PAZZI PER LE SERIE TV

Il successo delle serie tv? Si basa sulla ripetizione che porta sicurezza ed identità. È come per la fiaba che i bambini imparano a memoria o per la frase cult sentita continuamente in tv.
Viene da chiedersi per quale motivo la ripetizione, in questi casi, invece di annoiare piace. Per capire il meccanismo dobbiamo rifarci alla frase di storica memoria “ripetita iuvant”. Ma non considerandola nell’accezione più comune e scolastica a cui siamo abituati, cioè che ripetere ad oltranza un esercizio, una lezione da imparare giova all’apprendimento ed al ricordo. La visione che forse gli antichi avevano di questo detto è che “le cose ripetute giovano” ed è infatti per questa sorta di sicurezza che si prova nel vedere cose uguali o simili tra loro, nel gusto che si trova nel ripetere e che rende piacevole anche le attività faticose (si pensi agli allenamenti sportivi) che le serie tv fondano il loro successo.

Pensiamo al bambino quando impara parlare. Egli all’inizio ripete monosillabi senza senso, man mano che li ripete riconosce le parole che chi gli sta intorno gli ripete, familiarizza con i suoni acquisendo padronanza con i singoli vocaboli che ripete ogni volta che vuole sviluppando poco alla volta il linguaggio.
L’apprendimento quindi si va ad innestare su qualcosa ripetuto più e più volte, come nel caso di una canzone che viene imparata e cantata ascoltandola tante volte. Ripetendo si acquista la certezza della conoscenza delle parole che la compongono e si arriva a cantarla a squarciagola sotto la doccia senza l’accompagnamento musicale.
Ciò che impariamo entra a far parte della nostra vita e va a comporre la nostra identità rendendoci unici e dandoci sicurezza.

Sapere, o immaginare di sapere come andrà finire una fiction, un racconto, una serie tv, dà sicurezza. La stessa sicurezza che cercano i bambini quando chiedono ai genitori di raccontargli sempre la stessa fiaba o di rivedere sempre lo stesso cartone animato ed arrabbiandosi se chi legge salta una frase o anche solo un aggettivo. Attraverso questa ripetizione essi ripercorrono un cammino già noto e che li porterà ad una conclusione che già conoscono donandogli sicurezza dell’immutabilità di certe cose.
Il piacere della rassicurazione è importante per il bambino quanto per l’adulto.
Ed è proprio sul piacere della consuetudine e della certezza che si basa il successo dei tanti tormentoni televisivi e di ogni puntata di fiction e serie tv. La struttura che dà all’episodio chi lo scrive serve a tenere lo spettatore incollato allo schermo nell’attesa che si verifichi ciò che lui si aspetta, che si concluda ciò che è cominciato nella puntata precedente. Ecco perché nella costruzione di una stagione di una serie tv c’è quasi sempre, oltre il tema principale che caratterizza la serie tv (crime, drama, horror, comic), un altro tema che la percorre dall’inizio alla fine (magari una relazione tra i due protagonisti principali, un rebus che viene dipanato lentamente ad ogni puntata), e poi esiste il tema della puntata stessa che nasce, si sviluppa e si conclude nell’arco dell’episodio.

Tutto ciò ha anche il piacevole risvolto di contribuire all’identità di gruppo: quando si ripete uno slogan si ribadisce l’appartenenza ad un gruppo, si condivide con gli altri fan di quel personaggio o di quel programma una comune identità. Senza soffermarsi poi su tutto ciò che nasce intorno ad un serial tv (blog, forum, gruppi social, convention, eventi, ecc.) che rappresentano altre strade della socializzazione.
In questo senso il tormentone viene ad essere una forma di condivisione che serve da sostegno quindi, a conti fatti, potremmo dire: “condividere iuvat”.

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta