proprio stato di sofferenza.

Nell’articolo seguente, l’ultimo della serie “PSICOSOMATICA”, ci concentreremo invece sulla scelta del Bersaglio Visivo come via attraverso cui la mente manifesta il proprio disagio.

È risaputo, infatti, che neanche l’occhio si sottrae agli influenzamenti psichici. Mettendo da parte il fattore relativo a patologie psichiatriche severe che portano ad allucinazioni e percezione di cose che nella realtà non esistono, cercheremo di soffermarci su quanto bruciori, stanchezza, tensione oculare possono essere ascrivibili a fattori puramente psicologici.

La percezione visiva può infatti essere profondamente influenzata da qualcosa che ha a che fare più con un disagio psichico che con problemi organici. Abbassamenti improvvisi della vista, disturbi di visione con linee fisse o svolazzanti, percezione di asimmetria o di inclinazione laddove invece la simmetria c’è, provocano sensazioni di instabilità tanto da limitarci nei movimenti.

I cosiddetti giramenti di testa sono spesso determinati da crisi di ansia che si somatizzano, da insicurezze che si materializzano in sensazioni di non riuscire a camminare linearmente. In realtà è difficile che capiti di zigzagare o sfiorare le persone, ma scatterà comunque un meccanismo di apprensione ed attenzione che aggraverà ancor di più la situazione. Ecco che i gradini di una scala sembreranno disuguali, un marciapiedi non allineato e l’attraversamento di una strada infinito. Il senso di controllo aumenterà generando ulteriore ansia e panico. L’insicurezza può portare i soggetti in un loop di paura dal quale è difficile uscire e la ricerca di un equilibrio sia fisico che psichico sembrerà impossibile. La continua ricerca di corrispettivi organici del malessere porta spesso ad enormi malintesi poiché il disturbo è sostenuto da una struttura sana in una condizione nevrotica perturbata.

In conclusione, poiché i sistemi e gli organi del nostro corpo sono tutti vestiti di una sottile calza nervosa che avvolge e contiene le strutture, una piccola alterazione del tono di quest’ultima genera sensazioni strane e percepibilissime ma che nulla hanno a che fare con la struttura stessa. Ecco perché invisibili alle numerose indagini di laboratorio ed agli accertamenti strumentali ed ecco da dove nasce l’inseguimento infinito tra il medico ed il disturbo psicosomatico.

BIBLIOGRAFIA:
Dinelli U., (2005), Siamo tutti psicosomatici? L’astuzia della mente sulle ingenuità del corpo, Marsilio, Venezia

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta