La parola “nostalgia” deriva dal greco antico. In greco, “ritorno” si dice nóstos; álgos significa “sofferenza”. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio di ritornare.
Cos’è la nostalgia?
Si configura come un’emozione vicina alla tristezza, che ci porta a ripensare a qualcosa legato al passato e che non può più essere nel presente, mescolando insieme l’appagamento per quello che si è vissuto con l’accettazione che si tratta di un tempo trascorso che non tornerà.
Come risorsa esistenziale
Lo sappiamo tutti, e chi non lo sa lo ha comunque, inconsapevolmente, provato sulla propria pelle: tutte le emozioni ci segnalano qualcosa e in questo senso ci sono utili. E allora, a cosa serve la nostalgia?
La nostalgia è stata analizzata come risorsa esistenziale. Da uno studio del 2011, possiamo affermare che si tratta del passato che dà senso al presente.
Diversi autori hanno ribaltato l’idea che la nostalgia fosse un fattore maladattivo o, addirittura, psicopatologico. Grazie a diversi studi, è stato dimostrato che il fattore di perdersi in ricordi nostalgici aumenti il tono dell’umore nel lungo termine, rinforzi l’autostima e rafforzi la sensazione di vicinanza agli altri.
Da un punto di vista interpersonale, sembra che la nostalgia funzioni come spinta verso la ricerca di un maggior contatto sociale, e dall’altra parte la maggior parte dei ricordi nostalgici sono ricordi che implicano la compagnia e la condivisione con altre persone.
La nostalgia è una risorsa, dunque, in termini psicologici, che aiuta a orientare e sostenere la percezione di un significato più ampio nell’esistenza. Inoltre, la nostalgia funziona anche come fattore protettivo contro stimoli che minano il senso della vita, come considerazioni negative esistenziali su ansia, depressione e morte. Sembra infatti che essa disinneschi la pericolosità di questi stimoli rispetto al nostro benessere personale, aiutandoci a mantenere un senso globale con cui orientarci nelle nostre scelte e decisioni.
Imparare a coltivare la nostalgia può aiutarci a mantenere una direzionalità nel caos, diventando una modalità di guardare al passato in modo integrativo, mettendo insieme quello che siamo stati e quello che siamo, riuscendo a cogliere realmente ciò che per noi ha senso essere.
Potere terapeutico
Ricordare e rimpiangere contribuisce al mantenimento della salute mentale. Tramite un meccanismo di liberazione, ci si sente in grado di superare traumi e ricordi sgradevoli. Per poter parlare realmente di un potere terapeutico della nostalgia, bisogna considerare solamente persone adulte che sono quindi in grado di ripercorrere la propria vita, attribuendo a ogni ricordo il giusto significato e valore.
Ciò che è importante ricordare e sottolineare è che “il troppo stroppia”. Dunque, un eccessivo livello di nostalgia può rinchiuderci o bloccarci nel nostro passato (inutilmente e pericolosamente) senza darci la possibilità e la gioia di goderci il nostro presente con un animo consapevole e positivo e con lo sguardo rivolto al futuro.
La nostalgia è un archivio che rimuove i lati spigolosi dai cari vecchi giorni.
(Doug Larson)