Dove vai stasera?Con chi?Perché stai sempre su Facebook? Queste sono solo alcune delle domande che molti di noi hanno posto o si sono sentiti porre dal proprio partner. Esse sono lo specchio di un’emozione complessa, determinata da variabili sociali e culturali che nasce grazie e attraverso i rapporti sociali: la gelosia.
La gelosia è un’emozione secondaria, non è innata, ma è piuttosto la paura di essere abbandonati, di non essere amati abbastanza ad essere innata e a portare le persone a sviluppare relazioni di dipendenza, anche molto forti, dove il bisogno spasmodico di avere e possedere l’altro si scontra con il timore di non riuscire a controllare il proprio oggetto d’amore. Essa ha sempre avuto un ruolo nella vita degli esseri umani ed è presente fin dall’infanzia, basti pensare alla gelosia di un figlio verso i genitori o alla gelosia del primogenito verso i fratelli minori; la gelosia può avere come oggetto le figure genitoriali, alcuni oggetti materiali particolarmente significativi, le proprie amicizie e il proprio partner.
La gelosia rappresenta il timore che l’oggetto amato venga sottratto per opera di un rivale, rappresenta la paura di perdere l’esclusività di un legame affettivo; è quel senso di minaccia, sospetto e dubbio che spesso colpisce all’interno delle relazioni, sia di natura amicale sia di natura amorosa. Quando si parla di gelosia tra partner (termine con cui mi riferisco a uomini e donne) si parla di gelosia romantica, che si gioca all’interno di un triangolo: il sé (la persona gelosa), la persona amata ed il rivale. Questo tipo di gelosia si può innescare anche in assenza di un rivale reale ed è caratterizzata da un senso di possessività nei confronti del partner e quindi dalla convinzione di avere il diritto di vietare o imporre determinati comportamenti alla persona amata. La gelosia romantica è spesso accompagnata da paura, rabbia, inquietudine, tristezza e vergogna oltre che auto-svalutazione, infatti molto spesso le azioni del geloso (il controllo, l’investigazione, le messe alla prova) nascono dal proprio senso di inferiorità.
Quanti di noi si sono sentiti dire che se l’altro non fosse geloso, non ci amerebbe abbastanza? In realtà amare qualcuno vuol dire riconoscerlo nella propria individualità e rispettarne la libertà. L’amore ha come basi la fiducia, l’affidamento, la condivisione e non la paura. La gelosia invece, contrariamente a quanto si pensi, è solamente accusa, sospetto e mancanza d’affetto e ha spesso come obiettivo principale quello di salvaguardare sé stessi, la propria autostima e la propria immagine sociale.
Cosa scatena la gelosia? Non sono gli eventi di per sé a suscitare gelosia, essi sono solamente dei trigger, degli inneschi che mettono in moto un meccanismo preesistente che affonda le sue radici in una carenza di serenità. L’interruttore che accede il geloso è sempre lo stesso: una dose massiccia d’insicurezza. Forse vi sarà capitato di incontrare persone gelose di tutto e tutti; persone che intravedono un pericolo dietro ogni relazione. Esse sono divorate da un tarlo, dominate da un pensiero fisso, sgradevole ed intrusivo, il sospetto, che li spinge, nonostante essi siano consapevoli che i comportamenti di controllo distruggeranno il rapporto, a controllare i messaggi, i social network, gli spostamenti e gli orari del partner. Questi rituali di controllo gli permettono di trovare sollievo, anche se per tempi brevissimi, al proprio stato di malessere, prima che il prossimo timore si presenti alla porta. Quali sono le caratteristiche del geloso “cronico”? Dorme poco, non si rilassa mai veramente, è assillato da dubbi, incertezze, è inquieto e difficilmente si diverte.
La gelosia è donna? In realtà la gelosia non ha preferenze di genere: uomini e donne lo sono ugualmente anche se in modo e per ragioni diverse. Infatti secondo l’approccio evoluzionista uomini e donne presentano differenti tipi di gelosia: le donne sembrerebbero temere più un tradimento sentimentale, mentre gli uomini sarebbero maggiormente spaventati da un tradimento sessuale. Perché questa diversità? Perché, come i nostri antenati preistorici, gli uomini hanno un’atavica paura di dover investire risorse per crescere dei figli illegittimi quindi l’idea di un’infedeltà sessuale genera più preoccupazione in loro. Le donne, invece, presentano una maggiore angoscia di perdere il contributo dell’uomo nella tutela e protezione dei figli; aiuto che potrebbe venire a mancare nel momento in cui l’uomo si lascia coinvolgere sentimentalmente nella relazione con un’altra donna allontanandosi dai figli. Questo ha delle ripercussioni anche sul modo in cui uomini e donne esprimono la gelosia: l’uomo teme tutti coloro che hanno delle caratteristiche fisiche e intellettuali simile alle sue, ma maggiormente dotati; mentre la donna teme le figure femminili opposte e diverse da lei.
La gelosia rischia di diventare molto pericolosa, purtroppo i fatti di cronaca ce ne presentano le conseguenze estreme, quando si trasforma in possessività. A questi livelli la persona amata soffre perché si sente limitato, imprigionato dal partner e non degno di fiducia, mentre la persona gelosa soffre sia per la gelosia di per sé, che lo tormenta con dubbi e sospetti, sia per il fatto di provare con tale intensità questo sentimento di sofferenza. Eliminare completamente la gelosia forse non è possibile, ma possiamo non farci sopraffare da questo malessere che rischia di trasformare la nostra vita in una continua caccia all’indizio. Come possiamo farlo? Nutrendo la nostra autostima!Essa è alla base di una vita serena e di buone relazioni sociali. Chi ha una buona considerazione e immagine di sé può attraversare una crisi, ma non esserne travolto e ritrovare serenità grazie ad una buona fiducia in se stesso e nelle proprie risorse.
Psicologa clinica e dell’età evolutiva