Quante volte ci preoccupiamo per il futuro? Quante volte non riusciamo a goderci il momento presente? Che sarà di noi domani? Siamo proiettati nel futuro continuamente, abbiamo paura di non programmare le cose, gli impegni, i pensieri. In tal modo rischiamo di non riconoscere l’importanza dei momenti che viviamo, di non riuscire a goderci il “qui ed ora” limitando così la nostra felicità e la possibilità di essere sereni. Il nostro presente è unico e nessuno ce lo saprà restituire. Ma, una soluzione esiste: la Mindfulness.
Cos’è la Mindfulness?
Questa parola è ovviamente inglese e vuol dire consapevolezza ma in un senso particolare. Non è facile descriverlo a parole perché si riferisce prima di tutto a un’esperienza diretta. Tra le possibili descrizioni è diventata “classica” quella di Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio. “Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare:a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”. In sostanza è quindi un’attitudine che si sviluppa tramite una pratica di meditazione. Questa tecnica deriva in particolare dal buddhismo. Il termine da “sati” che in lingua pāli, il linguaggio utilizzato dal Buddha per i suoi insegnamenti, significa essenzialmente consapevolezza, attenzione, attenzione sollecita, o piena consapevolezza mentale che sono qualità dell’essere che possono venire coltivate attraverso la meditazione.
Come può aiutarci?
Questa tecniche ci permette di ridurre la sofferenza interiore e di migliorare l’accettazione di noi stessi. La maggiore consapevolezza delle nostre esperienze comprende infatti sensazioni, emozioni, impulsi, pensieri e via dicendo. Dunque, vivere nel presente ci aiuterebbe a conoscere maggiormente noi stessi e ciò che proviamo. Vivere nel futuro non è il solo problema che l’essere umano ha e probabilemente non è nemmeno il più pericoloso. Peggiore è il vivere nel passato. Essere bloccati ad eventi o traumi di un tempo precedente ci impedisce di vivere. È qualcosa che ci distrugge, giorno dopo giorno, che ci offusca la mente come una nebbia continua e ci rende infelici, privi della spinta che dovrebbe portarci ad agire, a vivere nuove esperienze. Tutto diventa più grigio. Per questi motivi è fondamentale imparare a prestare attenzione per poter cogliere, con maggiore prontezza, il sorgere di pensieri negativi che contribuiscono al malessere emotivo. Una gran quantità di pensieri negativi deriva dalla critica che il soggetto fa a sé stesso per il fatto di sentirsi ansioso, depresso o a disagio. Il lato negativo della vita non possiamo evitarlo e allora la prospettiva della consapevolezza (mindfulness) ci offre una possibilità a prima vista strana, contro intuitiva, forse assurda: entrare in relazione più diretta con il disagio e la sofferenza, imparare a rivolgere piena attenzione, a fare spazio anche a quello che non ci piace, che non vorremmo o che ci fa soffrire. Dobbiamo imparare ad accettare anche gli stati negativi della nostra emotività e gestirli così con tranquillità altrimenti fineremo per sentirci sempre più ansiosi senza risolvere nulla.
Ognuno di noi può raggiungere la serenità interiore attraverso questi piccoli stratagemmi. Diamo fiducia a noi stessi, concentriamoci sul presente per realizzare gli obiettivi futuri, ascoltiamoci e in tal modo andremo incontro alla felicità. Non fatevi travolgere dalle paure, dallo scorrere continuo del tempo. Noi siamo presenti, viviamo ogni istante per non avere nessun rimpianto.