Un argomento scottante
Questo tema è molto caldo, per noi psicologi e in generale per tutti i professionisti.
Le sedute saltate, non comunicate (ovvero il paziente che non arriva in studio nell’orario di appuntamento) o comunicate con meno di 24 ore di preavviso, si pagano o no?
Le scuole di pensiero sono diverse: c’è di dice “no” di default e c’è chi, al contrario, dice “sì” a prescindere da tutto.
Per la mia esperienza, personale e professionale, la linea migliore da seguire credo sia sempre quella del “DIPENDE“, da caso a caso, da situazione a situazione, ma tendenzialmente sì, la seduta saltata (soprattutto se non si riesce a recuperare nella stessa settimana) si paga.
In psicoterapia psicoanalitica le sedute si pagano anche se disdette qualche giorno prima e se non si riesce a recuperarle in quella stessa settimana, ma questo non è la “regola” e varia a seconda dell’orientamento formativo adottato dal vostro psicologo.
Perché le sedute si pagano?
Primo motivo, più superficiale ma comunque importante: lo psicologo si è tenuto quel tempo per voi e non riuscirà a rimpiazzarlo con la vostra disdetta (come invece molte volte riesce a fare l’estetista o il dermatologo).
Ogni professione e ogni professionista vanno rispettati, quindi al bando le scuse dell’ultimo secondo e gli imprevisti non calcolati (“è morto il gatto di mia nonna“, “ho la macchina in panne“). Meglio un sincero “Mi sono dimenticata” o “Ho un altro impegno“, ma in ogni caso, la seduta si paga.
Questa prima motivazione è comunque, per la maggior parte di noi psicologi, estremamente ininfluente.
La vera motivazione è più profonda e ora andremo a scoprirla.
L’IMPEGNO… CON SE STESSI
Consciamente, e soprattutto inconsciamente, il potere del pagamento è legato all’impegno che noi ci mettiamo in una data cosa.
Così come quando abbiamo a che fare con qualcosa di preziosissimo, abbiamo spesso più cura verso quello se ce lo siamo pagati rispetto a se ci è stato regalato.
La stessa dinamica si vive di fronte ad un corso di formazione: quando ce lo paghiamo, l’attenzione e la voglia di trarre qualcosa di importante per noi è a mille, diversamente se ci è stato regalato, cosa che spesso declassa quel corso ad una delle tante esperienze che si fanno nella vita.
Quando il paziente sa che la seduta va pagata comunque, trova magicamente il modo di far quadrare tutto, di organizzarsi con i figli, di organizzarsi con il lavoro, di uscire prima con il traffico e di arrivare in seduta. Quel giorno. A quell’ora.
Il fatto di pagare la seduta dà una priorità non allo psicologo, che riesce a vivere lo stesso anche senza i soldi di quella seduta, ma a se stessi. Ci si mette al primo posto. Si dà totale priorità alla propria salute, al proprio benessere, alla propria vita.
Un altro elemento fondamentale alla base del “perché le sedute saltate si pagano”, ha a che fare con le RESISTENZE.
LE RESISTENZE
Può capitare che alcuni colloqui psicologici muovano qualcosa di molto forte nel paziente e quando la frustrazione o la rabbia sono tante, il paziente inconsciamente (perché non se ne rende conto razionalmente) mette in atto delle azioni per resistere al lavoro terapeutico, per resistere a quei contenuti emersi difficili da trattare e quindi per difendere la sua struttura, anche se patologica.
Uno dei modi per resistere alla terapia e a ciò che essa scatena, è la “fuga“, il non venire in seduta. Ed ecco che “saltano” fuori il problema, il contrattempo, la recita del figlio non segnata sull’agenda.
Sapere di dover pagare la seduta è un modo sano per contrastare questa parte interna nella persona che teme il cambiamento e il lavoro personale.
Può capitare che il paziente, pur sapendo questo, decida di non venire in seduta, ma quel tempo (che sa essere pagato) diventa comunque trasformativo e motivo di riflessione nelle sedute successive.
CONCLUSIONE
Alla luce di tutto questo, anche chi legge l’articolo e non è dalla parte di noi professionisti ma da quella del “paziente”, può capire quanto sia importante più che pagare la seduta, ancora prima venire in seduta.
Occorre ricordare che la psicoterapia non è per lo psicologo, per quanto anche per lui sia trasformativa, ma per il paziente.
Ogni scelta fatta è pensata, ripensata, studiata, approfondita, messa in discussione e a volte modificata e tarata, proprio perché si costruisce sul paziente e sulla sua personalità e struttura interna.
Così come varia il modo di operare degli psicologi e psicoterapeuti anche riguardo al pagamento o meno del primo colloquio, ma questo è un altro discorso (leggi l’articolo “LA PRIMA SEDUTA DALLO PSICOLOGO SI PAGA?”).
© DR.SSA ILARIA CADORIN
Psicologa n°9570 Albo Psicologi del Veneto
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