Molte donne si trovano ad un certo punto della loro vita invischiate in relazioni violente caratterizzate da abusi narcisistici dai quali non riescono ad uscire pur volendolo. Si tratta purtroppo sia di paure reali che “percepite”; queste ultime sono quelle che rappresentano il vero ostacolo all’allontanamento e quindi alla guarigione. Tutte le paure sembrano reali. Infatti la nostra mente le affronta e le gestisce allo stesso modo e cioè attivando un sistema di autoprotezione per la sopravvivenza. Così è anche per le paure “percepite” che molto spesso sono legate a traumi subiti durante l’infanzia e sono rafforzate da “giochi mentali mirati” di partner narcisisti.
Donne e uomini che hanno relazioni con partner narcisisti possono avere problemi ad allontanarsi proprio per le manipolazioni che vengono messe in atto su di loro da soggetti che agiscono sulle loro paure. Le paure sono fortemente connesse alle pulsioni emotive umane, per questo vanno a connettersi in modo significativo al Sé e alla vita di ogni essere umano. Si tratta di desideri, bisogni che rivestono un’importanza fondamentale per la vita degli individui. A loro volta questi desideri sono collegati a paure umane profonde come quella del rifiuto o dell’abbandono.
Quando una relazione prende una piega negativa, esistono tanti motivi per cui non ci si riesce ad allontanare dal proprio partner tra cui i timori reali che attivano una risposta di sopravvivenza: essi sono ragionevoli e ci permettono di rispondere nel modo migliore possibile ad una situazione o un dilemma. Ad esempio le esigenze di sicurezza fisica portano molte donne a credere che lasciando il proprio partner benché violento o manipolatore, esse non abbiano un altro posto dove andare, ma soprattutto i mezzi per mantenersi. La donna inoltre spesso conosce le dinamiche comportamentali del proprio partner e ha paura di comportamenti aggressivi o ritorsioni.
Le paure reali prese in considerazione sono legittime, ma bisogna considerare anche le capacità del narcisista di giocare per aumentarne l’intensità. Ecco che egli tende ad intensificare le paure, perché ciò ha un effetto paralizzante sul cervello della vittima agendo sulle sue capacità di pensare lucidamente e prendere decisioni ottimali. Le ricerche dimostrano, infatti, che utilizzare la paura come mezzo di controllo degli altri è estremamente funzionale ed i partner narcisisti sono particolarmente bravi in ciò.
Una donna in una relazione violenta può avere dubbi sulle sue reali capacità di mantenersi economicamente da sola. Teme inoltre di essere incolpata ed etichettata come colei che ha distrutto il benessere e la felicità di una famiglia. Un partner narcisista e manipolatore gioca su queste paure, avendo piena consapevolezza di ciò che più la colpisce, come essere definita egoista, controllante o evirante. Egli effettua un lavoro meticoloso sulla partner che inizia da subito e consiste nel farla sentire in colpa per le sue reazioni di rabbia, per l’infelicità che porta nella coppia e per la sua insicurezza; ciò la porta a dubitare di se stessa, a pensare che il problema sia lei. Ci troviamo al cospetto di un partner narcisista che arriva addirittura a diagnosticare nella moglie patologie come il bipolarismo, il disturbo borderline o un disturbo narcisistico. Tutto è costruito ed elaborato affinché emozioni di paura ed inadeguatezza prendano il sopravvento e portino la donna in uno stato di costante malessere dovuto al senso di colpa.
La cosa da tenere in considerazione è il fatto che la donna, come tutti gli esseri umani, è portata alla relazione; necessitiamo tutti di un senso di appartenenza e relazioni significative. I limiti che potrebbero portare la donna a non lasciare un uomo che le usa violenza psicologica vanno ricercati nella paura di essere giudicata, nella paura dell’abbandono da parte della famiglia d’origine, per motivi religiosi o culturali (alcuni gruppi religiosi o culturali tendono ad allontanare chi divorzia). Addirittura in alcune realtà esse vengono svergognate, evitate, denigrate per aver rivelato l’abuso ed aver leso la dignità e la reputazione di un uomo.
Alcune convinzioni della cosiddetta “femminilità tossica” sono malsane soprattutto per le donne che vivono in relazioni con uomini narcisisti e manipolativi. Spesso la paura di andare avanti, di accettarsi, di amare se stessa le inibisce nell’essere felici e, anzi, alimenta la dipendenza dal narcisista che la usa per alimentare la propria forza distruttiva.
Le donne vivono di profonde emozioni che le tengono connesse alla realtà, a se stesse e alla vita. Le loro paure, come detto, le bloccano nel lasciarsi andare ed allontanarsi da un partner che non è in grado di amare. Infatti quelle che subiscono abusi e maltrattamenti anche fisici hanno la tendenza a giustificare il comportamento dei propri partner anche per tenerlo fuori dai guai. Questo atteggiamento può essere rafforzato quando soddisfa il bisogno umano di sentirsi necessario, valorizzato in qualche modo. Così nasce la giustificazione di certi comportamenti come l’incapacità di saper dimostrare amore; il suo ruolo è quello di aiutarlo in ciò. Ma dall’altro lato abbiamo una persona che segue altre regole e per la quale il tentativo di “aggiustare” questa “cosa dell’amore” è solo per “deboli”.
Pensare che il proprio uomo provi piacere nel farle del male genera in molte donne profondo sconforto. Infatti per esse la relazione di coppia implica una divisione dei ruoli, una collaborazione in cui entrambi i partner si sostengono reciprocamente per la serenità ed il benessere. Non è così per un narcisista che ha come unico scopo mantenere il controllo costante. Quindi cerca continuamente informazioni sulle sue debolezze che userà per ferirla rendendola meno pericolosa per se stesso. Ciò si collega al non voler credere che abusi e bugie del partner siano intenzionali; essa aderendo perfettamente alle dinamiche della “femminilità tossica”, inconsciamente tende a dare una visione romantica al suo dominio sperando che egli cambi atteggiamento mostrandogli devozione e soddisfacendo i suoi desideri ed i suoi bisogni nella convinzione che lui si affiderà a lei totalmente. Così scatta e si autoalimenta quella convinzione che il proprio sacrificio farà la differenza trasformando un uomo senza cuore violento in un principe premuroso che la ami con tutto se stesso. In realtà non solo il sacrificio sarà inutile. ma la metterà in un ulteriore condizione di sudditanza rispetto al compagno.
Chi può biasimare una donna che non vuole accettare, e tantomeno credere che una persona intelligente come lei sia stata ingannata a tal punto e per così lungo tempo? L’idea di non aver saputo percepire i segnali la porta a non aver più fiducia in se stessa; cerca ora di capire come fare per avere il controllo della sua mente, delle sue emozioni e quindi riuscire a superare quel senso di inferiorità in cui sente di essere caduta.
Concludendo, le donne che vivono una relazione con un narcisista manipolatore in alcuni casi arrivano a modificare profondamente i propri tratti di personalità manifestando profonda insicurezza e paura. Tutto ciò si ripercuote sul loro benessere, sulla loro capacità di sentirsi umani, di portare e ricevere amore in primis a se stesse e poi a chi amano. Purtroppo si trovano a vivere in stati di sviluppo emotivamente arrestate dal narcisista che le manipola, non riuscendo a liberarsi dalle sue “grinfie”. Esse sono radicate nella rigida aderenza alle norme di genere che rendono giuste la “mascolinità tossica” per gli uomini (e la “femminilità tossica” per le donne). Tali norme idealizzano spesso la violenza e l’intimidazione come mezzi per stabilire status e dominio maschile.
© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta