“Non dire non ce la faccio nemmeno per scherzo,
perchè l’inconscio non ha umorismo!
Lo prenderà sul serio e te lo dirà ogni volta che ci provi”.
Conoscevate questo aforisma di Facundo Cabral?
Personalmente trovo questa frase azzeccatissima.
Racchiude in poche parole ben chiare uno dei meccanismi peggiori a cui noi stessi ci sottoponiamo quotidianamente. Un meccanismo che per l’occasione chiameremo:
“Parlo a vanvera E MI ascolto”.
Qui, a Psiche.org, leggendo diversi messaggi in posta privata, ci rendiamo conto di una cosa: senza che nessun giudice al mondo abbia ancora battuto il martelletto sul banco, noi, NOI TUTTI (sì proprio tutti), ci diamo una sentenza definitiva su ciò che facciamo o siamo, SEMPRE.
Non ci assolviamo mai.
Se ponessimo molta più attenzione a quel che diciamo ad alta voce (o a volte scriviamo), ci renderemmo conto di quante occasioni buttiamo via o di quanti problemi ci portiamo dietro da soli, senza che nessuno ci abbia posto un pesante masso sopra la testa da far rotolare ogni giorno in cima alla montagna. (Già, proprio come il mito di Sisifo).
LA COMUNICAZIONE
Saper comunicare nella maniera corretta ciò che viviamo e proviamo è assolutamente necessario.
Lo è, eccome. Sia per vivere al meglio le nostre possibilità di relazionarci con gli altri, sia per noi stessi.
Anzi, soprattutto, per noi stessi.
Un buon vocabolario permette una vita migliore.
Non sto parlando di quanti sinonimi conosciamo per la parola esiziale*, ma in quanti modi possiamo esprimere ciò che viviamo o ciò che proviamo, perché, come detto, la nostra stessa mente ci ascolta!
*esiziale = Che provoca un danno irreparabile, rovinoso. (Treccani).
ESPRIMERSI BENE
Se pensiamo in maniera semplice, ci verrà semplice esprimerci.
Se ci esprimeremo in modo semplice ci faremo capire molto di più.
E, importantissimo, inganneremo noi stessi MOLTO meno. Inganneremo la nostra mente MOLTO meno.
Ecco allora alcune espressioni che usiamo quotidianamente dopo essere state sciacquate in Arno.
(cit.; Scusa Mister Manzoni se abuso malamente delle tue parole).
LE FRASI CONTROPRODUCENTI
1# “E’ TROPPO DIFFICILE PER ME”
Ne sei sicuro? Le hai provate davvero tutte? Hai provato ad approcciare il problema da un’altra angolazione? Non dire è troppo difficile per me. Se ci tieni proprio a darti una giudizio, prova a dire:
“In questo momento è troppo difficile”.
Oppure:
“Non sono abbastanza pronto questa volta”.
OPPURE prova la madre di tutte le frasi: “IO CE LA FARO’ “
Non è mental coaching spiccio, è realtà. Se la nostra mente ascolta quando diciamo in negativo, ascolterà anche quanto diciamo in positivo. Affrontare un qualsiasi quesito con atteggiamento positivo, sia esso un problema di matematica o quant’altro, porta risultati.
2# “SONO UN DISASTRO”
No, non lo sei. Forse però in quella occasione, o in quella situazione, o in quel particolare contesto hai agito in un modo che non ritenevi opportuno.
Pazienza! Riprova con spirito combattivo e positivo.
Una frase sostitutiva: “Questa volta, in questa cosa, ho sbagliato. La prossima volta però farò meglio!”
3# “NON CE LA FACCIO”
Come scusa? Chi l’ha detto? Questo atteggiamento disfattista non aiuta proprio nessuno.
E se invece IN QUEL MOMENTO non ce la facevi? Non darti un giudizio generale sulla tua persona o sulla tua vita. Magari non CE LA FACEVI soltanto in quel momento! Eri stanco, distratto, impreparato, o chissà cos’altro. Ma un solo istante negativo, non fa di te una persona incapace.
Come per #1 = CE LA FARO’.
4# “SONO UNO SCHIFO”
Come sopra. Tutti commettiamo errori. Hai mai pensato che in quel momento hai soltanto commesso un errore? Commettere errori è pratica comune di ciascuno di noi. Gli errori ci insegnano -ma per davvero- come fare. Quindi no, non sei una schifo. Hai solo commesso un errore. Tu non sei gli errori che commetti.
“HO FATTO UN ERRORE IN QUESTA OCCASIONE. MA LA PROSSIMA VOLTA FARO’ MEGLIO”.
(sì, TUTTO in MAIUSCOLO, perché certe cose è bene urlarle al nostro inconscio. Che se le ficchi bene in testa!)
5# “MAI UNA GIOIA”
Non è vero! Guarda bene.
(Ok, immagina ch’io ora ti stia spostando di peso e ti stia girando. I tuoi occhi ora non stanno fissando il muro grigio della stazione, ma il tramonto sopra i binari. Non ti ci buttare, e guarda bene quanto hai attorno a te!)
Scherzi a parte: ABUSIAMO letteralmente di questa frase. Basta. Immaginare di vivere in una cantina. Ci farà sentire puzza di muffa e umido no? Immaginiamo invece di vivere in una splendida magione e forse sentiremo profumo di croissant.
“ECCO UNA GIOIA!”
Come ultima cosa vorrei lasciarti un interrogativo di Rob Bremer:
“Se un tuo amico ti parlasse così, continueresti a frequentarlo?”
A te la risposta.