Ti è mai capitato di preoccuparti per una strana espressione sul volto del tuo partner? O di arrivare per ultimo a una serata con gli amici e avere l’impressione che tutti ti fissassero come se ci fosse sotto qualcosa? O ancora, di avere l’auto che non va e non riuscirti a togliere dalla testa la convinzione che il meccanico, per gonfiare il prezzo, aggiungesse al costo anche delle riparazioni non necessarie.
Quando portavo questi tre esempi ai miei studenti, la reazione tipica era sostenere con decisione che nel terzo caso, quello del meccanico, ci si azzecca sempre. Nell’immaginario comune i commercianti devono sempre trovare un modo per guadagnare più del minimo.
Il secondo caso, arrivare per ultimo a una serata, non sembrava così strano soprattutto quegli studenti che dopo qualche mese di lezione avevo intuito essere un po’ timidi.
Il primo caso era più interessante, perché dibattendo con le persone in aula, emergeva una reazione duplice. Tutti razionalmente sostenevano che venire destabilizzati da un’espressione del partner è un sintomo di eccessiva gelosia o dipendenza. Ma c’era abbastanza accordo anche sul fatto che quando stai insieme da molto tempo basta uno sguardo per capire se qualcosa non va.
Questi tre, sono tutti ottimi esempi di come si può coltivare la propria paranoia.
Perché la paranoia non è altro che un dubbio portato all’eccesso. Il dubitare che trova conferme alla sua personale visione dei fatti, per questo si rinforza e a causa di questo rinforzo viene perpetuato.
#1 Il meccanico mi fa pagare di più – la causa della paranoia è l’adesione a determinati stereotipi sociali.
Vivere immerso nelle credenze del proprio gruppo di appartenenza significa condividerne anche le convinzioni. Quando la maggioranza crede che i meccanici siano disonesti, gli immigrati pericolosi, i professori rancorosi e mi trovo dentro tutto questo, inconsapevolmente lo percepirò come possibile, qualora non dovessi aderire completamente alla credenza.
Basta l’occasione giusta per amplificare il dubbio iniziale cercando indizi per confermarlo. Quel pezzo non serviva cambiarlo, quell’immigrato mi segue perché vuole il mio portafoglio, quel professore ce l’ha con me.
#2 Quando arrivo per ultimo tutti mi fissano – la causa della paranoia è una nostra caratteristica personale.
Abbiamo detto che la paranoia è dubbio, ed è evidente che il dubbio nasce dall’insicurezza. Dove siamo più vulnerabili è più facile per il dubbio fare breccia e metterci sulla difensiva.
Per questo è normale se una persona timida si senta minacciata dagli altri, più di quanto non faccia una persona sicura di sé; o se chi è cagionevole di fisico vedrà attentati alla sua salute in ogni prodotto alimentare; o chi è incapace di organizzare il proprio tempo penserà che il datore di lavoro, il professore o la sorte stiano facendo di tutto per sovraccaricare le sue giornate e impedire che rispetti le consegne.
#3 Il mio partner mi nasconde qualcosa – la causa della paranoia è l’importanza che diamo all’oggetto dei timori.
Di quei quattro spiccioli che il meccanico mi chiede in più, magari non me ne frega niente o al contrario molto se per me sono una cifra che incide pesantemente sul bilancio. Della gente che sparla alle mie spalle sono molto deluso se li credevo amici, scocciato se sono colleghi di lavoro e indifferente se sono estranei che probabilmente non vedrò mai più.
Più una cosa è importante per noi, più è facile costruire attorno a essa una piccola ossessione. Una paranoia a volte.
Non a caso i miei studenti concordavano sul fatto che costruire un castello in aria a partire da un semplice sguardo, fosse un atteggiamento molto irrazionale. Tuttavia se quello sguardo appartiene a una persona importante, il partner di una lunga relazione, allora giustificavano l’apprensione.
Come sopportare la paranoia.
La verità è che la vita è imprevedibile. Per quanto possiamo sforzarci di progettare, il domani non arriverà mai come l’abbiamo calcolato.
Dovremmo accettare il dubbio come caratteristica fondamentale della vita, al pari di altre sensazioni fisiche come il caldo o il freddo. Dubitare è assolutamente normale in determinate circostanze, proprio come lo è sudare quando fa caldo.
Certo, proprio come possiamo difenderci dal caldo, possiamo anche difenderci dal dubbio e dalla paranoia. Questo non significa eliminare certi pensieri dalla testa, significa solo imparare a gestirli.
Ecco alcune regole per gestire le proprie paranoie.
#1 Cerca di comprendere il significato di paranoia. Non si tratta solo di agitazione bensì su un sistema di convinzioni generalmente a tema persecutorio non corrispondenti alla realtà.
#2 Distingui tra paranoia e ansia. Quando si è agitati può capitare di fare dei pensieri un po’ paranoici ma basta calmarsi per cacciarli via.
#3 Impara delle tecniche di rilassamento. Spesso quando i pensieri paranoici partono e cominciano a girare nella testa l’unica cosa da fare è cercare di contenere l’ansia.
#4 Evita di interagire con gli altri durante le fasi acute. Questo tipo di pensieri vanno e vengono come un’altalena. Nel momento acuto il desiderio di trovare conferme e smentite di quanto si sospetta è molto forte, ma conviene sempre aspettare di essere calmi prima di buttarsi nell’indagine.
#5 Dai fiducia ai pochi elementi oggettivi. Ricorda che quello che vedi è sempre più forte di quello che immagini. Ad esempio se il tuo partner si dimostra sempre amorevole con te, è improbabile che la sua personalità cambi quando non siete assieme.
#6 Chiedi aiuto. Non sempre si può superare tutto questo da soli, a volte bisogna affidarsi a un professionista.