Lettera al vuoto interiore

Caro vuoto interiore,

Oggi sono stato nuovamente abbandonato dalla persona che ero convinto mi amasse. Tutto ad un tratto mi sento sospeso, come spaccato a metà. Non completo. Il mio cuore è andato in pezzi e il peso dell’assenza mi opprime. Percepisco la mancanza, mi sento male, così male da gridare dalla rabbia, piangere in continuazione, smettere di parlare perché non trovo più le parole per esprimere quello che sento. Il dolore è talmente lacerante che mi sembra di impazzire, di morire. Caro vuoto, ti ho attribuito persino un colore. Per me il colore che più ti rappresenta è il bianco. Vedo tutto bianco davanti a me, una profondità assordante. Vorrei riempirlo di tanti colori, questo bianco. Vorrei riuscire a dimenticare, a ricominciare da capo, a voltare pagina, a buttarmi tutto alle spalle. Ma non posso. La tua immensità non è quantificabile e in fretta vorrei trovare una soluzione, così mi rifugio in me stesso, ti allontano il più possibile e uso ogni mezzo a mia disposizione. E così per evitare di stare in contatto con il mio dolore, provo a distrarmi. Il risultato è che risolvo solo momentaneamente il problema, mi butto a capofitto in un progetto, in una nuova relazione ma è inevitabile, tu torni a bussare alla mia porta, sempre più prepotentemente. Mentre tu ti rafforzi io esaurisco le energie giorno dopo giorno. In fretta cerco una nuova persona su cui aggrapparmi, ammetto di essere fragile, di aver bisogno di un’altra persona. Eppure pensavo di essermi liberato di te. Stai li a fissarmi, come la mia ombra non mi lasci nemmeno per un istante, sei sempre stato li..ero io che facevo di tutto pur di non vederti. Mi sono illuso. Ad ogni caduta tu eri è li a ricordarmi chi sono e qual è la mia storia. E poi mi sento in colpa. Si. Come se fossi io il responsabile della tua presenza. E invece no. Non ho nessuna colpa, devo smetterla di torturarmi in questo modo, di attribuire ogni evento e disgrazia a me stesso. Non è colpa mia se non mi sono mai sentito riconosciuto e amato, se per qualche motivo sono stato il figlio che i miei non hanno voluto, cercato, pensato. Non sono un errore, o uno sbaglio. Sarebbe ingiusto attribuire a me stesso la colpa. Mi sento totalmente inadeguato e impreparato ad affrontare questa vita, sono alla continua ricerca di un sostegno, di qualcuno a cui potermi affidare totalmente, che possa soddisfare il mio disperato bisogno d’amore. Per questo a volte mi accontento, sono insoddisfatto di un rapporto ma non lo chiudo e se lo faccio, dopo molto tempo, è perché la situazione è veramente insostenibile e ci sto male. Mi lego a persone sbagliate, persone che limitano la mia libertà e volontà. Pensa a cosa sono disposto a rinunciare per non incontrarti mio caro vuoto interiore! Sono disposto a rinunciare alla mia vita. Disposto ad essere infelice. Ho mantenuto per anni una relazione logorante e distruttiva.

Per cosa? Unicamente per non incontrarti nuovamente caro vuoto. Perché finché esiste una relazione io esisto. Sono qualcuno, ho un’identità. Da solo, cosa sono? Ora siamo rimasti solo io e te. Ho capito che sono importante, che valgo qualcosa, che ho dei sogni, dei valori, una vita mia che posso decidere di condividere con un’altra persona ma che non la capovolge, non la distrugge, ma la rispetta. Sono stanco di stare con persone che mi svalutano, che mi fanno sentire una nullità. Ho capito tutto questo con il tempo. Sai quando precisamente? Quando ho deciso di rimanere in tua compagnia per un po’. E’ stato a dir poco sorprendente. Tutti questi anni a correre, da una relazione all’altra per evitare di confrontarmi con te. L’avessi fatto prima! Sei parte di me, non te ne sei andato eppure adesso riesco a guardarti, riesco a rimanere davanti a te, non scappo più. Ti ho guardato dritto negli occhi con terrore e disperazione. Ho imparato a convivere con la tua presenza costante, a non reprimerti a tutti i costi. E’ stato un percorso pieno di insidie ed ostacoli, travagliato e pericoloso, mi sono spinto in luoghi lontani e sconosciuti con timore ma anche con il desiderio di superare le mie difficoltà e i miei limiti. Ora posso dire di avercela fatta. Ho accettato in pieno me stesso, ho deciso di fare qualcosa di concreto per cambiare, per superare la mia infelicità. Dentro di me ci sarà sempre quel bambino bisognoso d’amore, ma ora che sono consapevole di questo mi sento più forte, sento di avere più risorse, di avere un valore, e non permetterò più a nessuno di calpestarmi, di annullare i miei sogni.

 

Dott.ssa Veronica Servidio – Psicologa

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