Quando si sentono dai media notizie negative legate al mondo della scuola (bullismo, atti di violenza, storie di mancata integrazione e perfino atti di abusi a danno di minori) ci si chiede come mai non sia prevista la presenza costante di una figura che medi certe dinamiche relazionali. Dinamiche che sempre meno docenti, studenti e tutti gli attori impegnati in un processo di crescita formativa così delicato riescono a gestire. Viene chiesta, sempre da più parti, una regolamentazione che preveda la presenza dello psicologo a scuola. Il nostro paese, purtroppo, è uno dei pochi tra quelli europei a non prevedere una figura stabile dello psicologo scolastico, perché non è presente una legge che regolamenti tale presenza.
Alla luce delle continue avvisaglie che giungono dal contesto scolastico ci si chiede come mai il rapporto tra psicologia e scuola non venga favorito e portato avanti. Del resto negli anni molte sono state le interazioni tra i due contesti attraverso ricerche e somministrazioni di test che hanno portato a un’elevata mole di dati, utilizzati poi per calibrare interventi specifici nella didattica, nel supporto di studenti diversamente abili, nel bilancio delle competenze e nell’orientamento.
Il patrimonio di conoscenze acquisito e utilizzato nella gestione del clima scolastico, dell’apprendimento, negli interventi finalizzati a ridurre i rischi connessi al percorso scolastico, ha favorito negli anni una base per le buone prassi in ambito scolastico.
Nonostante siano stati presentati diversi progetti a livello istituzionale da parte dell’Ordine Nazionale degli Psicologi (CNOP), nulla ancora si muove in questo senso e sebbene l’integrazione europea preveda la lotta all’abbandono scolastico favorendo l’integrazione ed il benessere in classe, il nostro paese è restio a favorire nelle scuole la presenza degli psicologi in modo stabile nel processo di crescita e formazione delle generazioni future. Le richieste oggi giungono dalla scuola in maniera più assidua e costante, esse sono mutate anche nel tempo, infatti si è passati da richieste legate perlopiù all’ambito clinico, quindi l’intervento sui cosiddetti “casi difficili” a richieste più qualitative. Lo psicologo, considerato oggi come quella figura che può favorire e snellire processi di orientamento, pianificare e mettere in opera interventi di contrasto al bullismo, alla violenza di genere, all’abuso sui minori, può andare a sviluppare modalità di riduzione dell’abbandono scolastico.
Tutto ciò a dimostrazione del fatto che la figura polivalente dello psicologo scolastico può facilmente integrarsi nell’istituzione scolastica ed agire dall’interno per una modificazione ed un miglioramento della stessa. Del resto, come emerso da una ricerca dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, circa il 40% degli psicologi ha avuto a che fare con la scuola. Questo dimostra che nonostante le scuole abbiano risorse limitate, sono molto interessate a coinvolgere gli psicologi nella vita scolastica, così come gli stessi psicologi sono motivati a lavorare nei contesti scolastici. Purtroppo, per loro natura questo tipo di contratti sono legati a progetti ed attività molto limitate nel tempo e che non danno l’agio di progettare e programmare sul lungo periodo. Il lavoro psicologico nel successo scolastico richiede conoscenze e competenze e ciò si deve riflettere in un investimento sia da parte dei professionisti che da parte delle istituzioni.
È necessario, a tal proposito, favorire una stretta collaborazione ed un costante confronto tra le scuole e gli ordini professionali affinché nascano le condizioni per una collaborazione sinergica e proficua che stimoli una riflessione sull’importanza delle dimensioni personali. Per fare ciò è necessario coinvolgere tutti gli attori presenti nel processo: istituzione scolastica, dirigenza, docenti, alunni, personale di supporto, genitori affinché si sviluppi una condivisione di intenti che coinvolga tutti. La presenza dello psicologo va vista come qualcosa che vada oltre il buonsenso o una risposta generica che possono essere messi in atto da chiunque nel corso della vita.
L’intervento dello psicologo è basato su una metodologia scientifica, una deontologia professionale e delle approfondite competenze. Il suo lavoro, visto come supporto al lavoro dei docenti e dei genitori, è caratterizzato da interventi specifici, mirati a sviluppare e facilitare buone prassi didattiche ed un benessere degli alunni a scuola. Un’altra ottima modalità di azione dello psicologo a scuola è soffermarsi attraverso gli sportelli C.I.C. Centri d’Informazione e Consulenza, al supporto di studenti che attraversano momenti negativi legati alla propria crescita che si riflettono sul rendimento scolastico.
Si auspica che dal confronto costante che sempre più Uffici Scolastici Regionali mettono in atto con gli Ordini Regionali degli Psicologi nasca e si sviluppi una sempre maggiore collaborazione che metta al centro degli interventi la crescita e la formazione delle nuove generazioni.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta