L’AMORE A SAN VALENTINO

“Amarsi a San Valentino”: cosa significa?

C’è chi sostiene che San Valentino sia una festa solo commerciale.

Chi pensa che San Valentino debba essere “tutti i giorni”, per cui non si ha bisogno di festeggiarlo.

E c’è chi il San Valentino lo ha sempre ritenuto occasione per fare qualcosa di speciale e chi, invece, l’ha sempre snobbato, criticando i “romantici” o “finti-romantici” della giornata.

Una rivalutazione psicologica di San Valentino

Come psicologa, vedendo nel mio studio donne e uomini, sia individualmente sia in coppia, in situazioni più spesso di crisi e fatica che di benessere (questo è il mio lavoro), sono giunta a ritenere che la festa di San Valentino abbia senso di essere festeggiata.

La serata hot/romantica (per chi riesce a lasciare i figli alla baby-sitter, amica, mamma o suocera di turno), la cena particolare, fuori o in casa, il cinema, i fiori, la foto, i cioccolatini o il pensierino.

Così come le cose meno scontate: una mezza giornata libera da lavoro per andare al mare, l’inaspettato regalo tanto desiderato, il fare una cosa insieme che non si è mai fatta prima.

Che la coppia stia vivendo un momento di serenità oppure di crisi, è ovvio che la situazione di partenza e lo stato emotivo con il quale si apre gli occhi in questa giornata, sono diversi.

“A lui, a lei, io ci tengo”

Al di là della fase di coppia che state vivendo e al di là che “tutto vada bene” o che “tutto vada male”, l’aspetto fondamentale alla base della giornata-degli-innamorati è proprio il sentimento.

Cosa provo per il mio compagno/per mio marito?

Cosa provo per la mia compagna/mia moglie?

Quando le cose vanno “male” non vuol dire che il sentimento non ci sia. A volte sì, può essere sparito e demolito da anni. Altre volte, invece, può essere sepolto sotto le macerie dei non-detti, del rancore, degli irrisolti. Ma esserci. Ancora.

Di certo non vi consiglieri mai di essere falsi e inautentici, solo perché “bisogna” mantenere la facciata della coppia bellissima e perfetta, simil Mulino Bianco.

Però qui voglio riflettere con voi sull’importanza dei gesti. Dei sani gesti. Quelli che nutrono, che scaldano il cuore, che danno la carica, che riparano le ferite.

Piacerebbe a tutti pensare che questi gesti d’amore ci siano in tutte le coppie che stanno insieme… Ma siamo anche i primi, riflettendo sulla nostra vita, a renderci conto che il trantran della quotidianità, molto spesso, ci toglie l’energia e la memoria di quei gesti d’amore.

Ecco che San Valentino può diventare l’occasione, seppur calendarizzata, di rispolverare quelle antiche carezze, quelle attenzioni particolari e quell’emozione che a San Valentino tutti noi abbiamo vissuto nei nostri primi innamoramenti o all’inizio di ogni relazione.

Ripescare l’”io bambino”

Per vivere bene questa giornata occorre però fare un salto dentro se stessi, accedendo alla propria parte bambina. Questa parte è tutta emozione! È libera, vuole giocare, divertirsi, saltare, sperimentare…. vivere! Lasciamo per un attimo in un angolo la nostra parte rigida, quella dei doveri, quella del “no, le smancerie no”; la freddezza, il distacco, così come il rimanere in posizione di attacco, di critica, di svalutazione e giudizio dell’altro… chiudiamole in una scatola.

Proviamoci. Per un giorno almeno: provateci.

La vita può essere la migliore psicoterapia naturale, se solo scegliamo di agire per il nostro bene e per quello dell’altro/a.

Non dico sia facile. No. Assolutamente. Sarebbe molto più facile tenersi il broncio e non parlarsi, facendo finta che di questa giornata speciale non vi interessi per niente.

Abbracciare il partner/la partner fargli/farle una carezza, mettere la vostra mano sulla sua spalla… sono gesti che possono davvero costare fatica. Però sono certa di una cosa: senza fatica, non si cambia molto nella vita.

E, personalmente, non ho ancora trovato una bacchetta magica in grado di farmi cambiare la realtà al suono di “Bidibi, bodibi, bu!”

È sufficiente vivere bene il San Valentino per salvare un matrimonio? No.

Ma potete partire da qui, da oggi, da San Valentino, oppure dal 16 aprile o dal 20 maggio. Da qualsiasi giorno sia oggi: partite.

Non lasciate le cose come sempre ma AGITE. Muovetevi nella realtà, lasciate un segno, cominciate a spostare le pedine sul vostro tavolo di gioco.

(Se questo articolo ti è piaciuto, leggi I SEGRETI PER UN MATRIMONIO FELICE!)

NOTA: San Valentino con i figli: Sì o No?

Molte coppie decidono di festeggiare il San Valentino in famiglia. Non c’è “giusto” o “sbagliato”.

Consideriamo però che qualsiasi famiglia parte DALLA coppia e dall’amore DELLA e NELLA coppia.

È importante, qualsiasi età abbiano i vostri figli, che riusciate ad avere con il vostro compagno o la vostra compagna, dei momenti di intimità esclusiva, indipendentemente dal giorno dell’anno.

Non è raro che, nascosti sotto gli impedimenti dati dalla realtà allo stare insieme come coppia (figli piccoli, nessuno ce li tiene, il bimbo non dorme se non ci sono io, costa troppo andare fuori a cena, piove, fa freddo, fa caldo, ecc), ci siano stati di tensione e fatica al ricontattarsi proprio come coppia.

Il “Festeggiamo il San Valentino in famiglia!” potrebbe camuffare lo stare tutti-insieme-appassionatamente con la difficoltà a stare-appassionatamente-da soli.

Tutto questo non è una regola, sia ben chiaro, però può essere per voi un utile spunto di riflessione da tener presente qualora vi trovaste in una situazione simile.

Buon San Valentino!

Dr.ssa Ilaria Cadorin

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