L’abbandono, la separazione, separazione rientra fra i più traumatici eventi separativi perché rompe un legame di attaccamento azzerando ciò che costituiva il legame stesso: il senso di sicurezza, la fiducia, l’intimità e la vicinanza emotiva.
Spesso si sente dire che una separazione è vissuta inconsciamente come un lutto, ed è per questo che fa tanto male.
E’ vero.
Quando due persone si lasciano (e nella maggior parte dei casi non si arriva equamente a prendere questa decisione ma c’è sempre un partner più forte e uno più fragile), il dolore che si può vivere, la “disperazione per amore” è per molti aspetti equiparabile a ciò che si prova quando muore qualcuno.
Se non lo hai già fatto, leggi l’articolo “Come avviene l’elaborazione del lutto” e vediamo qui, invece, quali sono le reazioni all’abbandono e le differenze rispetto al vissuto del lutto.
REAZIONI ALL’ABBANDONO
1. SBILANCIAMENTO DEI TEMPI DEL LUTTO
Se nel lutto, ovviamente, è uno dei due a soffrire, in una separazione spesso uno dei due partner vive il lutto mentre l’altro è da tempo in una situazione di lontananza emotiva. Questo aspetto azzera la componente di “rifugio sicuro” che la coppia dava e la possibilità di ricorrere all’ex partner per ottenere conforto. Nel lutto si può trovare comunque rifugio nel fatto che la persona che è venuta a mancare ci amasse. Nella separazione, invece, quella persona non solo non c’è più fisicamente nella nostra vita, ma è lontana anche affettivamente.
2. ENFASI DEI COMPORTAMENTI DI RICHIAMO
Si alternano il pianto, la disperazione, le accuse, la rabbia, il controllo, alle richieste di vicinanza e di ripresa del rapporto. Come nella seconda fase del lutto (la fase della “collera” descritta nell’articolo “Come avviene l’elaborazione del lutto“) è presente la speranza nella possibilità di un ritorno del partner per cui non ci si dà pace.
3. ASPETTO DI TRAUMA E PARADOSSO
Il paradosso, nell’abbandono e nella separazione, riguarda il fatto che l’esperienza di dolore e disperazione che si sta vivendo deriva dalla stessa persona (“figura di attaccamento”) dalla quale si vorrebbe andare per chiedere conforto. Nel lutto la mente si aggancia a questa persona (chiediamo a chi abbiamo perso di “guardarci”, di “guidarci”, di rimanere dentro di noi). Nella separazione questa persona è lontana, forse già innamorata di qualcun altro, cosa che rende ancora più difficile il superamento di questa fase.
4. SOSPENSIONE E RIORGANIZZAZIONE DEGLI SCHEMI RELAZIONALI
Come avviene in una buona elaborazione del lutto, si entra nell’ultima fase quando si comincia a dare una nuova direzione al pensiero, alle emozioni, alle componenti di accudimento e di vicinanza. La persona riesce a mantenere un senso personale di unità e coerenza di fronte a un evento separativo e comincia a costruirsi partendo da sé.
In molti casi, per evitare di attraversare il dolore di un abbandono, le persone trovano un sostituto/una sostituta che compensi quel vuoto lasciato dalla chiusura di una relazione.
È logico pensare che questo tamponamento non consente realmente di elaborare la fine di una relazione ma conduce in una spirale di continue compensazioni (leggi l’articolo “LE RELAZIONI TAPPABUCHI“).
DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
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