L’ARTE TERAPIA: Trasformare il dolore per eliminarlo

Autori: Zarina Zargar & Chiara Massobrio

Co-autore e Supervisor: Antonino La Tona

Ormai ci siamo quasi abituati, molte attività che facevano parte della nostra vita quotidiana hanno subito un’esclusione o sono state diminuite di frequenza. Soprattutto le attività sociali, che riguardano lo scambio e il contatto con il nostro prossimo sono diventate vietate o comunque fonte di preoccupazione.

In questa situazione di limitazione, è importante riuscire a focalizzarsi su ciò che di positivo si può ancora fare e tenere bene a mente che noi esseri umani disponiamo di una formidabile capacità di adattamento, proprio quella che ci ha portati a essere sovrani del regno vegetale e animale.

Allora, perché non rispolverare vecchie abilità o addirittura scoprire di essere bravi in qualcosa e appassionarsi a ciò che non si era mai sperimentato prima?

Uno spunto utile ci arriva dall’arte terapia, ovvero l’attività artistica utilizzata con finalità terapeutiche e ricreative. Ovviamente per essere arte terapeuta occorre un titolo specifico, ma per essere allievi o semplicemente dare libero sfogo alla propria creatività non è necessaria alcuna competenza particolare. Altra cosa davvero importante: per creare un’opera d’arte in grado di esprimere se stessi e far impiegare il tempo a disposizione in maniera più piacevole non sono necessari materiali particolari, dispendio economico e ambienti affollati. È qualcosa che si può fare in qualunque momento della giornata standosene tranquillamente immersi nei comfort della propria casa.

L’arte terapia è una realtà affermata ormai da tempo e che ha ricevuto conferme relative alla propria influenza benefica addirittura dalle neuroscienze ( Hass-Cohen, Carr 2008).  Sembra avere la capacità di agire sulla zona limbica, sul sistema motorio e sulle aree corticali che con esso comunicano  offrendo a chi la pratica nuovi feedback corporei e visivi in grado di produrre modificazioni  psicofisiologiche (Hass-Choen, Carr 2008).

Si tratta di una pratica che può inserirsi agevolmente all’interno dei più diversi percorsi e approcci terapeutici, rivelandosi una risorsa ricca e adattabile.

In clinica può essere applicata in numerosissimi campi quali il trattamento di disturbi comportamentali, emotivi, cognitivi e neurologici, arrivando ad aiutare persone di tutte le età anche con deterioramenti severi (Chancellor et al. 2013), o con storie di traumi e violenze  (Schouten et al. 2014).

L’utilizzo dell’arte in terapia sembra essere molto efficace in età evolutiva. Bambini e ragazzi, se inseriti in un contesto protetto, riescono spesso ad evocare ed esprimere contenuti ed eventi altrimenti difficili da raggiungere e svelare (Waller, 2006). La riflessione, unita all’analisi cognitiva ed emotiva, che passa prevalentemente attraverso la verbalizzazione, può cedere il passo a mezzi espressivi più vicini al mondo infantile, abbondantemente fantasioso e ricco di immagini. Le parole si trasformano in linee, colori, in segni impressi su un materiale, nella scelta di un certo tipo di manipolazione.

In tutto ciò il terapeuta può essere chiamato a partecipare attivamente, cogliendo l’occasione di costruire un vero e proprio linguaggio creativo e sensoriale con il paziente, unico e irripetibile.

Il presupposto da cui parte l’arte utilizzata come terapia è proprio questo: l’azione creativa come strada alternativa per raggiungere uno spazio “altro”che risiede al di là delle parole, il quale favorisce l’emergere di contenuti non del tutto elaborati e coscienti.  L’emersione è di per sè terapeutica e la riscoperta della sensorialità ha la capacità di curare e placare l’attività mentale.

A qualunque età concedersi di fluire all’interno di un atto creativo può diventare un ottimo esercizio introspettivo e liberatorio, nonché uno strumento attraverso il quale indirizzare, convertire, trasformare stati emotivi intensi e soverchianti.

A questo proposito, tra le infinite tecniche che è possibile adoperare, l’uso puro del colore, al di là delle forme e della riproduzione di soggetti concreti o astratti, può di per se’ essere sufficente a promuovere l’ avvicinarsi, l’esplorare e l’agire sulla sfera emotiva (Withrow).

Non servono grandi abilità tecniche, è sufficente la disponibilità a perdersi all’interno di ciò che si sta facendo, lasciandosi trasportare da quello che accade in corso d’opera.

Allora anche tutti noi possiamo tornare indietro nel tempo e ridiventare quei bambini che si illuminavano di gioia con soltanto un foglio e dei colori in mano. 

Tra l’altro abbiamo a disposizione innumerevoli fonti di ispirazione grazie anche al web che ci racconta del riciclo creativo (a basso costo e impatto ambientale), delle nuove forme di arte precedentemente impensabili, della bellezza di poter trasformare qualcosa di sé in qualcosa di nuovo.

Arte non è solo trasferire colori dalla tavolozza alla tela. Arte è scrivere, cantare, recitare e inventare, raccontare di sé, coltivare il proprio mondo interiore, riuscire a condividerlo senza una modalità prestabilita. Esistono innumerevoli modi per farlo e non basterebbe nemmeno tutto lo spazio del web per scrivere un elenco completo. 

La bellezza risiede proprio in questo: non c’è giusto e non c’è sbagliato, c’è solo qualcosa che va trasformato.

Si tratta di un’attività esente da rischi e effetti collaterali. Al massimo può capitare di sporcarsi un po’ le mani o disegnare un sorriso autentico dove questo non c’era. Provare per credere, non resta altro da fare!

CREARE!


Bibliografia:

Chancellor B., Duncan A., Chatterjee A. (2013). Art Therapy for Alzheimer’s Disease and Other Dementias. Journal of Alzheimer’s Disease 39, 1-11.

Hass-Cohen N., Carr R. (2008). Art Therapy and Clinical Neuroscience. Jessica Kingsley Publishers.

Schouten K. A., Niet G. J., Knipscheer J.W., Kleber R. J., Hutschemaekers G. J. M. (2014). The Effectiveness of Art Therapy in the Treatment of Traumatized Adults: A Systematic Review on Art Therapy and Trauma. Trauma, Violence & Abuse, 1-9.

Waller D. (2006). Art Thrapy for Children: How It Leads to Change. Clinical Child Psychology and Psychiatry, 11-127.

Withrow R. (2004). The Use of Color in Art Therapy. Journal of HUMANISTIC COUNSELING, EDUCATION AND DEVELOPMENT, volume 43.