L’INFLUENZA (NEGATIVA) DELLA TELEVISIONE

I media, di qualunque tipo, sono diventati i principali mezzi attraverso i quali riceviamo le informazioni che grazie alla loro velocità di diffusione diventano sempre di più. Ma quella che riesce ancora a farla da padrona nonostante lo sviluppo e la diffusione di Internet è la televisione.

Non sempre è facile, data la mole di informazioni che attraverso essa ci arrivano, riuscire a fare una selezione funzionale ed accurata ciò genera spesso un sovraccarico difficile da gestire. A volte anche decidere il programma o il film da vedere per passare la serata risulta estremamente difficile tanto da trascorrere più tempo nel tentativo di trovare qualcosa di “interessante” facendo zapping che nel guardare qualcosa di valido.

Viene da chiedersi quanto oggi ci si approcci a questo strumento in modo passivo e senza alcuna condizione critica oppure quanto siamo realmente capaci di valutare i messaggi e decidere quali fare nostri e seguire e quali invece lasciar andare perché poco interessanti. Per alcuni questa scelta è semplice, soprattutto perché influenzati dal background culturale e sociale, per altri invece risulta difficile per lo stesso motivo.
Ed è proprio questo l’aspetto più importante: il messaggio televisivo e come esso viene presentato, infatti se nell’immediato può influenzare la scelta dell’individuo di rimanere a guardarlo, nel lungo periodo può influenzare il senso critico o portare all’acquiescenza ed alla passività.

Le emozioni vengono messe in gioco in modo automatico complici anche i tempi televisivi fatti di sequenze rapide ed immagini immediate; ciò favorisce senz’altro forme di pensiero più primitivo.
Educare le persone a pensare in modo critico. Questa dovrebbe essere la prerogativa, aiutarli ad allenare i propri strumenti critici. Spesso però manca una profondità di analisi, quando addirittura non vengano proposti programmi “trash” che tutto fanno fuorché alimentare la capacità autocritica delle persone, se non nella misura in cui si tende ad aderire a mode del momento o a proiettare in una sorta di aggressività mascherata la propria insoddisfazione e frustrazione su questo o su quel personaggio.

La televisione purtroppo oggi non fa che alimentare atteggiamenti e modi di pensare che sono agli antipodi di un confronto che permetta la crescita e la maturazione, perché veicola in un certo qual modo l’appiattimento del giudizio e riduce l’autonomia critica promuovendo la conformità del ragionamento al posto delle capacità di discernere. La tendenza di molti conduttori oggi è quella di veicolare messaggi usando una comunicazione che possa facilmente fare breccia in chi guarda la trasmissione televisiva affinché essi stessi possano diventare dei punti di riferimento assolutamente incontestabili rispetto ad un’idea, un giudizio, una notizia, un’informazione.

Per approfondire:
S. Bonino, “Il loglio della televisione” in Psicologia Contemporanea, N. 161, sett.-ott. 2000, pp. 14-15

© Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta